Sono tornato in Irlanda qualche settimana fa, dopo due anni. Avevo solo cinque giorni (più tre di visita parentale) ma ho cercato di sfruttarli al meglio. Prima sorpresa all’aeroporto. Fila chilometrica (50 metri?) per il taxi. A fronte, letteralmente, di un fiume di taxi in arrivo e in partenza. Mica le file esigue e più o meno ordinate delle nostre stazioni, ammantate dal romanticismo della lunga attesa di un veicolo che ci porti a destinazione.
Qui ci sono Taxi ovunque. Taxi di ogni forma, foggia e colore, da 3 a 9 posti. Una valanga di taxi. Un’esperienza strana e un po’ spaventevole per chi è abituato alle assai più statiche zone taxi nostrane.
Ironie a parte, pare che a Dublino siano decuplicati nell’ultimo anno in seguito a una liberalizzazione: da duemila a ventimila o giù di lì. E’ rimasta storico lo sciopero dei taxi che ha paralizzato Dublino più volte nell’ultimo anno. Ma la liberalizzazione è passata. Superata la sorpresa e lo shock mi sono accorto di essere già in fondo alla fila: ho aspettato non più di dieci minuti in tutto. Qui sono matti, e io che pensavo di riuscirmi a leggere la fine di ‘White Jazz’ in santa pace. Se avessi avuto una bella fila delle nostre forse ci sarei riuscito, che dite?