Laos, viaggio in slow boat da Luang Prabang a Muang Khua. Tante foto dal percorso in barca sul Nam Ou (4)
C’era una cosa che ancor prima di partire del Laos volevo fare: navigare sui fiumi. Mi è capitato raramente nei viaggi di avere questa possibilità e volevo coglierla, per tornare a spostarmi lentamente. Ci pensavo da quando avevo letto Fiume di sangue, di Tim Butcher, un viaggio lungo Congo, fra moto e piroga.
Le lunghe ore – sei, otto – stritolato in una barca, per più giorni, non mi spaventavano, così come non mi spaventava la possibilità di annoiarmi. Volevo del tempo per me, per riflettere, anche per non fare nulla mentre avrei assorbito il paesaggio nel suo pigro mutamento. “Da quanto tempo non mi annoio?” mi chiedevo mentre cercavo di pianificare il percorso, mi solleticava addirittura l’idea di assaporare il vuoto.
I racconti contrastanti che avevo trovato su internet, e che pure avevano fatto vacillare la mia determinazione (ne parlo in fondo), avevano avuto l’effetto di farmi fantasticare ancora di più sull’acqua del Mekong sul quale, poi, avrei navigato solo per pochi minuti perché avremmo invece solcato il Nam Ou, un suo affluente.
Navigare sul Nam Ou
Il nostro obiettivo era arrivare da Luang Prabang a Luang Namtha, nel nord ovest. E’ un posto famoso per le giungle della riserva naturale di Nam Ha e per i trekking. Un tempo si poteva prendere la barca da Luang Prabang e dirigersi a nord lungo il fiume Nam Ou, ma non è più possibile. I cinesi stanno ‘colonizzando’ economicamente il Laos e una enorme diga in costruzione ha bloccato le barche. Quindi l’unico modo possibile ‘fai da te’ per navigare sul fiume è arrivare alla diga in auto e organizzare una barca privata. Oppure si può arrivare alla città più vicina (Nong Khiaw) in bus e prendere una barca lì, assieme comunque ad altri turisti.
Così decidiamo di affidarci a un’agenzia specializzata in ecoturismo, Green Discovery Laos. Propone un viaggio di tre giorni che prevede una navigazione barca sul Nam Ou, un po’ costoso. Non è molto richiesto, lo fanno 2-3 volte l’anno, dicono, ma proprio nei giorni in cui vogliamo viaggiare ci sono quattro persone già prenotate e potremo dividere le spese.

Lungo il Nam Ou da Luang Prabang a Luang Namtha. In blu lo spostamento lungo il fiume. In roso lungo le strade
Il viaggio in barca sul fiume
Con noi, a fine ottobre, ci sono una famiglia di canadesi che ha deciso di girare il mondo assieme per un anno (una cosa fantastica, pensiamo) e due pensionate inglesi in viaggio da giugno. La nostra guida è un ex monaco buddista (come molti laotiani, ma lui lo è stato per ben 15 anni) di etnia khmu. Alle volte i brevi viaggi organizzati permettono incontri straordinari e per questo ho imparato a non snobbarli in nome dell’indipendenza a tutti i costi.
La nostra barca è lunga e stretta e a malapena riusciamo a sederci in dieci persone. Spostarsi sul fiume però è rilassante. Lentamente ci si abitua al leggero beccheggio della barca, al panorama che sembra avvolgerci sinuoso e che si srotola dalle anse come se fosse una pergamena. Ma questo rapimento non dura. Viene continuamente rotto prima che si trasformi in noia dagli elementi che ne interrompono la monotonia. Il fiume non è vuoto, ma pieno di vita. Sullo stretto corso del Nam Ou (forse un terzo del Mekong) incrociamo barche di pescatori che vengono da chissà dove, bambini che ci guardano dal bordo della giungla, bufali che emergono appena dall’acqua. Veniamo seguiti da libellule e farfalle quando ci avviciniamo a riva. E poi ci sono montagne e pareti di roccia imponenti avvolti da spire di vegetazione.
E poi mi attirano gli alberi di teak che spuntano dalla giungla, quella muraglia inquietante e scura, quel buio groviglio di liane e viticci dal quale poche piante riescono a distinguersi. Fra qualche giorno ci cammineremo e l’idea mi affascina e sgomenta allo stesso tempo.
La sosta al villaggio khmu
Poi la barca accosta su una spiaggia. In mezzo alla giungla c’è un villaggio tribale di etnia khmu. E’ uno dei tanti raggiungibili solo via fiume. La vita sulle palafitte tradizionali è semplice e povera. La gente ci guarda con curiosità, ma da una certa distanza, molti bambini sono divisi fra timore e curiosità. Ci guardano da dietro i muretti. Non sono abituati a frequenti visite di occidentali. “La barca, in questo tratto, si ferma solo quattro o cinque volte all’anno”, spiega la guida. Forse è qualcuna di più, ma non tante, a giudicare dalla curiosità che suscitiamo e dalla distanza che viene mantenuta. Alcune ragazze quando ci vedono arrivare espongono splendide sete, vendute a prezzo irrisorio.
Riprendiamo la navigazione e, improvvisamente, dopo 4 ore sul fiume la quiete, la tranquillità si rompe il fiume sembra trasformarsi. Le barche si moltiplicano, così come le persone a riva. E’ un brulichìo che ci risveglia e che appare stonato, diventa quasi fastidioso dopo tanta quiete. Vediamo pali della luce fra gli alberi, poi fumi, roghi di agricoltori forse, infine l’asfalto e camion, auto. Poco dopo scopriamo che il fiume è violato da un enorme e incongruo ponte che spunta dietro un’ansa. Siamo a Nong Khiaw, il principale centro della zona. Qui arriva la strada e da qui molti viaggiatori si imbarcano per il breve viaggio di un’ora fino a Muang Ngoi. Si tratta di un villaggio minuscolo sul fiume, ma diventato una sorta di mito fra i backpacker quando raggiungerlo era ancora difficile.
Nonostante il posto sia piccolo, poche case nella giungla, e raggiungibile solo via fiume, a Muang Ngoi ritroviamo alcuni piccoli comfort e ci sembra di essere improvvisamente tornati in una città. Ci sono infatti bungalow, guesthouse, un bar con vista sul fiume e il wi-fi. Ma nulla può riuscire a togliere magia a questo angolo del fiume Nam Ou stretto fra cime frastagliate che si perdono in lontananza. Il fiume, la vegetazione, le barche ormeggiate, il sole che cala e un desiderio di… perdersi: Muang Ngoi per me è tutta qui. Credo di percepire cosa ha affascinato i viaggiatori venuti qui prima di me. Non è solo una sensazione, penso mentre cammino nel buio denso, profondo della notte sul fiume: qui sono davvero… lontano.
Il giorno dopo mi sveglio all’alba e guardo le nostre barche avvolte dalle nebbie base sul fiume. Hanno fagocitato gli splendidi profili delle montagne. Mancano ancora cinque ore di viaggio in slow boat fino a Muang Khua prima di tornare sulla strada. E so già che tutto questo mi mancherà moltissimo.
In barca sui fiumi in Laos, informazioni generali
Pianificare il viaggio è stato complicato e anche per questo alla fine ci siamo arresi e affidati a un’agenzia. Il Laos è un Paese in trasformazione e le guide che abbiamo consultato al tempo dell’organizzazione del viaggio erano datate. Così come erano datati molti dei post su internet, con informazioni ormai inutilizzabili. Anche il sito Travelfish, indispensabile per l’Asia, non è stato di grandissimo aiuto: il post sulle slow boat nel forum ha decine di commenti, spesso contrastanti. E nessuno, fra l’altro, ha risposto alle mie domande.
Il problema è che le dighe in costruzione e l’irregolarità dei mezzi di trasporto, spesso vincolati alla presenza o meno di turisti e all’altezza dell’acqua, rendono tutto un po’ aleatorio e complicato per chi ha tempi stretti.
La slow boat sul Mekong
Ho scritto del Nam Ou. Ma il percorso in fiume più frequentato è quello sul Mekong, il grande fiume che attraversa il Laos e che bagna le sue città principali, Luang Prabang e Vientiane. Si va da Huai Xay, al confine Thailandese (vicino a Chiang Kong), a Luang Prabang, con sosta a metà strada a Pakbeng. A farci innamorare di questa idea era stato un post di The Wanderlust, ma avevamo trovato anche informazioni contraddittorie. La barca che parte ogni mattina era descritta come spesso strapiena e usata in massima parte da backpacker che fanno scorrere alcol a fiumi. Forum e blog scrivevano di un’atmosfera un po’ da ostello viaggiante, chiassosa, ma comunque divertente e utile per conoscere gente.
Sulla barca ci sono solo turisti però: i laotiani, così era scritto, sedevano per terra assieme alle merci, sul fondo. Questo bastò a incrinare il mio sogno un po’ idilliaco. In più la barca non ferma più in centro a Luang Prabang, ma dieci chilometri prima, dove si viene trasbordati su cari tuk tuk. Sembra sia a causa di una diga – motivazione ufficiale – ma c’è chi sostiene che sia solo per far ‘lavorare’ i tassisti.
Gli altri post sul Laos:
- Vientiane, una mattina al Buddha park
- A Luang Prabang (una visione d’insieme e informazioni generali)
- La questua mattutina
su Persorsi (mia compagna di viaggio) – prime impressioni sul Laos
Patrick Colgan, sono giornalista e blogger, vivo a Bologna. (chi sono)
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13 Commenti
Ciao, mi recherò in Laos il prossimo agosto. Come mai dici che “Pianificare il viaggio è stato complicato”? Che difficoltà hai avuto in particolare?
Ho intenzione di fare il tuo stesso giro ma al contrario, arrivo cioè a Luang Namtha dalla Thailandia, trekking, bus fino a Muang Khua, poi barca fino a Nong Khiaw e bus fino a Luang Prabang; pensavo però di fare tutto fai da te sul posto con i mezzi pubblici, secondo te posso incontrare problemi o imprevisti su questo itinerario?
Grazie mille
Ciao
Ciao Davide, come ho accennato nei miei post le difficoltà sono state di due tipi:
– la prima è che le informazioni sui trasporti in Laos, specie quelli fluviali, sono datate e poco dettagliate in tutte le guide, anche quelle più recenti. E anche sul forum travelfish, spesso molto utile per il sud est asiatico, ho avuto risposte vaghe.
– la seconda, collegata alla prima, è che il Laos è in continua trasformazione. E le dighe costruite e in costruzione (soprattutto da parte dei cinesi) stanno devastando il trasporto fluviale, in alcuni tratti ormai solo per turisti e da organizzare in anticipo.
Anche per questo abbiamo scelto di appoggiarci alla Green discovery che, grazie anche agli ottimi rapporti con le tribù, faceva anche alcune fermate in villaggi lungo il fiume, davvero molto interessanti e… fuori dal mondo. E’ un viaggio che fanno raramente – proprio per la presenza di altre barche ‘pubbliche’ – e anche per questo era tutto davvero molto ‘vero’ e poco turistico.
Detto questo il giro che fai è possibile, ma non c’è un servizio regolare. Le barche ‘pubbliche’ sono in realtà imbarcazioni private, usate quasi esclusivamente da turisti e partono solo se si raggiunge un numero sufficiente di passeggeri. Quindi se hai molto tempo – come tanti viaggiatori in quell’area che calcolano i loro viaggi in mesi – puoi stare tranquillo, se hai invece poco tempo e una tabella di marcia rigida (cosa secondo me comunque da evitare in Laos, Paese che richiede lentezza), potresti trovarti bloccato o a dover spendere un extra per far partire la barca.
C’è Claudia Moreschi di travelstories.it (vedi commento sopra) che ha fatto esattamente il tuo percorso (fermandosi a Muang Ngoi, mi raccomando) anche se lei è stata in viaggio molti mesi: qui trovi il suo post su questo tragitto
http://www.travelstories.it/2015/02/in-navigazione-lungo-il-nam-ou-laos-del-nord.html
spero di esserti stato utile. Se hai altre domande sono qua!
Sì il blog di Claudia l’avevo già visto, e infatti avevo proprio tratto spunto da quell’articolo per la navigazione sul Nam Ou; essendo recente e visto che anche la LP 2014 effettivamente dice le stesse cose, l’idea era appunto farlo con i “mezzi pubblici”. Vabbe essendo Agosto conto di trovare il numero sufficiente di passeggeri per partire… (anche perchè MESI purtroppo non ne ho, 2 settimane Laos + 1 Cambogia!)
Grazie
Ciao
Eh ma la Lp si limitava a dire che c’erano queste barche, non quando e se partivano. E ci siamo resi conto che non era facile (originariamente volevamo arrivare ad Hat sa e Phongsali).
Secondo me ad agosto non avrai problemi. Però scrivi a Claudia, lei ti risponderà sicuramente. Noi siamo stati a fine ottobre e a Muang Khua c’era davvero poca gente e in quel tratto di fiume non abbiamo incrociato altre barche. L’unico tratto su cui puoi fare davvero affidamento è fra Nong Khiaw e Muang Ngoi.
Comunque sarà un viaggio stupendo! In bocca al lupo!
Mi piace la tua domanda “Da quanto tempo non mi annoio?” :)
No vedo l’ora di provare anche io la stessa emozione. Io ho in programma di andare in barca da Hatsa a Muang Khua e poi fino a Muang Ngoi. Sempre se è fattibile :O