Viaggio nel Mare interno

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Giappone, il lungo, stretto Mare interno (Seto Naikai) fra lo Shikoku e lo Honshu. E il suo piccolo, meraviglioso mondo a parte.

Viaggiando verso ovest attraverso la sua lunghezza si avvertono le rive avvicinarsi, come se si trattasse di un grande fiume, invece che di un piccolo mare. Sulla destra ci sono le montagne dello Honshu – in primo piano basse colline, schierate una dietro l’altra e poi, dietro di esse, la spina dorsale innevata del Paese, le Alpi giapponesi. Sulla sinistra si trovano prima le aguzze montagne dall’aspetto cinese dell’isola di Shikoku, così diversa da sembrare un’altra terra, e quindi le coste pianeggianti del Kyushu. Questo mare poco profondo è una valle fra isole montuose
(da Donald Richie, The Inland Sea, trad. mia)

Un mare stretto come un fiume, una valle, dove le rive sembrano avvicinarsi e chiudersi su di te, invece che allontanarsi, ma anche un microcosmo di piccoli mondi, gli uni separati dagli altri, come paesi di montagna disseminati fra i monti, separati da alte vette. Distanti, le rive, le città industrializzate.

Donald Richie descrive più o meno così il Mare interno (Seto Naikai), lo specchio d’acqua stretto fra le isole di Honshu e Shikoku dove si è incrociata per secoli la storia del Giappone.
Lo descriveva, già negli anni ’70, come un mondo che stava svanendo, l’ultima traccia del vecchio Giappone che lui aveva conosciuto. Ed è così perché oggi il Mare interno è in larga parte spopolato, perché le industrie e le fabbriche sono sbarcate sulle isole come aveva previsto, lasciando macerie dietro di esse.

Panorama sul Mare interno da Megijima (foto di Patrick Colgan)

Quello che non è andato perduto è la bellezza di questo mondo. Il suo paesaggio, il suo clima mediterraneo (Richie lo paragona all’Egeo), nel quale crescono agrumi e olivi, le isole che punteggiano l’orizzonte. Ce n’è sempre un’altra che sembra vicinissima, raggiungibile addirittura a nuoto, a suggerire che il viaggio può continuare, ancora e ancora.

Il Mare interno di Seto e la sua geografia

Lungo circa 450 km, il mare interno, o Setonaikai, ospita migliaia di isole (anche se il conto può cambiare molto, anche a seconda di cosa si consideri come isola). L’area sta subendo un progressivo spopolamento da decenni. Le isole vennero in parte industrializzate in passato e in parte le fabbriche sono ancora presenti. Anche a Naoshima, per esempio, isola celebre perché trasformata in una grande installazione di arte contemporanea.
La zona è sempre stata al centro di scambi e commerci fra l’isola di Honshu e quella dello Shikoku.

Nonostante la sua centralità, il Mare interno è generalmente al di fuori delle principali rotte turistiche e quindi, se si eccettua il periodo della Triennale d’arte (ne scrivo poco più avanti), non troverete grandi folle di turisti. In ogni modo è in crescita la promozione dell’area e sul sito Setouchitrip si trovano diverse proposte e itinerari.

Naoshima, foto di Patrick Colgan

Destinazioni nel Mare interno

Sono numerose le isole che si possono visitare. Ma in generale, più che paesaggi spettacolari, con qualche eccezione, del Mare interno si apprezza la particolare atmosfera, l’isolamento, il clima unico all’interno del Giappone. E la sua placida, avvolgente bellezza. Questa atmosfera, un po’ nostalgica e malinconica, è la cosa che mi piace di più di questa zona così particolare.

Le isole

Come ho scritto sono migliaia, ma quelle grandi e abitate sono molte meno. Iin questo post ne cito solo alcune, quelle che conosco e le più visitare ma sono in realtà moltissime. Sono collegate da una rete di traghetti, ma non sempre sono frequenti e spesso mancano i collegamenti fra le isole.

Megijima, la spiaggia
Una spiaggia di Megijima (foto di Patrick Colgan)

Miyajima

La destinazione più celebre e visitata del Mare interno (tanto che molti non si rendono nemmeno conto che ne faccia parte) è Miyajima, l’isola vicino a Hiroshima, sede di un bellissimo santuario sul mare. Ma l’isola è parte integrante del mare interno, ve ne renderete conto ammirando il panorama dalla vetta del monte Misen o pernottando sull’isola. Quando se ne vanno i turisti, Miyajima riacquista la sua dimensione antica, sembra scivolare indietro nel tempo, tornando isolata e profondamente legata al mare.

Santuario di Itsukushima
Il santuario di Itsukushima, con il suo celebre torii nell’acqua (foto di Patrick Colgan)

Ne ho scritto in maniera più approfondita qui: Visita a Miyajima

Naoshima

L’isola venne scelta dal magnate Fukutake Soichiro, numero uno del gruppo editoriale Benesse, per dare forma a una sua idea un po’ folle: trasformare un’isola del Mare interno, fra le tante spopolate e inquinate e renderla una ‘casa’ dell’arte, recuperandone la natura e il paesaggio. Assieme all’architetto Ando Tadao vi creò opere pazzesche come il Museo sotterraneo e il progetto si può dire riuscito. Ora Naoshima è al centro della Triennale del Mare interno assieme ad altre isole, come Teshima (isola di cui parla l’ultimo libro di Laura Imai Messina).

Ne ho scritto in maniera più approfondita qui: Naoshima, l’isola dell’arte.

Megijima e Ooshima

Le due isolette di Megihima e Ooshima sono a pochi minuti di traghetto da Takamatsu eppure sembrano lontane centinaia di chilometri, immerse come sono nel blu e nella luce del mare interno. Megijima, quasi disabita in inverno, diventa invece molto animata, in estate, nei weekend di bel tempo e in primavera, quando fioriscono i suoi tantissimi ciliegi. Inoltre, è sede della Triennale.
Secondo alcuni sarebbe l’isola dei demoni citata nella fiaba di Momotaro.

Ne ho scritto in maniera più approfondita qui: Megijima, l’isola dei demoni

Shodoshima

Questa grande isola offre spiagge e montagne e gole spettacolari. Grande produttrice di olive e di salsa di soia ha un’atmsofera rurale e un po’ selvaggia.

Angel Road, a Shodoshima, foto di 663Highland da Wikimedia commons – licenza creative commons

Okayama

Okayama non è una città direttamente affacciata sul mare interno (il suo porto è quello di Uno) ma è profondamente legata alle isole e al mare. Si tratta inoltre di una delle porte di accesso a questa zona. Ospita un bellissimo giardino.

il giardino korakuen di okayama
L’emozionante arrivo al il giardino Korakuen di Okayama

Per approfondire: Okayama e il giardino Korakuen

Lo Shikoku e il Mare interno

La parte settentrionale dell’isola di Shikoku si può certamente considerare parte del Mare interno. Si tratta di un’isola piena di storia e di bellezze naturali (e qui trovate il mio itinerario).

Takamatsu

Questa grande città dello Shikoku è direttamente affacciata sul mare e da qui partono traghetti per le principali isole. Ma la città non è solo un punto di passaggio: sono innumerevoli le proposte gastronomiche (ruotano intorno agli udon, tagliolini di grano) e ci sono i resti – il basamento e alcune torrette – di un particolarissimo castello praticamente sul mare. E poi ospita un giardino, il Ritsurin, fra i più belli dell’intero Giappone.

Per appronfondire: il mio post su Takamatsu e quello sul giardino Ritsurin

Shimanami Kaido

Si tratta di un ponte autostradale a pedaggio fra l’isola di Honshu (quella principale del Giappone, in pratica) e lo Shikoku che attraversa il mare toccando sei piccole isole del Mare interno. Lo Shimanami Kaido si può fare anche in sella alla bici su uno spettacolare percorso ciclabile di circa 70 km. Le bici si possono noleggiare (con tanto di servizio di trasporto bagagli).

Shimanami Kaido
Rampa d’accesso allo Shimanami Kaido (foto da Flickr, di Redlegsfan21 – licenza creative commons)

Per approfondire potete leggere la pagina di Giapponepertutti, molto completa.

Ulteriori risorse per un itinerario nel mare interno

Altri post per continuare a leggere e organizzare il vostro viaggio

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