The dark side

di Patrick Colgan

Scrittori italiani e americani insieme, occasione rara, quasi unica. Massima libertà, si potrebbe dire che il sottile filo conduttore sia cromatico. Ci sono il ‘nero’, il ‘giallo’, il ‘rosso’ (sangue). Ci siamo capiti, insomma. Si parla di paura, di mistero, di thriller, di noir.

Roberto Santachiara ha messo assieme alcuni fra i migliori nomi italiani e americani per questa raccolta di racconti brevi ‘The dark side’. Davvero. King, Ellroy, McBain, Deaver, Toole da una parte, Lucarelli, Baldini, De Cataldi, Wu Ming e mi fermo qui.

La breve distanza non è una forma che mi piaccia particolarmente. Si gioca quasi tutta sulla trovata, l’idea ‘fulminante’, il ko violento: io amo i fiumi di parole, le derive, i romanzi di 500 pagine. Così un intero libro di racconti brevi non è che mi faccia fibrillare. Ma non è questo il problema di The Dark Side. E’ la qualità dei racconti , assai disomogenei, fra l’altro. Insomma, non ho trovato molto di memorabile e molto mestiere, poco di più.

Brilla Lucarelli e ambienta un giallo in un luogo insolito per preoccuparsi di un omicidio: un campo di concentramento. E pure Ellroy brillerebbe se non avesse già scritto “I miei luoghi oscuri” e tornasse qui a frequentarli per omaggiare Wambaugh. Glielo perdono, ma sono di parte perché amo quasi tutti i suoi libri. Ok Rigosi, Toole, Deaver, carino quello di McBain (cortissimo!) e anche Stephen King si fa leggere. Ma nulla più del compitino.

Divertente l’idea dei Wu Ming (protagonista Errol Flynn!), e pure quella di Silverberg con cloni di ‘uomini straordinari’ che fanno i terroristi, ma entrambi fuori tema. Perché al di là delle prefazioni, un tema c’è, si chiama ‘The dark side’ o no questo libro?. Il racconto di Silverberg poi l’ho trovato bruttino. Crumley ci regala una delle storie più deboli di Sughrue. Baldini traccia un’affascinante ambientazione nella campagna italiana del dopoguerra, ma la sfrutta molto molto banalmente. Poco da segnalare, insomma… peccato.

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0 Commenti

Peter Novembre 19, 2006 - 11:30 am

peccato per crumley, che stimo.
simona vinci invece può scrivere quel che vuole, bella com’è… :-)

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