Trekking in Giappone: sei itinerari

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No, non c’è il monte Fuji. Ma vi consiglio qualche altra passeggiata fra le montagne del Sol Levante: cinque trekking in Giappone per tutti i livelli di esperienza e preparazione

Il Giappone evoca spesso immagini di enormi città brulicanti di gente. Le grandi metropoli come Tokyo e Osaka sono certamente un aspetto del Paese ma in realtà il Giappone è prevalentemente montuoso, con paesaggi molto diversi e a volte unici: si va dai vulcani alle colline, per arrivare a catene dall’aspetto alpino. E poi le foreste, le foreste sono bellissime. E c’è una vasta rete di sentieri, spesso ben segnati e ben mantenuti, per tutti i livelli di difficoltà.

Fra camminare in Italia o Europa e in Giappone ci sono però alcune piccole differenze che ho imparato a conoscere:

  • Il trekking in Giappone non è per giovani. Gli under 30 sono decisamente una minoranza e tende a essere un’attività praticata da cinquantenni o addirittura da pensionati, spesso attrezzatissimi (di contro c’è anche gente che cammina solo con una fascia annodata in fronte e un bastone di legno).
  • E’ un’attività più popolare fra le ragazze. Per qualche motivo sui sentieri è più facile incontrare coppie di amiche che di amici.
  • Si fa amicizia rapidamente. E’ dura rompere il ghiaccio con i giapponesi, alle volte, specie se non si è al banco di un’izakaya dopo qualche bicchiere. Sui sentieri è molto più frequente inziare conversazioni.
  • L’attività vulcanica può rendere impraticabili i sentieri quindi vanno sempre controllate le ultime notizie sull’area. I giapponesi sono molto prudenti, ma in questo caso la prudenza è necessaria. L’improvvisa eruzione dell’Ontake (provincia di Nagano) nel 2014 causò 51 morti fra gli escursionisti.
  • Non è finita. Sul blog Ridgeline images trovate un post con qualche altra particolarità: 25 things I have learned hiking in Japan

1) Gli itinerari di pellegrinaggio del Kumano Kodo (Kansai)

Le risaie di Takahara
Le risaie di Takahara (foto di Patrick Colgan, 2018)

Siamo a sud di Osaka e questa è una rete di sentieri millineari che collegano santuari antichissimi, fra montagne, strette valli, foreste e sorgenti termali, uno dei luoghi dove è nato ed è ancora praticato lo Shugendo, la religione sincretica degli asceti di montagna. L’itinerario classico, il Nakahechi, è di quattro giorni e si dorme in ryokan e minshuku (cosa sono?) lungo la strada. L’area però è molto bella e non vi annoierete nemmeno restando sei giorni o una settimana. Ci sono itinerari più lunghi e complessi che collegano l’area con il monte Koya e con il monte Yoshino, vicino a Nara.

Trekking in Giappone: il Kumano Kodo
Trekking in Giappone: il Kumano Kodo

Difficoltà e durata: medio/bassa; Calcolate quattro-cinque giorni se volete fare tutte le tappe.

Curiosità: la rete di sentieri, templi e santuari è patrimonio Unesco

Da sapere: il Nakahechi non presenta difficoltà tecniche e si può fare tutto l’anno: il momento migliore va però da aprile a ottobre.

Post per approfondire: Come organizzare un trekking sul Kumano Kodo

2) Sentieri sulle colline di Kyoto

L’antica capitale sta purtroppo diventando molto turistica, ma riserva sorprese e scoperte a chi le dedica tempo. Uno dei modi per scoprire i suoi segreti è quello di camminare nelle sue meravigliose colline. Sono quei profili montuosi che si vedono per esempio dai ponti sul fiume Kamo e dei quali fanno parte le montagne orientali, Higashiyama, dove si concentrano alcuni dei tesori più preziosi della città.

monti e colline viste dal Kamogawa
monti e colline viste dal Kamogawa (foto di Patrick Colgan, 2015)

Ci sono alcuni bellissimi sentieri di un giorno da fare. Ve ne consiglio due: il primo, facilissimo e breve, va da Takao a Kiyotaki e poi può proseguire fino ad Arashiyama e al suo famoso bosco di bambù (questa parte è più impegnativa).

Sul sentiero fra Takao e Kiyotaki
Sul sentiero fra Takao e Kiyotaki (foto di Patrick Colgan, 2016)

L’altro sentiero è quello fra Kibune e Kurama (dove c’è anche un onsen!): la salita iniziale è ripida e faticosa, ma ne vale decisamente la pena.

Difficoltà e durata: facile; mezza giornata

Da sapere: entrambi i sentieri si possono fare tutto l’anno (io li ho fatti in inverno!)

⇒ Post per approfondire: da Takao a Kiyotaki e fra Kibune e Kurama

3) Shiretoko traverse (Hokkaido)

Per quattro giorni nebbia e maltempo hanno flagellato la penisola dello Shiretoko. Io ho visto altri orsi, cervi, cascate, laghi, ho vissuto giorni pieni e splendidi, ho visto i promontori galleggiare in un oceano di nebbia e ho provato uno strano sollievo quando ho capito che non avrei potuto più affrontare il lungo trekking che avevo pianificato (da Orizzonte Giappone)

Shiretoko
Shiretoko (Foto di Patrick Colgan, 2011)

Questa è la storia di un trekking che non ho mai fatto. Nebbia e pioggia mi hanno fatto desistere anche se avevo già qualche dubbio sulla possibilità di percorrere questo sentiero da solo per via della presenza di orsi, di passaggi difficoltosi (al limite dell’arrampicata) e del fatto che ero da solo: al tempo serviva un permesso speciale (che avevo) e in caso di infortunio avrei rischiato di restare bloccato).

Lo Shiretoko – parco nazionale e patrimonio Unesco – è una penisola vulcanica all’estremo nord est del Giappone con un’altissima densità di orsi. L’area è molto bella,selvaggia, piena di sorgenti termali (ci sono addirittura cascate di acqua calda) e ricchissima di fauna: oltre agli orsi, che si possono vedere anche con tour in barca lungo la costa, la zona è frequentata da molte balene.

Gli orsi: è meglio
vederli da lontano

Ci sono sentieri molto facili, come quello dei cinque laghi (a seconda della stagione si può fare in autonomia o con una guida) e itinerari di una giornata (come la salita al monte Rausu-dake, 1660 metri), ma il più affascinante è lo Shiretoko traverse, un sentiero di crinale che tocca varie cime e arriva fin quasi all’estremità della penisola.

Non è un sentiero facile: richiede due notti di campeggio in quota, capita di trovare neve anche in estate sul monte Rausu e la parte finale, quando si costeggia il cono vulcanico (attivo) dello Iozan è notoriamente difficile anche perché si rischia di perdersi, specie con visibilità ridotta (leggete questo racconto).

C’è la possibilità di farlo con guide esperte (costoso, anche se in gruppo il prezzo si riduce):  come questa o questa.

Shiretoko goko
Passeggiando fra i cinque laghi (foto di Patrick Colgan. 2011)

Difficoltà e durata: elevata (credo);  calcolate tre giorni (due notti sul sentiero in tenda).

Curiosità:  le cascate di Kamuiwakka-yu (alla fine del trekking) sono un posto pazzesco: un fiume caldo che scende dal monte Io, creando pozze dove si può fare il bagno. Da una decina d’anni la parte superiore, dove l’acqua è più calda, è interdetta per il pericolo di caduta di rocce. Ma è accessibile una pzza a circa 30 gradi.

Da sapere: Shiretoko traverse e salita al Rausu dake sono sostanzialmente percorribili solo a luglio e agosto e anche in quei mesi è possibile trovare neve. Ci sono difficoltà tecniche e presenza di orsi.Questo è un bel racconto (in inglese), pieno di foto.

Post per approfondire: Shiretoko, la terra degli orsi

Mappa del Giappone

4) Il sentiero Tenen a Kamakura

Qui siamo nell’antica capitale a un’ora di treno da Tokyo. Anche Kamakura, come Kyoto di cui abbiamo parlato prima, è una località frequentata da una folla di turisti. E anche in questo caso basta allontanarsi un po’ dai percorsi più battuti per ritrovarsi quasi soli e vedere tutto da un’altra prospettiva. Questo è un sentiero secolare che collega il tempio Zuisenji e il Kencho-ji, nel nord di Kamakura in un’oretta e mezzo di passeggiata, fra monti, boschi di bambù e splendidi panorami. C’è un po’ di salita ma ne vale la pena.

Difficoltà: facile; un’ora e mezza

Curiosità: la maggior parte dei viaggiatori fa il sentiero dal Kencho-ji (come me) ma ho letto un post in cui suggerivano il contrario, e mi ha convinto. Un ottimo post con tutte le indicazioni (in inglese). Kamakura ha molti altri sentieri

Da sapere: il sentiero si può fare tutto l’anno. Per arrivare allo Zuisenji, da dove si parte prendete il bus 4 dall’uscita est fino a Kamakura-gu (capolinea, circa 10 minuti): da lì seguite il ruscello per una decina di minuti per arrivare al tempio. L’alternativa è il bus 20 per Daitonomiya (8 minuti) e un quarto d’ora a piedi.

Post per approfondire: Kamakura in sei tappe

5) Da Magome a Tsumago (Nakasendō)

Trekking in Giappone: il Nakasendo
Trekking in Giappone: il Nakasendo (foto di Andy_King50, 2003, da Wikimedia Commons – licenza creative commons)

Un altro sentiero che ho studiato bene ma che poi non sono mai riuscito a fare. Stranamente, nonostante da anni Lonely Planet l’abbia incluso nelle cose imperdibili da fare in Giappone, lo fanno in pochi. Forse perché ci si deve allontanare un po’ dagli itinerari più classici e per arrivare bisogna prendere qualche bus.

Questo è un tratto dell’antica Nakasendō, l’antica via che collegava Kyoto e Tokyo attraverso le montagne dell’interno (l’altra era la Tōkaidō, che seguiva la costa del Pacifico, immortalata dalle opere di Hokusai). Era una via lunga oltre cinquecento chilometri, con 69 stazioni di posta. Questa strada è scomparsa, ma ne restano alcuni piccoli tratti e gli otto chilometri fra Magome e Tsumago sono fra i meglio conservati: per questo lo chiamano Nakasendo Trail.

Un antico trekking in Giappone... la stazione di Konosu-shuku sul Nakasendo
Un antico trekking in Giappone… la stazione di Konosu-shuku sul Nakasendo, di Keisai Eisen

L’itinerario si snoda per otto chilometri fra Magome e Tsumago, nella valle del Kiso.  Se si arriva entro le 11 all’ufficio del turismo si possono far trasferire i bagagli direttamente all’arrivo. Poi, generalmente, è consigliabile pernottare in un ryokan locale per completare l’esperienza. Per prenotarli potere usare servizi come quello di Travel Arrange Japan. A Magome un buon ryokan, mi dicono, è Tajimaya.

Questo invece è un video di Marchino in Giappone che mostra il sentiero

Difficoltà e durata: facile se non ha piovuto (altrimenti può essere scivoloso); da Magome a Tsumago è quasi tutta discesa, il percorso inverso è più duro; un paio d’ore, ma calcolate una giornata comprendendo le visite ai paesi

Come arrivare: la città più vicina è Nagoya. Le due stazioni dei treni più vicine sono Nakatsugawa (50′) e Nagiso (75′). Da lì si prendono dei bus che ci mettono rispettivamente 30 e 10 minuti.

Curiosità: Nella valle del Kiso si può visitare anche il bel castello di Inuyama, tesoro nazionale

Post per approfondire: In cammino fra Magome e TsumagoTrekking lungo l’antica Nakasaendo (dal blog Tradurre il Giappone)

6) Il Monte Unzen a Nagasaki (Kyushu)

Siamo nel Kyushu, l’isola più meridionale fra le principali del Giappone. E questo è un altro itinerario al quale ho dovuto rinunciare a causa del tempo avverso e del gelo in una giornata di fine inverno (a marzo) ma che avrei voluto fare. Il monte Unzen, a meno di un’ora da Nagasaki, è uno dei vulcani più pericolosi del Giappone: nel 1996 una sua eruzione investì l’abitato di Shimabara causando morte e distruzione.

La situazione, arrivando al passo Nita, era questa
La situazione, arrivando al passo Nita, era questa (foto di Patrick Colgan, 2018)

Però è anche un luogo di grandissima bellezza naturale e di impressionanti sorgenti termali, concentrate nel vicino abitato di Unzen Osen (su google maps si trova cercando Unzen hell), gli inferni, le sorgenti calde).

monte unzen
La funivia al monte Unzen (foto di 663 Highland, da Wikimedia commons, licenza creative commons 3.0 unported)

L’itinerario classico va dalla stazione superiore della funivia alla cima Fugendake (in circa un’ora). Se si vuole allungare il percorso si può fare tutto a piedi, imboccando il sentiero vicino alla stazione inferiore della funivia (lo riconoscete da un torii, un portale come quello dei santuari) e lo allungherete di una quarantina di minuti. Dalla cima si vedono il mare e l’Heisei Shinzan, la nuova cima creata durante l’ultima eruzione.

Potete poi completare la visita con un bagno in un onsen. A Shimabara c’è un museo dedicato all’eruzione del 1996.

Livello di difficoltà e durata: medio/basso (in base alle informazioni raccolte); massimo tre ore andata e ritorno

Curiosità: Da queste parti sono state girate parti del film Silence, di Martin Scorsese

Come arrivare: da Nagasaki, praticamente indispensabile l’auto

Post per approfondire (compresi gli onsen della zona): La penisola di Shimabara

Per continuare a camminare in Giappone

Il Giappone offre opportunità praticamente infinite: servirebbe un libro per citarle tutte e io mi sono limitato a qualche spunto basato sulle mie esperienze o su itinerari che ho preparato e che non sono riuscito a fare per cause di forza maggiore.

Fra i prossimi trekking che vorrei fare ci sono i sentieri del Daisetsuzan, un parco nazionale in Hokkaido, della provincia di Nagano e dell’isola di Yakushima, nel sud del Kyushu.

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7 Commenti

Carlo Possati Aprile 5, 2019 - 3:10 pm

Ciao Patrick,
leggo che hai nel mirino i sentieri del Daisetsuzan. La scorsa estate ne abbiamo fatti due con mia moglie e mio figlio e sicuramente te li consiglio perché la zona ci è piaciuta molto.
In particolare ti consiglio quello di Kogen Onsen https://www.japan-guide.com/e/e6781.html che sicuramente sarebbe meglio fare in autunno ma anche in estate ci ha regalato molte emozioni. Purtroppo a causa di un tifone di qualche anno fa non si riesce a fare il giro ad anello completo, ma a metà strada devi tornare indietro. Spero lo ripristino ma non sono riuscito a reperire informazioni a riguardo. I laghi però si vedono praticamente tutti lo stesso e se sei in zona ne vale sicuramente la pena. Noi in cima abbiamo trovato un ranger che era in osservazione degli orsi con un cannocchiale e in lontananza ce ne ha fatti vedere un paio… meglio vederli distanti perché per buna parte del percorso sei in mezzo alla vegetazione anche fitta e l’incontro ravvicinato non sarebbe piacevole.
Se un giorno lo farai mi farà piacere seguire il tuo racconto con un pizzico di nostalgia.
Le informazioni utili si trovano tutte in rete, ma se ti serve qualche suggestione sulla zona non esitare a chiedermi.

Grazie per condividere i tuoi viaggi e complimenti per i tuoi racconti.

Reply
patrickcolgan Maggio 2, 2019 - 9:51 am

Grazie per questo contributo! :) Non vedo l’ora di fare quei sentieri!

Reply
Paola Paccoi Settembre 20, 2018 - 12:59 pm

Dato che sto programmando il mio prossimo viaggio proprio in Giappone sicuramente non perderò l’occasione di considerare il tuo itinerario!

Reply
beatrice Settembre 11, 2018 - 11:28 am

Ciao,
sarei interessata anche io allo Shiretoko Traverse, mi tenete aggiornata se organizzate un gruppetto?

grazie!

Reply
Simona Settembre 10, 2018 - 6:39 pm

Patrick… questo articolo è una meraviglia.
Ammetto, sono di parte, ma tu non sai quanto io sia alla ricerca di simili articoli e ti ringrazio!
Ci rifletterò decisamente su e magari ti proporrò di fare in GRUPPETTO (no, da solo secondo me proprio no) per il Shiretoko traverse (Hokkaido) che mi sembra davvero pazzesco ahahah :)
Ma anche quello che hai fatto quest’estate mi attira eh… mmmm
Che meravigliose indecisioni!

Reply
patrickcolgan Settembre 11, 2018 - 9:15 am

Grazie! Ne sono felicissimo, non nascondo che uno spunto me lo avevi dato proprio tu nei mesi scorsi quando mi avevi detto che non avevi mai immaginato il Giappone come una destinazione per camminare.
Sarebbe bellissimo fare un gruppo per lo Shiretoko Traverse, quel sentiero immaginato a lungo (con un po’ di giustificato timore) e poi svanito nella nebbia e nella pioggia, con un po’ di inaspettato sollievo da parte mia perché non ero sicuro di essere in grado, è rimasto lì, fra le cose che vorrei fare. Seriamente, ci si può pensare davvero!
Un saluto, a presto!

Reply
Eidoboy Settembre 10, 2018 - 5:10 pm

La Nakasendo l’ho fatta a piedi da Nagiso a Nakatsugawa, assolutamente consigliato fare almeno il tratto citato nell’articolo. Se fatta d’estate portate con voi una buona scorta d’acqua. Il Tajimaya è veramente super per il pernottamento e Magome la sera è incantevole

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