Un’antica città romana che emerge dalla sabbia. Visitare Jerash è un’esperienza da non perdere in un viaggio in Giordania
Non mi ricordo tanto del viaggio. E dire che stavo sempre con il viso attaccato al finestrino del minibus. Ricordo giusto terra piatta e brulla (tanta), deserto, casupole qua e là, aree di servizio, confuse in un flusso indistinto. Tutto nuovo e tutto così uguale. Oppure forse mi sono addormentato e ho sognato. Fatto sta che ricordo solo lo squallore della dogana al confine fra Israele e Giordania. Filo spinato, cancelli in ferro e tute mimetiche dei soldati, sorridenti, ma pur sempre soldati. E poi le lunghe attese, i timbri, il cambio valuta che ti lascia sempre un po’ perplesso. E così mica te l’aspetti quando poco dopo arrivi a Jerash e ti trovi a camminare in una città romana mentre ancora cerchi di capire se la quantità di dinari che ti trovi in tasca è giusta.
Jerash è bella. Uso una parola semplice per dire che è spettacolare, luminosa, sorprendente, evocativa. Ti accoglie con una grande porta ad arco, dietro alla quale si scoprono strade, colonne, capitelli e un’ampia piazza ellittica che riflette la luce del sole con una tonalità gialla, brillante sotto a un cielo che più azzurro non si può. E dietro c’è uno sfondo spiazzante: un ammasso di case affastellate le une sulle altre che ricoprono una collina, con l’effetto che le antiche colonne risaltano ancora di più.
Questo sfondo è la città moderna, una distesa sgraziata di abitazioni che potrebbero essere ovunque in Medio Oriente. Ma la sua vista non disturba, anzi, completa la storia di Jerash, che fu tragicamente distrutta da un terremoto nell’ottavo secolo e poi dimenticata per mille anni sotto la sabbia. La vita oggi continua, cambia forma: le città si trasformano e questa è solo un’altra fase. Certo, è probabilmente molto meno ricca di un tempo. Ma le storie che qui si intrecciano forse non sono molto diverse: amori, speranze, dolori, morte in un ciclo che continua a ripetersi.

Arco a Jerash. Come si può notare dai diversi colori, diverse pietre sono state aggiunte durante i restauri, in maniera però corretta (foto di Patrick Colgan, 2016)
Chissà com’era questa città ai confini dell’impero poco meno di duemila anni fa. Città di commercianti, di esuli, di militari. In Grecia, in Italia capita a volte di trovarsi fra poche pietre. E di commuoversi, perché Micene o il Foro evocano storie che conosco, che mi hanno appassionato anche se resta pochissimo. Qui non so niente, le storie di queste regioni dell’impero erano sempre ai margini sui libri di storia del liceo: erano nomi sulle cartine, Bitinia, Frigia, Siria. Eppure qui c’è tanto, c’è una città. E posso provare a immaginare.
Ma quando si arriva nel teatro l’immaginazione non serve davvero quasi più. Negli ultimi duemila anni non deve essere cambiato molto: le gradinate, gli ingressi, le decorazioni, è tutto presente. E poi c’è anche lo spettacolo. Quello che va in scena oggi sembra uscito dalle pieghe di una commedia di Aristofane fra le più bizzarre e surreali. Tre musicisti suonano cornamuse e percussioni intonando musiche locali e standard occidentali. Davanti a loro una suora che, incuriosita, si è avvicinata e scatta una foto. Non resisto e la scatto anch’io.
Visitare Jerash, informazioni utili
L’antica città di Jerash dista circa un’ora dalla capitale Amman. E’ detta la Pompei giordana per la quantità e qualità di edifici rimasti, anche se non fu sepolta da un’eruzione, ma distrutta da un terremoto nell’ottavo secolo, quando comunque era già in declino da almeno cent’anni.
Noi siamo arrivati, per una serie di motivi, con un tour organizzato partendo da Israele (ne scrivo nel post precedente) che comprendeva anche la capitale e Petra. L’ingresso costa 10 dinari, circa 12 euro.
Jerash ospita anche un famoso Festival delle arti. E nell’antico ippodromo (pesantemente restaurato) dove si svolgono rievocazioni con gladiatori ecc. Ci è stato detto che gli spettacoli erano stati sospesi ma che sarebbero ripresi, anche se non ho rammarico di non averlo visto.
In ogni modo lo sfondo di Jerash pare tipico della Giordania. Anche la cittadella di Amman offre un confronto simile fra antico e moderno. Giudicate voi.
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1 Commenti
Che meraviglia, tra i nostri sogni c’è lei la Giordania in particolare Petra <3
Ci auguriamo di visitarla presto.
A presto, fai bei viaggi!