Sei templi che amo a Kyoto

di

Quali templi visitare a Kyoto, una città che ha migliaia di luoghi sacri? Qualche proposta di luoghi meno conosciuti

Amavo i luoghi silenziosi di Kyoto, i luoghi che contenevano il mondo intero in un attimo senza vento. Dentro i templi, la Natura tratteneva il respiro. Tutto il desiderio veniva messo a riposo nell’immobilità e distillato in una pura semplicità

(Pico Iyer, ‘Video night in Katmandu’, traduzione mia)

Kyoto è’ la città dove mi sono innamorato del Giappone, dove avevo previsto di restare tre giorni e ne rimasi il doppio. L’ho vista cambiare, trasformarsi con l’aumento del turismo negli anni prima della pandemia. Non erano i templi millenari, il loro aspetto a mutare a causa dell’impatto di un numero eccessivo di visitatori, ma soprattutto la loro atmosfera, il suono, che però è tutto. Ma Kyoto non l’ho mai persa, l’ho sempre ritrovata. Perché esplorando, cercando quella ‘magia’ e quella bellezza e il filo di una storia antica mai interrotta, li ho sempre ritrovati.

Kyoto è una città che può essere sfuggente o addirittura respingente – come molti luoghi turistici – che si apprezza davvero solo con tempo e costanza. E allora vi invito a esplorarla, scoprendo anche questi luoghi meno conosciuti.

Nota: Ovviamente ci sono anche i templi più celebri, ma quelli sono già in tutti gli itinerari (e ne ho scritto nella mia guida a Kyoto).

1. Tempio Honen-in

zona: Higashiyama nord. Hōnen-in

Il portale rustico del tempio Honen-in è quello che subito ne definisce la particolare atmosfera.

Il portale dà al tempio l’atmosfera di un eremo, del luogo di ritiro di un saggio. Quando sei passato attraverso il portale, anche se all’interno ci sono caratteristiche splendide come giardini di sabbia rialzata o strutture storiche, il vero segreto del tempio resta il portale.

(Alex Kerr, Another Kyoto – traduzione mia)

E in effetti il tempio, la cui fondazione risale al 1680, ricorda la presenza di un eremo: nacque sul luogo dove si trovava la capanna di Hōnen, un importante monaco vissuto fra XII e XIII secolo, fondatore della setta Jōdo-shū.

Un paradosso di questo tempio è che è visitato pochissimo, nonostante sia lungo uno dei percorsi più belli (e frequentati) della città, il Sentiero del Filosofo. E un altro paradosso è che è un luogo da visitare anche se negli edifici del tempio non si può entrare che due volte l’anno, per periodi brevissimi (dal primo al sette aprile e dal primo al sette novembre).

Poco importa perché la magia del luogo non è negli edifici, ma nel giardino e nel contesto: una volta attraversato il portale si passa fra due singolari rilievi di sabbia (Byakusadan) con funzione purificatrici, e si entra in uno dei giardini più belli della città, a ridosso del monte boscoso. C’è un giardino di muschio, un laghetto con carpe. 

Qui vicino è sepolto in un piccolo cimitero lo scrittore Jun’ichirō Tanizaki.

Il tempio si trova nella zona di Higashiyama nord e quindi la visita è facilmente abbinabile, per esempio, con il Padiglione d’argento.

2. Shoren-in

Zona: Higashiyama sud. Shōren-in

Anche qui allo Shoren-in, l’ingresso è spettacolare, con due enormi alberi di canfora che sorvegliano l’ingresso. Si dice che abbiano quasi mille anni. Secondo la leggenda li avrebbe piantati addirittura il celebre monaco Shinran. Di questo tempio amo particolarmente il giardino a ridosso delle splendide colline di Higashiyama, che ha assunto la forma attuale nel sedicesimo secolo. Si passeggia fra muschi, alberi, azalee e bambù, intorno a un laghetto progettato dal maestro Sōami. La sua bellezza è al massimo in autunno inoltrato, quando le foglie rosse contrastano con il verde intenso.

L'ingresso dello Shoren-in
L’ingresso dello Shōrenin (foto di Anne Guilloret, da Flickr – licenza creative commons)

La particolarità di questo luogo è la grande tranquillità: come bellezza non ha nulla da invidiare ad altri templi, ma è davvero poco visitato (anche perché è accanto al più noto Chion-in).

Il giardino del tempio Shorenin – foto da Flickr, di Quirkyjazz – licenza creative commons
Shoren-in, il laghetto
Il laghetto dello Shoren-in (foto ©Christian Kaden  www.JapanKyoto.de – da Flickr )

La storia del tempio è particolare: nasce anticamente, nel dodicesimo secolo, come residenza di un figlio dell’imperatore. E forse è anche per questo che, nonostante sia stato molto cambiato nell’arco di mille anni (subendo distruzioni e riduzioni) ha mantenuto un aspetto meno austero. Il legame con l’imperatore è stato però duraturo: tempio della setta Tendai, ha la particolarità (condivisa con il Sanzen-in) che un tempo vi erano posti a capo monaci della famiglia imperiale.

Shoren-in, Kyoto
Il giardino dello Shoren-in, Kyoto (foto di Patrick Colgan)

Un mio video nel giardino

In alcune occasioni, in particolare in autunno, il tempio apre in orario serale con un’illuminazione che ne esalta la bellezza. Al tempio è anche possibile assistere a una cerimonia del tè, in alcuni periodi dell’anno.

3.Tempio Sanzen-in a Ohara

Zona: Ōhara, a nord-est di Kyoto

Tempio Sanzenin
Tempio Sanzenin (foto di Patrick Colgan)

Anche i corvi
sono belli
nel mattino di neve

(Basho)

Alle volte mi racconto che è qui che mi sono innamorato definitivamente del Giappone. Cadeva una neve leggera e Ohara, un piccolo villaggio rurale fra le montagne a nord di Kyoto, era gelido, deserto e coperto da un sottile velo bianco. Arrivare non era stato facile. Era il mio primo viaggio e tutto era strano, alieno, irreale. E forse c’è anche un po’ di questa emozione mescolata ai ricordi della visita al tempio Sanzen-in in una fredda giornata di gennaio.

Al di là dell’emozione di quel giorno, il tempio è davvero speciale e ha una storia molto antica. Fa parte della setta buddhista Tendai e fu fondato nientemeno che dal monaco Saichō (un personaggio molto importante) nell’804. Gli edifici attuali sono molto più recenti e disposti in una grande area, ma la grande bellezza del tempio sta in realtà nel suo giardino. Prima lo si ammira dall’interno, perché è anche dalle diverse prospettive che si può apprezzare la sua bellezza. La sala principale si affaccia infatti sul padiglione Ojo Gokuraku-in, il tempio più antico del complesso (l’edificio attuale risale al 1143) che custodisce una statua del buddha Amida. Un angolo dell’antica Heian.

È un panorama armonioso che combina la struttura costruita dall’uomo con un delicato tappeto di muschio e alcuni alberi. Poi si esce all’esterno nel grande, meraviglioso giardino disseminato di statue, alcune delle quali sbucano scherzosamente dal muschio. E poi si incontrano lanterne, fonti, corsi d’acqua che rappresentano, nelle intenzioni, il mondo intero. 

Pare che il giardino sia splendido d’autunno quando si tinge di rosso. Ma quelle immagini del giardino innevato sono indimenticabili e non riesco a immaginarlo più bello di così.

Kyoto, il tempio Sanzen-in
Dal post Tre templi da vedere a Kyoto
(foto di Patrick Colgan, 2011)
Giardino del tempio Sanzen-in, Kyoto
Giardino del tempio Sanzen-in, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2011)

Oltre al tempio: L’accesso al Sanzen-in è pieno di negozi per i pellegrini, dove acquistare alcuni souvenir. A Ohara c’è anche un altro tempio interessante, lo Hosen-in (dove si trova uno dei celebri ‘tetti insaguinati’, realizzati con assi di legno provenienti dal castello di Momoyama). Un alloggio con un piccolo, splendido onsen davanti al bosco è a Ohara no sato.

Come arrivare: A Ohara si arriva in circa 50 minuti con bus che partono dalla stazione di Kyoto

4. Tempio Gio-ji ad Arashiyama

Zona: Arashiyama. Giō-ji

gio-ji, arashiyama
Il Gio-ji in autunno, foto di Terada Tetsuhiro, da Flickr – licenza creative commons

Il tempio immerso nel bosco sembra emergere da un passato ancestrale, pare tutt’uno con la foresta, con il muschio che lo circonda. Al tempio Gio-ji (祇王寺, si legge Ghiō-ji) la natura è stata modellata dalle mani dagli uomini in maniera così decisa e sapiente da sembrare che nessuno la tocchi da millenni: nei giardini di muschio, l’imitazione della natura giunge all’idea stessa di bosco. Questo è uno di quei posti dove la natura – per rifarmi alla citazione di Pico Iyer all’inizio del post – sembra davvero trattenere il respiro in un attimo infinito. Anche perché in questo angolo sereno ai margini di Arashiyama, sono in pochi a spingersi e ci si può fermare a contemplare in silenzio. Ne vale la pena.

Giardino di muschio, Gio-ji
Giardino di muschio, Gio-ji

La storia del tempio è travagliata e l’attuale edificio – anche se sembra antichissimo – è del 1895 ma il luogo è sacro da quasi mille anni e tombe, statue e lanterne in pietra sono molto antiche. Toccante la leggenda collegata al tempio, che è narrata nel poema epico ‘Storia degli Heike’ (Heike-monogatari) del quattordicesimo secolo. Gio era una danzatrice innamorata di Taira no Kiyomori, il capo del clan Heike. Quando lui le preferì un’altra danzatrice, Hotoke-Gozen, lei si ritirò nel tempio con la sorella e la madre. Poco dopo furono raggiunte da Hotoke-Gozen che sapeva che anche lei sarebbe stata abbandonata, un giorno.  Le loro statue sono ora conservate nel tempio. La parte più bella è però il giardino, che ospita 18 tipi diversi di muschio.

Gio-ji, alcuni dei muschi presenti nel giardino (foto di Patrick Colgan)

Dopo il tempio: Arashiyama è un luogo di grandissima bellezza e non è esattamente uno dei luoghi meno conosciuti di Kyoto. Molti però la conoscono solo per la foresta di bambù, ma ci si potrebbero tranquillamente passare due giorni senza annoiarsi mai (qui la mia guida ad Arashiyama). 
Dopo il tempio suggerisco di fermarsi da Yoshimura per una scodella di Udon, freddi o fumanti a seconda della stagione, specie se sono disponibili i tavoli con vista sul fiume.

Yoshimura Arashiyama
Vista impagabile da Yoshimura (foto di Patrick Colgan)

5. Tempio Daisen-in all’interno del Daitoku-ji

Zona: Kyoto nord

Daitoku-ji (foto di Patrick Colgan)
Daitoku-ji (foto di Patrick Colgan)

Io sono vivo!

Questa e’ la mia migliore occasione,
ogni giorno della vita è un allenamento,
un allenamento per me stesso,
anche se il fallimento è possibile,
vivendo ogni giorno ed ogni momento
con la stessa attitudine verso ogni cosa,
pronto per ogni evenienza.
Io sono vivo,
io sono questo momento,
il mio futuro è qui e ora,
per cui, se non posso provare oggi,
dove e quando lo farò?

(Soen Ozeki, monaco del tempio Daisenin)

È possibile commuoversi davanti a una distesa di ghiaia e di pietre? Non era il primo giardino di pietra zen che visitavo e forse non il più bello, ma la risposta l’ho trovata al tempio Daisen-in (大仙院). Il giardino rappresenta il flusso della vita, circolare come un fiume che sfocia in un grande oceano al quale tutta la vita appartiene. A risvegliarci dal momento di paralisi ci pensò la risata di Soen Ozeki, sorridente e gioviale, anziano monaco a capo del tempio. Divulgatore dello zen in libri e televisione, ora si è ritirato al Daisen-in dove si dedica alla poesia e conversa volentieri con i visitatori. Poliglotta, parla un italiano sorprendente.

Soen Ozeki
Soen Ozeki, abate del tempio Daisenin

Il tempio, risalente al 1501, fa parte dei 22 del Daitoku-ji (大徳寺) , un grande complesso cinto da mura della scuola Rinzai del buddismo Zen, fondato nel 1314. Per non disturbare la meditazione e la vita del tempio, ogni giorno solo sette templi sono aperti alle visite, a rotazione. Camminare per il grande, labirintico complesso, intravedere la vita dei monaci e scoprire meravigliosi giardini zen dietro a un muro è come svelare un segreto ben nascosto. Specie quando i turisti sono pochi (e non è fra le mete più frequentate di Kyoto). Le foto all’interno del Daisenin sono vietate. E anche per questo ne metto poche, perché credo vada scoperto sul posto.

800px-Daisen-in
L’ingresso del tempio Daisen-in
(da Wikimedia commonscc attribution share alike)
Daisenin
Il grande oceano – Tempio Daisen-in
(da Wikimedia commons, Ivanoffwiki cc attribution share alike)

Dopo il tempio. Io ho una passione per gli onsen, le terme giapponesi. Il tempio Daitokuji è abbastanza lontano dal centro. Ma è vicino a uno dei migliori bagni pubblici della città. Secondo google maps ci vogliono infatti appena 11 minuti a piedi per raggiungere il Funaoka Onsen, famoso per le sue acque caldissime (non davvero termali) ma anche per le angoscianti scene di guerra di inizio ‘900 ritratte nelle decorazioni in legno intagliato. Tatuaggi accettati, ne scrivo anche qui assieme a una piccola guida a onsen e bagni pubblici

Come arrivare: il tempio è a circa un quarto d’ora a piedi dalla stazione Kitaoji, sulla linea Karasuma

6. Kurama-dera

Zona: fra le colline a nord di Kyoto

Il panorama dal monte Kurama
Il panorama dal monte Kurama, clicca per ingrandire (foto di Patrick Colgan, 2015)

Il tempio di Kurama (Kurama-dera) è il punto di partenza o di arrivo di una splendida passeggiata fra le colline di Kyoto, luoghi che mi emozionano profondamente e che sono fortemente legati alla città. Non andatevene da Kyoto se non siete stati fra le sue colline.

E solo facendo il cammino fra Kibune e Kurama si potrà apprezzare pienamente il tempio. Anche se si tratta di un luogo piuttosto particolare, a partire dagli aspetti religiosi. La principale divinità venerata da queste parti – assieme a Kannon e Bishamonten – è Maōson, giunto dal pianeta Venere sul monte Kurama sei milioni e mezzo di anni fa (una trattazione più completa la trovate qui su Vadoingiappone), come racconta il foglietto in inglese distribuito alla partenza del trekking.

Il tempio, fondato nell’ottavo secolo, è comunque piuttosto bello e offre uno splendido panorama sulle colline. Accanto c’è anche un grande albero sacro, cinto da una fune shimenawa.

Albero con una fune shimenawa sul Monte Kurama
Albero con fune shimenawa sul Monte Kurama (foto di Patrick Colgan)
L'ingresso del Kurama-dera (foto di Patrick Colgan)
L’ingresso del Kurama-dera (foto di Patrick Colgan)

Come arrivare: si parte da Demachiyanagi, fermata della metro nel nord di Kyoto. Da qui si prende il trenino della bella ferrovia Eizan che arriva fino a Kurama. Per salire al tempio c’è la possibilità di usare una funicolare. Più informazioni le ho scritte nel post dedicato alla passeggiata fra Kibune e Kurama.

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2 Commenti

Rolando Marzo 12, 2021 - 12:53 pm

Grazie di cuore Patrick per queste mete fuori dagli itinerari usuali. Credo che in molti se si riprenderanno i viaggi, opteranno per i giardini meno affollati e gli itinerari defilati. Terrò il tuo post nella mia cartella Viaggio futuro in Giappone con l’auspicio che venga presto l’autunno adatto alle scoperte post covid. Hai qualche luogo segreto per Osaka dove abbiamo qualche amico che ci aspetta da tempo. Rolando

Reply
Patrick Colgan Marzo 28, 2021 - 4:54 pm

Ciao, innanzitutto grazie! :)
Spero davvero che questi itinerari possano risultare utili! Su Osaka qualcosa scriverò ma ti consiglio https://osakaeru.com/ e l’account social Lamiakyoto … entrambe vivono a Osaka e ne scrivono spesso!

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