Uno dei tre giardini ritenuti fra i più belli del Giappone: ecco il Korakuen di Okayama
Il giardino Korakuen sembra galleggiare in un’altra dimensione, al di là del fiume. Un mondo sospeso, verde, dalla forma perfetta. In una tersa mattina di novembre sembra brillare. Si sente il canto degli uccelli provenire dalle cime degli alberi. E l’acqua lo avvolge. Il giardino si trova, infatti, in un’ansa artificale del fiume Asahi (e di fatto è un’isola), creata nel periodo Edo per proteggere, con la funzione di fossato, il lato nord-est del vicino castello, che è proprio di fronte.

Il giardino è convenzionalmente ritenuto fra i tre più belli del Giappone assieme al celebre Kenrokuen di Kanazawa e il meno noto Kairakuen di Mito. E l’arrivo è di sicuro il più bello ed emozionante. Nessuno si annuncia così.
Il Korakuen: un mosaico di stili
Il giardino è celebre per la sua bellezza, quindi. Eppure il primo impatto all’ingresso è sconcertante, perché non assomiglia a nessun’altro giardino che io abbia già visto. Gli spazi sono molto ampi e caratterizzati da vasti prati (caratteristica pressoché unica, forse mutuata dall’uso occidentale nel periodo Meiji secondo alcuni) e si snodano attorno a un lago centrale, il Sawa-no-ike. La bellezza del giardino si coglie con il tempo, esplorandolo, seguendone i numerosi sentieri e apprezzandone i punti di vista, per esempio. Il giardino fa infatti un ampio uso della tecnica dello shakkei, vale a dire l’incorporazione del paesaggio. I monti lontani e il castello che spunta sopra le cime degli alberi fanno, infatti, parte a tutti gli effetti del panorama e dialogano con i rilievi, gli alberi, l’acqua.
E poi se ne apprezza la varietà e si prova la netta sensazione che esistano molti Korakuen, non uno solo. La particolarità più evidente sta, infatti, nel suo mosaico di stili, di aree, di edifici: dallo shinden della villa sulla riva del lago, al tipico giardino da passeggio (kaiyu-shiki), ai rilievi artificiali, alle numerose capanne da tè di cui è punteggiato, per arrivare alla piccola risaia che ricorda il passato del giardino quando presentava più aree coltivate. Ci sono anche piante di tè, alberi di pruno giapponese, ciliegi, aceri che danno un tono diverso al paesaggio in ogni stagione. Costruito dalla famiglia Ikeda fra 1687 e 1700 per ricevere e intrattenere ospiti, il giardino fu ampliato e modificato dalle varie generazioni. Ognuno costruiva qualcosa di nuovo.
Fra gli edifici più originali ce n’è uno chiamato Ryuten, all’interno del quale scorre un ruscello. Si può sedere al suo interno, ascoltare il fluire dell’acqua, immergervi i piedi. La struttura è originale ed è sopravvissuta alle distruzioni portare dai bombardamenti.


L’unicità del Korakuen
Perché il Korakuen è stato scelto fra i tre giardini più belli del Giappone? Si tratta di una scelta quasi impossibile (il mio preferito per esempio è il Ritsurin che non è fra questi). E non è nemmeno chiaro quando appaia per prima questa scelta (Nihon sanmeien 日本三名園), forse nel periodo Edo. A svelarmi il probabile criterio per la scelta è un ragazzo italiano che lavora per il giardino.

Lo incontro in una delle capanne da tè del parco, aperte a rotazione. Io sono un po’ in imbarazzo, appena sceso dal traghetto da Naoshima, con due zaini, una macchina fotografica e taccuini che mi spuntano da ogni tasca (raccoglievo informazioni per la guida verde). “Ho fatto delle ricerche sul tema e nessuno lo sa esattamente. Probabilmente – mi spiega – sono stati scelti anche perché a loro modo rappresentativi di diversi stili”. Poi mi racconta le caratteristiche del parco e la sua unicità, quello di aver subito relativamente poche modifiche rispetto alle origini. Questo perché, nonostante abbia subito danni durante la seconda guerra mondiale, sono conservati tutti i progetti originali della famiglia Ikeda che lo creò a fine ‘600. Dal 1884 è un parco pubblico.

Due sono i punti focali del giardino. Uno è l’edifcio Enyotei, la struttura più importante del giardino. Da qui si gode di una vista che abbraccia tutto il Korakuen, il lago e i monti più lontani.
L’altro è il rilievo Yuishinzan, sulle sponde del lago, he richiama il monte Fuji ed era utilizzato anche per ammirare la luna.
La terza domenica di maggio si tiene la festa della raccolta del tè durante il quale sono al lavoro donne in abito tradizionale.
Come visitare il giardino Korakuen
Okayama ha un’importante stazione ferroviaria sulla quale fermano i treni della linea Sanyo Shinkansen, fra Himeji e Hiroshima. Ma è anche una delle porte d’accesso al mare interno e allo Shikoku (alla vicina Uno arrivano i traghetti) e quindi è facile inserirla in un itinerario. Io l’ho appunto inserita all’interno di un viaggio nello Shikoku. Ma si può anche inserire come tappa intermedia prima di arrivare a Hiroshima, magari abbindandola alla vicina e affascinante Kurashiki nell’ambito di un viaggio sui binari con il Japan rail pass. Un’altra località vicina molto interessante è Yakage.
Come arrivare, a piedi o con i mezzi pubblici
Il giardino si trova a una ventina di minuti a piedi dalla stazione di Okayama (poco meno di due chilometri). Si può quindi raggiungere a piedi, con il tipico tram (linea Higashiyama, fino a Shiroshita, da lì poi sono 500 metri a piedi) o con il bus numero 1 fino alla fermata Korakuen-mae.

Per farvi un’idea del giardino ed esplorarlo con calma calcolate almeno un paio d’ore, se non tre o più. Si può certamente visitare anche in un’ora ma credo che andrebbe a scapito della comprensione del luogo. Meglio, se interessa poco, non visitarlo e scegliere un’altra destinazione (qui una cartina, per farvi un’idea)
C’è anche un biglietto cumulativo con il vicino castello (distrutto nell’ultima guerra, è una ricostruzione moderna, del 1966).
3 Commenti
Grazie a te per i bei post che scrivi, sempre molto piacevoli da leggere. Speriamo che presto tu possa tornare!
Effettivamente il giardino kōkuen di Okayama può essere deludente ad una prima visita. Se visitato in inverno, l’immenso spazio che subito si apre alla vista può essere spiazzante. Tuttavia Kōrakuen è un giardino che va assaporato piano piano, di stagione in stagione per comprenderne la bellezza intrinseca. È un giardino dai mille volti e dai mille meandri, mutevole, sempre nuovo.
Concordo in pieno, del resto è più o meno quello che ho scritto anche io! Grazie per avere lasciato un commento!