Da Swakopmund a Sandwich Harbour

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Namibia, due giorni sulla costa, dalla piccola, strana Swakopmund a Walvis Bay, poi a sud, fino alle spettacolari dune di Sandwich Harbour

“Arrivare a Swakop fuori della stagione turistica può essere inquietante” scrive la guida, e forse non ha tutti i torti. Si arriva dopo ore di strada nel nulla. E quando si entra nell’abitato le larghe strade semi deserte e i vecchi edifici coloniali tedeschi la fanno sembrare in effetti una sorta di spiazzante Norimberga sull’Oceano Atlantico, circondata da altissime dune. La città è strana, conservata immutata dai tempi del colonialismo, compreso un contestato monumento ai soldati tedeschi che repressero nel sangue la ribellione della popolazione locale.

Swakopmund è affascinante, anche bella, con le sue case a graticcio che richiamano un altro continente, un altro clima, è illuminata dal sole e si affaccia sul mare con grazia. Ma evoca sensazioni contraddittorie e verso sera diventa un po’ spettrale in bassa stagione. E dire che l’atmosfera che si respira è così diversa dalla dura Windhoek, la capitale, dove molte case, quelle di chi ha più soldi della media sono circondate da alti muri, recinti elettrificati, filo spinato, telecamere di sorveglianza che ai miei occhi fanno sembrare ogni abitazione un piccolo carcere.

Qui solo alcuni alberghi e il nostro ostello, il Desert Sky Backpackers, sono recintati. Gli stranieri significano soldi, ovviamente, e queste che mi sembrano piccole, cupe fortezze ricordano i problemi della Namibia, che ci sono, dietro a tanta bellezza che sta regalando questo viaggio.

Hohenzollern haus, Swakopmund
Hohenzollern haus, Swakopmund (foto di Patrick Colgan, 2017)
Swakopmund, Namibia
Swakopmund, Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)

Nella graziosa Swakopmund non c’è molto da fare per chi è di passaggio e non è di solito un male. Anzi.  A parte respirare l’atmosfera potete comunque camminare fra le strane case tedesche,  fare un giro al crafts market, osservare l’oceano dal molo e, soprattutto, cenare a The Tug, uno strambo ristorante realizzato dentro a un vecchio rimorchiatore portato a riva. Si mangia benissimo e il piatto forte sono il pesce e le ostriche, allevate in gran quantità nella vicina Walvis Bay. Ovviamente in pratica solo i turisti o i namibiani benestanti che vengono qui in villeggiatura possono permetterselo (e non sarà il ristorante più economico del vostro viaggio). Conviene andarci prima che faccia buio, per godersi il tramonto dal ponte della vecchia nave.

Hohenzollern Haus, Swakopmund - Namibia
Hohenzollern Haus, Swakopmund – Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)
Hohenzollern Haus, Swakopmund - Namibia
L’oceano Atlantico, Swakopmund, Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)
Il tramonto sull'Atlantico
Il tramonto sull’Atlantico (foto di Patrick Colgan, 2017)

Swakopmund è piacevole, ma l’impressione che sia in assoluto una città più rilassata e tranquilla forse è in parte sbagliata. Me ne sarei accorto pochi giorni dopo leggendo di un episodio nelle brevi di un quotidiano, elencato assieme ad altri incredibili, assurdi, brutali fatti di cronaca (tanti omicidi) accaduti nella Namibia più lontana dalle rotte turistiche: probabilmente negli stessi giorni in cui ero a Swakopmund un uomo era stato aggredito a Mondesa, la township ai margini della città di cui si rischia di dimenticarsi, e rapinato del telefono. Senza entrare nei dettagli più truci, quest’uomo aveva tentato di inseguire i ladri e loro gli avevano piantato un coltello in testa. Questa immagine mi avrebbe accompagnato per il resto del viaggio.

Verso Sandwich Harbour

Swakopmund ha 35mila abitanti. Fu fondata nel 1892 come porto tedesco, mentre la vicina Walvis Bay – 36chilometri a sud -, era quello britannico (un’enclave, di fatto). E’ la città principale della zona, molto più grande (circa il triplo) e trafficata di Swakopmund. Ha anche un aeroporto. Noi però a Walvis Bay siamo venuti solo per fare un giro organizzato (l’unico del viaggio): un’escursione in barca per vedere otarie e delfini. Poi andremo in fuoristrada a vedere la laguna e le altissime dune di Sandwich Harbour, una cinquantina di chilometri a sud al termine di una pista di sabbia percorribile solo con la bassa marea.

Per noi l’escursione organizzata è l’unico modo per raggiungere la località, visto che il tragitto è espressamente vietato dal nostro contratto di noleggio (e comunque non me la sarei sentita).

Fenicotteri a sud di Walvis Bay (
Fenicotteri a sud di Walvis Bay (foto di Patrick Colgan, 2017)
Le otarie di Walvis Bay
Le otarie di Walvis Bay (foto di Patrick Colgan, 2017)

L’escursione in barca è molto interessante e ci porta alla scoperta anche di navi e piattaforme davanti alla città, oltre che degli allevamenti di ostriche, ma la parte più bella della giornata è quella pomeridiana quando partiamo verso sud, con un piccolo gruppo a bordo di due Land Cruiser. Dopo aver ammirato i fenicotteri rosa pochi chilometri a sud di Walvis Bay, ci lasciamo la città alle spalle lungo una pista di sale, poi il fuoristrada scende sulla spiaggia, diretto sempre più a sud.

Le dune di Sandwich Harbour a picco sul mare

La zona di Sandwich Harbour è davvero una meraviglia. Quando arriviamo le altissime dune sono come immerse in una sottile nebbiolina che dà al paesaggio un aspetto etereo, come se fosse stato colorato a pastello. Giallo tenue e azzurro. Le montagne di sabbia scendono a precipizio sul mare, quasi avvolgendoci. E’ un paesaggio toccante e senza tempo. Impossibile non pensarci, al tempo, a tutto che torna polvere, sabbia. Forse è questo il panorama che si presenterà poco prima della fine del mondo?

Questi pensieri si dissolvono in fretta quando decido di salire su una duna, seguendo altri partecipanti all’escursione. Mi arrampico sulla parete di sabbia ripidissima, i piedi affondano fino alla caviglia nella sabbia e solo ogni due, tre passi trovo un punto di sabbia più compatta su cui salire più facilmente. Il caldo, la fatica, il respiro corto riempiono rapidamente la testa. Arrivo stremato. Ma il panorama dalla vetta non dovete perdervelo. Sarà una delle immagini indimenticabili del viaggio.

Le dune di Sandwich Harbour, Namibia
Le dune di Sandwich Harbour, Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)
Le dune di Sandwich Harbour, Namibia
Le dune di Sandwich Harbour, Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)
Sandwich Harbour, Namibia
Sandwich Harbour, Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)

[youtube=”https://youtu.be/4ieEfsLlQeo”]

Al ritorno i Land Cruiser prendono la via delle dune, dal momento che la marea si alza rendendo impraticabile la strada costiera. Il viaggio è spettacolare, ma simile a montagne russe (anche se non si guida in modo spericolato come a Dubai): se soffrite di mal d’auto vi consiglio di prendere qualcosa per prevenirlo. E di allacciare bene le cinture.

Informazioni utili:

Il fuoristrada della nostra escursione a Sandwich Harbour
Il fuoristrada della nostra escursione a Sandwich Harbour

L’escursione in giornata l’abbiamo fatta con Mola Mola e prevedeva la barca al mattino (con pranzo in barca a base di ostriche) e il fuoristrada verso Sandwhich Harbour al pomeriggio Il fuoristrada della nostra escursione a Sandwich Harbour (appoggiandosi a Sand Waves): si chiama ‘Marine dune day’.  Mi sento di consigliarla per quanto non arrivi effettivamente fino alla laguna.

Per la sola escursione a Sandwich Harbour ci sono altre compagnie, fra le quali la stessa Sand Waves. Mi avevano consigliato caldamente Turnstone (che fa l’escursione via terra più lunga e completa, di una giornata intera, fino alla laguna).

A Swakopmund abbiamo alloggiato al Desert Sky Backpackers, simpatico ostello con alcune camere private e due posti per campeggio (un po’ rumorosi, è sulla strada).

 
Fra le dune di Sandwich Harbour, Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)
Fra le dune di Sandwich Harbour, Namibia (foto di Patrick Colgan, 2017)

Post sulla Namibia

  1. La Namibia in auto – informazioni pratiche
  2. Le dune di Sossusvlei – viaggio a Sossusvlei e Dead Vlei
  3. Da Swakopmund a Sandwich Harbour
  4. In viaggio sulla Skeleton Coast
  5. Le incisioni rupestri di Twyfelfontein
  6. Nell’Etosha per vedere gli animali

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4 Commenti

Francesca Ottobre 18, 2018 - 5:07 pm

Bellissimo e utilissimo blog, per non parlare delle foto,stupende, vorrei un consiglio pratico, quali scarpe portare e cosa non dimenticare assolutamente in valigia, grazie in anticipo.
Francesca

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patrickcolgan Ottobre 19, 2018 - 4:57 pm

Ciao! Non mi dici esattamente in che periodo vai. In ogni modo io dico che non bisogna dimenticare un cappello – nei periodi più caldi il sole picchia – e una macchina fotografica perché il Paese è estremamente fotogenico come hai visto (ed è difficile fare davvero brutte foto). Come scarpe io ho utilizzato, e mi sono trovato molto bene, delle scarpe da trekking intermedie estive, di quelle ‘aerate’, ne producono dei modelli sia la Salomon che la Merrel fra le varie marche. Grazie per le tue parole e se hai altre domande sono qui! :)

Reply
Jasmine @ Questa Dolce Vita Blog Agosto 2, 2017 - 11:18 am

Sono andata in Namibia per il viaggio di nozze quasi un anno fa, mi sembra che abbiamo fatto più o meno lo stesso giro! L’escursione con il fuoristrada mi ha lasciato senza parole, bellissima. Poi è esattamente come l’hai descritta, simile a montagne russe. Abbiamo perfino avuto un guidatore sudafricano che parlava italiano! Great blog!

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patrickcolgan Agosto 6, 2017 - 4:35 pm

Grazie!!! :)

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