Tel Aviv, la città dove non lavora nessuno

di Patrick Colgan

Una città dove tutti sembrano estremamente rilassati. Qualche parola e qualche foto per raccontarne l’atmosfera. E qualche consiglio su cosa fare a Tel Aviv

La prima sera a Tel Aviv

“Sembra che non lavori nessuno, vero?”. Naturalmente non è proprio così,  in questa città israeliana dolcemente epicurea, affacciata sul Mediterraneo e scaldata da un clima benevolo, lavorano in tanti. Anzi chi sta qua dice che è una città molto competitiva, spietata e anche stressante. Ma la frase della nostra amica, che a Tel Aviv vive (e lavora), metteva assieme in un colpo solo i tanti piccoli pezzi di un puzzle che avevamo raccolto al sole di fine ottobre e non sapevamo riassumere.

Avevamo alcune immagini in testa, come la bella spiaggia sempre affollata e i locali e i caffé pieni a tutte le ore su Sheinkin, l’ex via ribelle della città. Ai tavolini, persone di ogni età e incredibilmente belle, alternative e alla moda che chiacchieravano rilassate, mentre addentavano piatti vegani. Tutte cose che facevano sembrare l’Italia e Bologna datate, vecchie, povere. E piene di persone affaticate e impegnate in cose di poco conto, come lavorare.

Poi c’erano quei ragazzi atletici che saltavano sulle onde con il loro kite surf, oppure correvano a tutte le ore sul lungomare, anche quando scendeva il buio. Forse erano gli stessi che si sarebbero poi tuffati nella notte animata fino a tardi, avrebbero affollato i bar e i ristoranti nuovi e cool dove o-prenoti-o non-entri oppure quelli vecchi, tarlati e pieni del fascino dipinto dagli anni. Tutte cose che ti facevano pure sentire un po’ in colpa per essere andato a letto a mezzanotte. E, insomma, in quella frase disegnata mentre eravamo seduti al Port Said – un movimentato tapas bar, sommessamente hipster e stipato di vinili –  c’era molto di falso e molto di vero.

#telAviv – golden hour

Una foto pubblicata da Patrick Colgan (@colgan78) in data:

A Tel Aviv tutti corrono, a tutte le ore

A Tel Aviv tutti corrono, a tutte le ore
(n.b. per fare un esperimento ho scattato tutte le foto con lo smartphone)

Perché Tel Aviv è una dimensione a parte, un altro Paese rispetto a Gerusalemme e al resto d’Israele. E per questo richiama studenti, ragazzi che hanno appena finito il lungo servizio militare e si vogliono prendere un periodo di pausa o un intero anno sabbatico. Chi ha sufficienti risorse e spirito d’avventura parte per un lungo viaggio. Gli altri, invece, vanno a Tel Aviv. Altri ancora studiano, qua. E infine c’è chi lavora nei tantissimi locali notturni, nei bar, nei ristoranti e magari il pomeriggio lo passa in spiaggia o al caffè. Tutto questo dona una strana atmosfera a gran parte della città, almeno agli occhi di un viaggiatore.

C’è un’atmosfera tollerante, creativa e rilassata, che fa dimenticare che è un Paese comunque particolare, i soldati armati alla stazione del bus o le ragazze in divisa (mi restano in testa soprattutto loro) che rientrano a casa dopo la giornata in caserma. Un’atmosfera che fa dimenticare anche i tanti attentati che l’hanno colpita in un passato non così lontano e che le hanno incollato ricordi dolorosi, che ancora faticano a sbiadire, specie nella mente di chi non è mai stato in questa città.

Piazza Bialik a Tel Aviv

Piazza Bialik, di Yoav Lerman
(da Flickr – creative commons attribution non commercial)

Cosa fare a Tel Aviv? La spiaggia e il mare sono splendidi

Cosa fare a Tel Aviv? La spiaggia e il mare sono splendidi, per esempio.
I palazzacci un po’ meno (foto di Patrick Colgan, 2013)

 Musica su Rothschild a Tel Aviv

C’è musica su Rothschild

Stencil su Sheinkin: I love Riesling

Stencil su Sheinkin: come non essere d’accordo?

Un po’ di cibo a Tel Aviv

Mangiare è fra i grandi piaceri della città, sicuramente. Anche quando si sceglie di spendere poco, per un hummus (sorta di salsa a base di ceci, dai lo conoscete) o un labaneh (una specie di formaggio/yogurt che si mangia col pane).

IMG_20131023_143754

Dai cibi più semplici come questo Labaneh con pomodori, a quelli più elaborati,
la città è un paradiso per i vegetariani (foto di Patrick Colgan)

cosa fare a Tel Aviv? Mangiare per esempio. Colazione al cafè Bialik

Cosa fare a Tel Aviv? Mangiare per esempio. Eccellente colazione (vegetariana) al cafè Bialik

Le strade di Tel Aviv

Ma non è solo l’atmosfera a rendere speciale la città. Tel Aviv, anche se è una stramba accozzaglia di stili messi assieme in modo un po’ disordinato che raccontano la sua storia, densa ma abbastanza breve (XIX secolo): Tel Aviv è bella. A suo modo. C’è il lungomare, brutto, con i profili dei grandi alberghi che incombono sulla spiaggia e il mare cristallino. E poi ci sono dei quartieri pieni di case un po’ vecchie e sciupate che raccontano storie differenti.

Da qui, un po’ all’improvviso, prendono vita larghi viali alberati attraversati da piste ciclabili e accompagnati da belle case Bauhahus, con le loro forme regolari e le vetrate luminose. Ci si imbatte nell’animata via Sheinkin quasi per caso, seguendo il flusso del passeggio. E si scoprono il piccolo parco, i tavolini all’aperto, le panchine ‘per due’ e le file di vetrine eleganti e posti rimasti sempre uguali, come il caffè Tamar, che hanno visto questa strada cambiare pelle più volte.

Si sbuca poi nella perfezione fuori dal tempo di piazza Bialik prima di arrivare in affascinanti angoli più moderni, come piazza Habima: il teatro e l’auditorium si affacciano su un giardino urbano che è una piccola oasi di colori nella città, oltre che – se fai attenzione – una piccola sintesi della natura di Israele. E’ bello scendere i gradini di legno, sedersi. E scoprire che solo lì, in quei pochi metri quadrati, si sente un leggero sottofondo di musica classica: è una specie di segreto che si condivide con chi è seduto dall’altra parte di quest’angolo verde.

Habima square, Tel Aviv

Habima square (foto di Patrick Colgan)

IMG_20131024_211204

Habima square, by night (di Patrick Colgan)

Le uniche cose che ti fanno rabbia, quando sei a Tel Aviv, e incrinano la rilassatezza che sembra permeare questa città, sono il non aver abbastanza tempo per restarci. E il non avere abbastanza soldi. Perché Tel Aviv è una città cara, carissima. Ma se la strategia di sopravvivenza è affidarsi all’economico hummus che si gusta per esempio nel quartiere yemenita, ai falafel o andare a mangiare le superbe pita di Miznon spendendo appena qualcosa di più, mi adeguo volentieri.

falafel

Si dice… verde come un falafel? Kalboni, nel pieno del mercato, è consigliatissimo!

I free walking tour a Tel Aviv

Un buon modo per scoprire la città e la sua storia è un free walking tour. Fra i più interessanti ci sono quelli organizzati dal Comune. Per esempio quello del sabato mattina che racconta la storia della città.

Come arrivare a Tel Aviv

Io ho volato con la compagnia turca Pegasus, da Bologna (per il Guardian la compagnia più low cost al mondo) con scalo all’aeroporto Sabiha Gokcen di Istanbul. Si trovano voli andata e ritorno da circa 200 euro.

Pegasus ha aerei nuovissimi e offre un servizio eccellente. L’unico appunto è che i pasti sono a pagamento, cari e di qualità non eccelsa, e che il Gokcen è forse uno dei meno comodi al mondo per il transito come servizi ai viaggiatori. Ristoranti e caffè carissimi, wi-fi a pagamento e… nemmeno una libreria! Per fortuna le soste sono state brevi e le formalità abbastanza rapide.

Si trovano però ottime offerte, a volte anche più economiche, con Turkish e Alitalia.

L’aeroporto di Tel Aviv

All’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv le formalità di ingresso sono generalmente abbastanza rapide all’arrivo, ma  più lunghe e complesse al ritorno. E per ovvi motivi di sicurezza i controlli sono fra i più accurati al mondo (è consigliato essere in aeroporto tre ore e mezza prima!). Vengono spesso ispezionati i bagagli del check in e gli addetti fanno molte domande, anche personali, per cogliere contraddizioni o particolari sospetti. E’ un’esperienza anche questa, che dire.

Dall’aeroporto, che è sulla strada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, si arriva a Tel Aviv  in treno (il mezzo più rapido ed economico, ma la stazione è un po’ fuori mano rispetto al centro). Oppure c’è il taxi con il prezzo fisso 170 shekel + supplemento bagagli, circa 40 euro. E’ molto conveniente se si è in gruppo. Ci vogliono una trentina di minuti, traffico permettendo. Anche se Gerusalemme è un po’ più lontana il taxi costa più o meno lo stesso.

Per andare in aeroporto, a meno che non viaggiate di notte, è invece molto consigliato lo sherut, taxi collettivo davvero molto comodo e più economico del taxi (60 shekel a testa). Dall’aeroporto, la prima volta, è forse un po’ complicato.

Dove alloggiare a Tel Aviv

Le possibilità di alloggio in città sono innumerevoli, dagli ostelli, agli appartamenti ai boutique hotel.

Vicino al mare

Il lungomare è pieno di grandi hotel, un tipo di sistemazione che non amo molto.  Se viaggiate al risparmio (ricordate che Tel Aviv è cara), ma volete stare vicino alla spiaggia, conviene alloggiare a qualche centinaia di metri. Un alberghetto senza pretese ma che corrisponde all’identikit dove ci siamo trovati bene è il Sun City Hotel, a pochi minuti a piedi dalla spiaggia.

Aloggiare più  in centro a Tel Aviv

Ci sono due posti dove però ci siamo trovati molto bene, un po’ più distanti dalla spiaggia: gli appartamenti di Dizengoff Sea Residence e il piccolo ma comodo Galileo Hotel, nel quartiere Yemenita. Posizioni e caratteristiche diverse ma entrambi posti con un ottimo rapporto qualità prezzo.

Volendo spendere di più (circa il doppio rispetto agli hotel appena menzionati) potete soggiornare in un edificio Bauhaus degli anni ’30 in posizione centralissima all’hotel The Rothschild 71.

A Neve Tzedek

Quartiere un po’ bohemien, un po’ borghese con negozi di abbigliamento e di arte, è pieno di fascino. Una delle zone più belle e caratteristiche di Tel Aviv, vicino a Jaffa. Anche qui si può alloggiare a prezzi moderati alla calorosa Rena’s house (o all’ostello Roger’s House). L’area però è davvero piena di sistemazioni di grande fascino (e anche molto costose).

Link utili su Tel Aviv:

Per continuare a leggere su Israele

L’ultima volta che sono stato a Tel Aviv l’ho anche usata come base per un tour di alcuni giorni in Giordania

Potrebbero interessarti

8 Commenti

Luke Ottobre 2, 2018 - 5:46 pm

Interessante il tuo Blog….ma una domanda: hai ma vissuto a Tel Aviv? Beh io si è ti rispondo che é tutt’altro una città rilassata e creativa. É una città provinciale e a dir poco sopravvalutata. Un saluto!!

Reply
patrickcolgan Ottobre 2, 2018 - 5:54 pm

No, non ci ho vissuto. Se hai letto il post in effetti racconto che è una semplice impressione da visitatore che ci è stato più volte e frutto di una conversazione con una persona che ci vive da sempre. Magari lo metto in risalto meglio. Un saluto!

Reply
Simone Ottobre 16, 2014 - 4:17 pm

Ciao Patrick! Complimentoni per il blog e per il tuo modo di scrivere… forse un giorno anch’io riuscirò a scrivere così…:-(
Ho visto che hai pubblicato un libro con la goWare, casa editrice che mi piace molto e che collabora molto con il mio blog fornendomi info su nuove uscite e materiale per le mie recensioni! Prometto di leggerlo appena potrò!
Tel Aviv! ah, ecco la città che più preferisco al mondo! Grazie per averne parlato. L’anno prossimo ho intenzione di iniziare un blog su Israele ed in particolare Tel Aviv, città che visito spesso! Il Giappone poi, mi attira molto, quindi….ti seguirò senz’altro! Complimenti!

Ciao

Simone

crazyaboutfiction.blogspot.com

@simonbug78

Reply
patrick Ottobre 17, 2014 - 4:12 pm

Grazie per essere passato e aver lasciato un commento! Spero che tu riesca a leggere il mio libro (immagino che tu ne abbia tanti ‘in coda), alla fine sono solo 70 pagine, si legge in una sera.
Tel Aviv è davvero una città sorprendente, bellissima. abbiamo splendidi ricordi e non vediamo l’ora di tornare.

grazie ancora, a presto!

ps verrò naturalmente a leggerti sul tuo blog, visto che sono un vero bibliomane :)

Reply
miprendoemiportovia (@miportovia) Settembre 16, 2014 - 4:09 pm

Ho letto con estremo interesse perché Tel Aviv è una di quelle città che adorerei visitare presto!

Reply
patrick Settembre 18, 2014 - 2:50 pm

E’ davvero una città molto interessante, mi ha fatto venire in mente San Francisco, o Reykjavik (stranamente). Rilassante, vivace, interessante ma anche per certi versi assurda. Cosa che si può poi dire anche di tutto un viaggio in Israele in un certo senso!

Reply

Lascia un commento

Consenso gdpr (alcuni dati verranno salvati al solo fine di tener traccia dei commenti stessi)