Viaggio a Sparta, la dimenticata

di Patrick Colgan

Visitare Sparta, l’antica polis guerriera, è un’esperienza a due volti. Si tratta di una meta spesso tralasciata nei viaggi in Grecia o inserita solo per visitare la cittadella bizantina di Mistrà perché della città antica è rimasto poco. Ma il nuovo museo archeologico potrebbe cambiare qualcosa. Motivi per andarci, però, ci sono già.

A ragione o a torto, Sparta spicca all’occhio della mente come un’immagine di stizzosa, bovina rettitudine, un turpe mastodonte di virtù, che non ha aggiunto nulla al mondo nonostante i suoi avanzati ideali eugenici. (…) Adesso Sparta ti può piacere, perché dopo secoli di obsolescenza non è più una minaccia per il mondo. Ora essa è per l’appunto il borgo pittoresco, bruttino, miseramente attraente che avevi immaginato.

da Henry Miller, Il colosso di Marussi

Negozi di paccottiglia con magliette ispirate al film 300 (più che al fumetto). Gridano ‘Questa è Sparta!’ e per una volta è proprio così. E poi una piazza luminosa e gradevole. Qualche pietra millenaria, muta, logora e circondata da un recinto: pietre grezze e porose, così differenti dai marmi scintillanti di Atene. Una statua di Leonida moderna, alta tre metri: l’eroe della battaglia delle Termopili è piazzato davanti allo stadio come evidente monito ai tifosi ospiti (non tanti, invero, il club gioca in serie inferiori). Un piccolo museo neoclassico. I resti della fortezza bizantina di Mistrà. Poco più a nord i pochi resti della città antica.
“A Sparta non c’è nulla”. Fu il professore di greco ad avvertirci fin dal liceo. E questa idea è sempre rimasta con me. In fondo è vero, ma allo stesso tempo non lo è: ci sono i soliti contrasti della Grecia, il bruttino e il bellissimo. E come sempre ampio materiale per far volare l’immaginazione, a partire dal paesaggio.

Visita a Sparta

Il paesaggio, appunto. L’impressione più forte la fanno le montagne e nessuna descrizione ascoltata a scuola mi aveva preparato. Nei miei libri la foto non c’era ed è un peccato perché il panorama è davvero unico: l’aspra, rocciosa catena del Taigeto sovrasta Sparta e la sua piana ricoperta di ulivi. Incute timore e allo stesso tempo sembra trascinarti verso l’alto: è facile immaginare qui una città semplice e rude, patria di guerrieri duri come la pietra, crudeli e immortali nel mito della loro forza militare.

Antico teatro di Sparta
Un’immagine eccezionale: l’antico teatro, Sparta moderna e il Taigeto (foto di George Koronaios, immagine con licenza di pubblico dominio)

Sparta è un luogo centrale per la storia greca, eppure fuori dalle rotte turistiche del Peloponneso, in effetti così pieno di siti ben più spettacolari, come Epidauro. E le fanno compagnia altre grandi dimenticate come Corinto e Argo. Forse – immagino – è successo perché Sparta fu centrale a livello politico e militare, ma non a a livello artistico e culturale. Una città che non ha lasciato niente se non racconti di quello che fu, un mito forte già durante i suoi giorni di gloria e che dura fino a oggi. Anche se un po’ decaduto, basti pensare che ‘spartano’ non è usato per descrivere un individuo coraggioso, ma camere d’albergo scadenti. Non ho comunque gli strumenti per farmi un’idea chiara a parte gli anni di liceo classico.
In ogni modo già Tucidide, coevo della guerra del Peloponneso del V secolo a.C., descriveva Sparta all’apice del suo potere come una città senza grandi templi, simile a un gruppo di villaggi, che uomini dei secoli futuri avrebbero fatto fatica a immaginare come una grande potenza.

E per questi motivi Sparta è finita, forse, ai margini anche del pensiero, schiacciata sull’immaginario fumettistico di ‘300’ (un capolavoro, sia chiaro), ormai panellenico: le magliette con Leonida si trovano in gran numero anche ad Atene. Una damnatio memoriae dei lacedemoni che la mancanza di monumenti non basta a spiegare. Forse è perché i nostri prof del liceo hanno sempre parteggiato per Atene? Forse è perché in effetti i metodi spartani erano più che discutibili anche per gli standard del tempo? Lascio la risposta a filologi, archeologi e storici.

Provo però a consultare alcuni libri di viaggio sulla Grecia, per vedere se mi sto sbagliando. Sparta in effetti non è menzionata nel testo di Oracoli, santuari e altri prodigi: sopralluoghi in Grecia di Dino Baldi e Marina Ballo Charmet, un libro di viaggio bello e acuto quando a volte crudele nella sua guerra a qualsiasi mistificazione e romanticismo. Sparta non è stata visitata da Paul Theroux nel suo The Pillars of Hercules. Non c’è nemmeno sul libro per bambini ‘viaggio in Grecia’ di mia figlia. E non è menzionata – incredibile – neppure nel bel libro In Grecia di Donatella Puliga e Silvia Panichi.
Ci passa brevemente solo Henry Miller e lo racconta ne Il Colosso di Marussi con un po’ di affetto e di ironia.

Oltre a quest’ultimo nella mia biblioteca Sparta direi che appare solo nel libro Lo scudo di Talos, celebre romanzo di Valerio Massimo Manfredi, molto letto nelle scuole (e gradevole rilettura, devo dire).

La piazza di Sparta
La piazza di Sparta moderna, luminosa e animata la sera (foto di Letizia Gamberini)

Il declino di Sparta

Ma cosa è stato di Sparta? Perché è sparita? Provo a raccontarlo in breve a costo di prendermi un’insufficienza in storia. Vado per sommi capi. Fra il VI e il V secolo ottenne l’egemonia del Peloponneso e poi quella sulla Grecia dopo un lungo scontro con Atene. Ma Sparta aveva sempre avuto problemi demografici. Gli spartiati, i cittadini, non erano mai stati più di 9000, molti di meno degli iloti, gli abitanti non liberi che li odiavano, e dei perieci (altri abitanti con pochi diritti). Anche per una questione di numeri, Sparta non mantenne l’egemonia.
La potente città stato cadde in crisi politica e demografica già fra il quarto e il terzo secolo avanti Cristo (la pesante sconfitta della battaglia di Leuttra è del 371 a.c.). Divenne poi Macedone – subendo altre sconfitte – e poi romana. Nel quinto secolo la vecchia Sparta fu infine rasa al suolo dai goti di Alarico e sparì definitivamente, venendo a lungo dimenticata. Secondo una leggenda affascinante – ma senza vere prove – raccontata fra gli altri da Patrick Leigh Fermor nel suo capolavoro Mani – i discendenti degli antichi spartani si sarebbero rifugiati a sud, nella penisola per l’appunto del Mani (nota in effetti in passato per la sua bellicosità).

Mi viene anche da fare un collegamento con il Giappone: ricorda un po’ la storia degli Heike che si sarebbero rifugiati nella valle di Iya dopo la sconfitta nella guerra Genpei.

A pochi chilometri da Sparta sorse sulle pendici del Taigeto l’abitato di Mistrà, che divenne poi una cittadella fortificata franca e poi bizantina nel medioevo e che fu definitivamente abbandonata nell’800, quando fu rifondata la Sparta moderna per una decisione del re Ottone. C’è quindi una data precisa per la rinascita: 1834. Oggi Sparta è una tranquilla cittadina di poco più di trentamila abitanti.

Cosa resta di Sparta antica

Pochissimo. Come accade spesso, in Grecia, visitare Sparta significa far lavorare la mente più che gli occhi. A nord della città ci sono i resti del teatro e poche tracce del tempio di Arthemis Orthia. Nella città moderna alcune povere pietre sono dette Tomba di Leonida ma senza che ci sia alcuna prova al riguardo se non la datazione, che colloca questo edificio di pietra intorno al V secolo a.C.

Cosiddetta, Tomba di Leonida, Sparta
La cosiddetta Tomba di Leonida (foto di Tomisti, da Wikimedia – licenza creative commons)

Diversi reperti, ci raccontarono in città, potrebbero essere sotto i condomini. Ma la verità è che come scriveva lo storico Tucidide non era una città di grandi monumenti e appariva dimessa già nell’antichità (e fu fra l’altro colpita da diversi terremoti). A dire il vero, l’antico viaggiatore Pausania la visitò nel secondo secolo e nella sua Periegesi della Grecia ne descrive numerosi templi e monumenti di epoca romana. Poi però arrivarono le distruzioni dei Goti, i ‘prelievi’ di materiale per costruire altro, il lungo oblio. La vecchia città guerriera venne ricoperta di ulivi.

Cosa vedere a Sparta

Sparta merita almeno un paio di giorni di visita. Uno se ne andrà quasi sicuramente per vedere la straordinaria cittadella bizantina di Mistrà e le sue bellissime chiese. Ci sono poi diversi itinerari di trekking possibili sul Taigeto, ma non li ho percorsi e quindi non ne scriverò.

Visitare Mistrà (o Mystras)

Questa cittadella fortificata è un complesso stratificato, che copre diversi secoli di storia, in particolare fa il Duecento, quando fu ceduta dai Franchi a Bisanzio, e il Quattrocento.
I bizantini costruirono varie chiese e monasteri nel sito, che oggi appare quasi addormentato, adagiato fra gli ulivi sul fianco della catena Taigeto, in una posizione che domina la pianura di Sparta. Il castello franco in cima è praticamente solo uno scheletro di mura, da visitare per il panorama.

Mistrà e Sparta moderna
Mistrà e Sparta moderna. In alto il castello franco, sul fianco del monte le rovine (foto di Patrick Colgan, 2018)

Molti edifici sono in rovina, ma le chiese, con i loro affreschi, sono meravigliosamente conservate. Certo, anche il palazzo dei Despoti sembra nuovo e in effetti è stato assurdamente ricostruito, una tendenza che negli ultimi anni sembra aver purtroppo preso decisamente piede in tutta la Grecia.
Per visitare Mistrà occorre almeno mezza giornata, ma con il caldo è un’impresa disumana, quindi d’estate privilegiate la mattina presto o il tardo pomeriggio (l’orario di apertura è dalle 8 fino alle 19.30 o fino alle 20 a seconda dei periodi, nei mesi più caldi).

Il sito è a circa cinque chilometri dalla moderna Sparta.

Mistrà o Mystras
Vista da Mystras, con il palazzo dei Despoti (foto di Letizia Gamberini)
Affreschi a Mistrà
Affreschi a Mistrà (foto di Patrick Colgan)

Il museo archeologico di Sparta

Immerso nel verde di un piacevole giardino a due passi dalla piazza, il museo archeologico di Sparta è ospitato da un bell’edificio neoclassico costruito fra il 1874 e il 1876 (e dichiarato di interesse nazionale). Il biglietto costa solo 2 euro e poco dopo l’inizio della visita capisco perché. Si tratta di appena quattro sale, curate, ma dall’allestimento un po’ confuso e datato e che offrono spiegazioni limitatissime dei reperti, alcuni davvero molto interessanti (molti altri non sono esposti per la mancanza di spazio).


Ci sono per esempio delle curiose maschere votive di terracotta trovate in gran numero al tempio di Artemis Orthia. E, principale reperto del periodo di Sparta alla sua massima potenza, il celebre ‘busto di oplita’, noto anche come busto di Leonida, del V secolo. È il pezzo più importante del museo, di sicuro il simbolo più importante rimasto di Sparta antica. Ma sono fortunato a poterlo vedere: a quanto leggo su internet, negli anni è stato più volte in prestito ad altri musei. Un’altra piccola assurdità.

Il museo archeologico di Sparta
Il museo archeologico di Sparta
Busto di Leonida
Busto di Leonida, conservarto al museo archeologico di Sparta (foto di Patrick Colgan)

Il nuovo museo archeologico di Sparta

Il futuro potrebbe essere diverso: un nuovo museo archeologico potrebbe cambiare le cose per Sparta e collocarla negli itinerari turistici. Nessuno potrebbe dire più che non c’è nulla. Nel momento in cui scrivo (dicembre 2021) si è, infatti, appena concluso lo studio per la realizzazione del nuovo museo di Sparta. Sarà un edificio moderno e luminoso a nord della città, quindi più vicino al sito archeologico, che consentirà di esporre una quantità molto più ampia di reperti.
Il vecchio edificio non sarà abbandonato ma ospiterà, secondo i progetti, un’altra esposizione sulla Sparta antica e funzionerà come centro culturale a servizio della città. Sarà inoltre maggiormento collegato con la piazza, con la quale era un tempo in connessione più diretta. Su questo aspetto, a quanto pare, è al lavoro anche Renzo Piano.

Non ho trovato previsioni dei tempi. Ci vorranno sicuramente alcuni anni.

Il progetto vincitore

La statua moderna di Leonida

Alta circa tre metri, si trova davanti allo stadio (e a nord del centro, verso la città vecchia). Reca la scritta ‘molon labe’, venite a prenderle, la risposta scritta che, alle Termopili, il re spartano Leonida avrebbe inviato ai persiani che chiedevano di consegnare le armi. Evitabile, mi pare. Ma su Tripadvisor alcuni dicono che è l’unico monumento di Sparta che vale la pena vedere (e forse dà l’idea anche di chi ci viene più che altro).

Statua di Leonida a Sparta
Visitare Sparta: la statua moderna di Leonida (foto da Wikimedia di Yukiosanjo – licenza gnu free documentation)

Sparta antica

L'antica Sparta
L’antica Sparta (foto di Ronny Siegel da Wikimedia – licenza creative commons)

Le rovine dell’acropoli di Sparta antica sono poco a nord della città, avvolte dagli ulivi. L’edificio del quale restano più frammenti è il teatro di epoca romana (ma presente fin dai trempi della grandezza di Sparta). Ci sono invece solo poche pietre dell’importante tempio di Artemide Orthia e di quello di Athena Chalkioikos.

All’interno della città moderna ci sono invece le poche pietre della cosiddetta ‘Tomba di Leonida’, resti in realtà di un edificio ignoto, di cui ho scritto in precedenza.

Tomba di Leonida
La tomba di Leonida – la cui immagine ho mostrato in precedenza – in un’illustrazione del 1887 (di Amand von Schweiger-Lerchenfeld, pubblico dominio)

Il museo dell’olivo e dell’olio d’oliva greco

La zona di Sparta, oggi, produce olio d’oliva di ottima qualità. E in città lo celebra un museo, che non ho visitato, ma che sembra molto interessante. Racconta la storia dell’olivo in Grecia dalla preistoria a oggi. Il sito ufficiale: Museo dell’olivo di Sparta.

Per proseguire il viaggio: verso il Mani

Sparta è sulla strada per la penisola del Mani e l’abbiamo visitata nel corso di un viaggio diretto proprio in quel lembo di terra meravigliosa, fino al capo Tenaro. Sono luoghi che sono anche profondamente legati alla storia spartana e fermarsi a Sparta consente di farsi un’idea più completa. Per me i due luoghi sono un tutt’uno, uniti dal Taigetok, anche senza credere alla leggenda raccontata da Fermor sull’origine spartana dei manioti che ho citato in precedenza.

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Dove alloggiare a Sparta

Noi abbiamo alloggiato al Byzantion hotel, sulla strada per Mistrà, in collina. La vicinanza consente di poter arrivare presto al sito. Un aspetto molto piacevole è che ha anche una piscina: è un tipo di comodità che non cerco, normalmente, ma dopo una giornata di visita in estate, un bagno fresco può essere davvero rigenerante.

Cosa ne pensate? Avete qualche consiglio da aggiungere o volete raccontare la vostra esperienza? Lasciate un commento!

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1 Commenti

Lino Agosto 18, 2023 - 9:57 pm

Sono stato a sparta nell ottobre del 22 effettivamente nel complesso si resta un po’ delusi… però solo al pensiero di essere nei luoghi in qui da bambino un popolo così leggendario mi abbia fatto sognare… assieme al labirinto e minotauro al palazzo di cnosso a creta visitato anche quello.. mi anno ripagato ampiamente del viaggio… lo consiglio a tutti almeno una volta nella vita perché non bisogna mai smettere di sognare e volare con la fantasia di un bambino…

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