Sette fra libri di viaggio, guide e saggi dedicati all’antica capitale: undici libri su Kyoto
Amo Kyoto. Al di là della città turistica affollata, dei negozi di souvenir, delle brutture dei quartieri moderni, del traffico, ho scoperto nel tempo una città di profonda bellezza, che mi commuove fino a sconvolgermi ogni volta che ci ritorno. È una bellezza a volte scintillante, abbacinante. Altre volte è nascosta fra i palazzi grigi degli ultimi decenni, composta di angoli, momenti, più che di imponenza. È quella di un giardino zen celato in un tempio poco conosciuto, di un artigiano che ripete un gesto antico, di case vecchie di secoli nascoste agli sguardi più distratti. A volte però la città è fredda, respingente, ti fa sentire un estraneo con grande durezza, sembra sopportarti appena. E in quei casi ti chiedi se le tue sono solo fantasie.
Però nei miei viaggi ho sempre trovato anche gentilezza, curiosità (sincere, oltre la cortesia esibita) e pure stretto amicizie nonostante mi avessero descritto gli abitanti della città come chiusi e venali. Forse sono un illuso? Può essere. Sono stato a Kyoto da turista, viaggiatore, o semplicemente di passaggio, non ci ho mai abitato. La mia esperienza è per forza parziale, limitata. Ma in tanti, probabilmente, siamo vittima della stessa illusione. E fra questi ci sono molti scrittori che ci hanno vissuto, anche a lungo.
Per cominciare a sentire ed apprezzare Kyoto occorrono giorni e giorni
(Fosco Maraini è sempre valido, anche se parlava di una città molto diversa)
I libri su Kyoto che ho incluso
Ho già scritto di alcuni di questi libri, ma ho pensato di riunirli in unico post. Ho pensato di inserire guide e libri di viaggio, ma non romanzi. O libri troppo celebri. Quindi non includerò Memorie di una Geisha, ma nemmeno Il Padiglione d’oro di Mishima o la Storia di Genji. Ho escluso anche libri troppo tecnici come Il pensiero giapponese classico, illuminanti però sulla genesi delle città antiche. Altri libri semplicemente non li ho ancora letti, quindi non è certo un elenco completo (non potrebbe esserlo, con soli sette titoli). Fra i prossimi da leggere c’è sicuramente La nostalgia felice di Amelie Nothomb che ben descrive l’effetto che, a volte, fa Kyoto:
Yumeto, la giovane interprete di Tokyo, è tanto felice quanto imbarazzata di essere lì. La maestà dei templi la riempie di fierezza, il tono sprezzante degli abitanti la costerna. Quando mi rivolgono la parola, ho la sensazione di dover chiedere loro scusa”, mi confida. Ho degli amici romani che, a Firenze, provano una sensazione paragonabile. La sera, quando prendiamo il treno per Tokyo, siamo in overdose sensoriale. Non siamo vittime della sindrome di Stendhal, ma di quella che si potrebbe chiamare la sindrome di Mishima: se fossimo rimasti a Kyoto un giorno di più, avremmo probabilmente incendiato il Padiglione d’oro.
(da La nostalgia felice di Amelie Nothomb, trad. da Biblioteca Giapponese)

1. Il monaco e la signora, di Pico Iyer
In quelle prime fredde ore del giorno, mentre alcuni luoghi paiono sfiniti e altri rinati, Kyoto, invece, sembrava sempre un miracolo di speranze mattutine.
Il monaco e la signora
Pico Iyer è un grande scrittore, purtroppo quasi sconosciuto in Italia. Vive in Giappone ormai da quasi trent’anni (ora è a Nara) e questo libro racconta il suo primo incontro con il Paese, quando arrivò per vivere in un tempio alcuni mesi e conoscere lo zen. Racconta l’avvicinamento, la difficoltà di comprendere il Paese, l’incontro con una donna che lo condusse per mano in questo viaggio, in una città che ancora oggi ama ma non smette di sconcertarlo. E’ un libro delicato e ironico, illuminante e, a volte, anche frustrante perché sembra rallentare, perdersi. Ma tutto è tenuto assieme con un filo delicato come la poesia degli haiku, che gioca un ruolo importante nel libro.
Purtroppo è fuori catalogo in italiano da tempo immemore (Feltrinelli, facciamo qualcosa?). E’ un peccato perché è un libro ancora importante. Ma lo trovate in inglese oppure in molte biblioteche.
Il monaco e la signora – una stagione a Kyoto – Pico Iyer (Feltrinelli – tit. originale The lady and the monk).
2. Ore giapponesi, di Fosco Maraini
Ma ecco nell’aria calma della sera apparire, sempre più riconoscibile, l’amato profilo dei poggi che circondano Kyoto, la città dei Ruscelli di Cristallo, la città dei Monti Viola
Lo spirito di questa città è dato dalla coesistenza armonica d’elementi straordinariamente diversi fra loro
Per me questo tomo di 500 pagine è uno dei libri più belli, profondi e importanti mai scritti sul Giappone. Maraini, che pubblicò questo libro nel 1956, racconta la sua vita nei decenni precedenti e descrive un Paese che in gran parte oggi non c’è più, non fatevi illusioni. Ma non è solo un documento storico perché quello che descrive è un Paese comunque riconoscibile, come se fosse appena al di sotto di quello attuale, pronto a emergere in alcuni luoghi, alcuni momenti, alcune persone.
E così molte delle osservazioni dell’autore restano ancora valide e illuminanti per avvicinarsi e capire qualcosa di più del Giappone di oggi, anche senza le preziose riletture aggiunte a ogni capitolo nel duemila, con un commento, spesso amareggiato, su cosa è cambiato in quasi mezzo secolo e cosa è rimasto uguale (per esempio la bruttezza delle città giapponesi moderne).
Maraini racconta un Giappone in chiaroscuro (comprese le terribile pene di un campo di concentramento durante la guerra), spesso è disincantato e anche sferzante (specie nelle riletture di oggi). Ma descrive anche un Giappone senza tempo, con passione e, a volte, tenerezza. Forse è per questo che ho sentito con le mie orecchie un italiano che viveva a Kyoto e aveva solo critiche per ogni cosa (pur continuando a vivere in città) definirlo un illuso e un otaku ante litteram. Le parole di chi ama il Giappone sembrano sempre risvegliare una sorta di rabbia in chi vive un rapporto ambivalente con il Paese o lo detesta proprio. Evocano in queste persone il sospetto, la certezza di una menzogna. Chissà poi perché queste persone continuano a viverci, in Giappone. Io vi invito semplicemente a leggere Maraini, e a farvi un’idea.
Ore Giapponesi – Fosco Maraini (Corbaccio)
3. Il mondo del principe splendente, di Ivan Morris
Non resta molto a Kyoto dell’antica Heian. O resta moltissimo, a seconda dei punti di vista: quel periodo fa ancora sentire oggi il suo riverbero e ha prodotto una grande quantità di arte, cultura e, soprattutto letteratura. A questo periodo risale infatti la celebre Storia di Genji, il principe splendente, scritto da Murasaki Shikibu che forse è il libro per eccellenza fra quelli dedicati a Kyoto, anzi, Heian kyo come era chiamata al tempo. Ivan Morris ci prende per mano e ci conduce alla scoperta di questo mondo perduto, dei costumi e della cultura di corte e, in parte, anche del popolo nell’antica Heian.
Il mondo del principe splendente, di Ivan Morris (419 p. ed. Adelphi)
4. Treni in corsa nelle notti di Kyoto, di Patrick Holland
Non sapevo perché considerassi Kyoto la mia base. Non avevo alcun particolare legame con quella città, niente di più rispetto a qualsiasi altra città del Paese, nemmeno la speranza di una stanza d’hotel.
Il titolo di questo libro è fuorviante (anche nell’originale Riding the Trains in Japan) perché ci sono racconti ambientati anche in Vietnam e Cina. Ho scelto però di inserirlo un po’ per il titolo, un po’ perché il libro è scritto bene, in modo originale e meditativo. Kyoto e i treni ci sono solo nel primo racconto che purtroppo ha alcune imprecisioni e parte da un presupposto: Holland racconta di arrivare nell’antica capitale durante le festività dell’Obon e di non trovare posto in albergo (più che possibile) e di decidere quindi di passare le notti sui treni in corsa fra Kyoto e Tokyo, andando avanti e indietro, cosa che per quanto ne so non è possibile. Il libro di Holland però, se si sospende per un attimo l’incredulità, è pieno di riflessioni acute, illuminanti.
E chi è stato in Giappone, magari in aprile o a Obon, ha vissuto la stessa esperienza: succede ancora, di non trovare un posto dove dormire a Kyoto
Mi svegliai e fissai il mio riflesso (…) L’oscurità fuori dal vagone e la luce all’interno fanno sì che la propria immagine venga proiettata sul panorama come una divinità, anche se ciò risulta possibile solo perché il panorama presenta un piano nero privo di profondità, non è possibile espanderlo, pertanto si vede poco e non si comprende nulla (…). Una bizzarra premonizione del destino del viaggiatore moderno e ipermoderno: essere ovunque e in nessun posto nello stesso momento, fino a perdersi.
Treni in corsa nelle notti di Kyoto – Patrick Holland (Exorma)
5. Deep Kyoto Walks, a cura di Michael Lambe e Ted Taylor (in inglese)
Questo libro edito da Ted Taylor e Michael Lambe, autore del blog Deep Kyoto (e della guida Lonely Planet), contiene 18 ‘passeggiate meditative’ nell’antica capitale. Sono itinerari da seguire nell’ambito del vostro viaggio, oppure da leggere semplicemente per capire qualcosa in più della città. Ma si possono leggere anche come semplici racconti di viaggio, visto che sono davvero ben scritti. Perché il libro è stato fatto con il contributo di scrittori anche molto noti che vivono a Kyoto come Chris Rowthorn (altro autore della LP) e Pico Iyer.
Kyoto è una grande città. Ma è anche una città dove è meraviglioso camminare, sia nel centro della città che nelle colline che la abbracciano da ogni parte.
Deep Kyoto Walks – solo Kindle su Amazon
6. Old Kyoto, di Diane Durston (in inglese)
Fra i libri su Kyoto questo è un vero gioiello. Pubblicato nel 1986 e poi rivisto e corretto l’ultima volta nel 2013, è una chiave per scoprire tesori nascosti nella vecchia capitale. E’ allo stesso tempo un interessante saggio sull’architettura classica e sulla fisionomia della città, ma anche una guida ai negozi più antichi e più belli della città: il cibo, i mestieri antichi, l’arte. Alcuni luoghi sono difficili da trovare, alcuni non esistono più. Ma la ricerca di questi luoghi fa parte del divertimento. E vi porterà in angoli della città dove forse non sareste andati anche se poi c’è sempre il rischio di fare un buco nell’acqua.
Della stessa autrice: Kyoto, seven paths to the heart of the city
Old Kyoto – di Diane Durston e Donald Richie (Kodansha America)
7. Kyoto Machiya Restaurant Guide, di Judith Clancy (in inglese)
Cenare (o pranzare) in una machiya, una delle vecchie case di mercanti di Kyoto è un’esperienza indimenticabile. Ma spesso chi visita Kyoto per la prima volta non ha l’opportunità di farlo (qui comunque consiglio un paio di posti). Molti di questi luoghi sono un po’ appartati e spesso hanno insegne in giapponese che lasciano interdetti gli stranieri che si chiedono se è un ristorante aperto a tutti. E anche se lo fosse c’è sempre l’alta probabilità che sia un costoso locale kaiseki. Insomma, orientarsi non è facile.
Il problema è che serve un certo coraggio per far scorrere la porta e entrare in uno di questi posti senza un amico giapponese che ti accompagni
(Chris Rowthorn, dal sito Inside Kyoto)
Questo bel libro di Judith Clancy ha una selezione di ristoranti a prezzi accessibili ospitati da vecchie case. Ed è anche un’ottima introduzione alla storia della città.
Clancy è anche autrice dei libri Kyoto Gardens e il bellissimo Exploring Kyoto (itinerari a piedi). Il sito di Judith Clancy.
Kyoto Machiya Restaurant Guide – di Judith Clancy (288 pagine)
8. Another Kyoto, di Alex Kerr (in inglese)
Alex Kerr vive in Giappone da una vita e questo libro, disponibile solo in inglese, raccoglie una serie di conversazioni sulla città, sulla sua arte e i suoi templi, fornendone interpretazioni a volte molto personali, ma sempre interessanti. Tutto è spiegato in maniera sufficientemente chiara da risultare comprensibile anche a chi non è un esperto di cultura e arti giapponesi.
C’è molta Kyoto anche in un altro libro di Kerr, pubblicato in italiano come La bellezza del Giappone segreto (che vi consiglio). Parte di quel libro è invece ambientato nello Shikoku, in particolare nella remota valle di Iya, un luogo meraviglioso che ho raccontato in un post e dove si può ancora visitare la vecchia casa di Kerr, Chiiori.
Another Kyoto, di Alex Kerr (366 pagine)
9. Orizzonte Giappone
Kyoto può essere bellissima, ma impari ad amarla davvero solo se vai oltre questi due volti estremi, i più evidenti, quando ti inserisci negli spazi che si aprono una volta che rallenti, ti fermi e smetti di saltare da un tempio all’altro.
Mi sento un po’ a disagio a inserire qualcosa scritto da me in questa lista di libri che parlano di Kyoto. Però l’antica capitale è, credo, il cuore del mio breve libro dedicato al Giappone che contiene racconti tratti da sette dei miei quindici viaggi. Due sono dedicati proprio a Kyoto. Poi i sono anche Tokyo, Kanazawa, l’Hokkaido, Okinawa e le zone colpite dal terremoto del 2011. È un libro scritto anni fa, racconta la scoperta di un Paese. Forse oggi lo scriverei in maniera diversa. Ma forse sarebbe meno vero.
Più informazioni le trovate nella pagina dedicata. Sul Giappone ho anche scritto una guida per la collana Viaggiautori assieme a Letizia Gamberini.
Orizzonte Giappone – di Patrick Colgan (ed. goWare)
10. Kyoto Segreta, di Sasori
Dietro la superficie si nascondono mille storie recita il sottotitolo. E effettivamente questo libro va oltre le apparenze raccontandoci cosa si cela dietro luoghi apparentemente anonimi (come il ponte Ichijo Modoribashi per dirne uno).
Credenze, leggende, storie popolari di demoni, fantasmi e mostri nascosti sotto la terra. Luoghi misteriosi o oggetto di venerazione o timore. In questo libro, Sasori (il nome con cui si firma l’autore del blog Un italiano in Giappone) raccoglie molte storie che ha ascoltato nell’antica capitale. Un testo prezioso per chi ama Kyoto.
Kyoto Segreta, di Sasori
11. Kyoto, a cultural history, di John Dougill (in inglese)
Un magnifico libro che racconta la storia di Kyoto non in ordine cronologico, ma vista e narrata attraverso la lente di alcuni temi che caratterizzano profondamente ‘l’antica capitale. E così leggiamo la città del buddhismo, del tè, del principe splendente Genji ma anche della tradizione e delle geisha. Un libro meraviglioso che apre al lettore l’anima della città e rende percepibili le sue trasformazioni nei secoli. Il tutto senza tecnicismi, ma mantenendo un linguaggio chiaro, accessibile e coinvolgente.
Se leggete l’inglese è una lettura consigliatissima. Fra i libri su Kyoto è uno dei miei preferiti
Kyoto, a cultural history, di John Dougill
⇒ Volete continuare a legere? A questo link tutti i post su Kyoto
Avete altri libri su Kyoto da consigliare? Scrivetelo nei commenti!
4 Commenti
Patrick grazie per risposta. Sono incappato anch’io nel blog di Eleonora e non escludo di scaricare il suo manualetto per Kindle.Cercando nuovamente la Fatland sono felice che abbia pubblicato un nuovo volume dedicato ad altri viaggi..intorno alla Russia intitolato Frontiere. Un libro poco noto e di difficile collocazione fu scritto da Anton Chekov: è il resoconto di un viaggio realizzato dallo scrittore nel 1890 da Mosca a Sakhalin per indagare sullo stato dei tanti prigionieri che nell’isola venivano inviati a scontare diversi anni di lavori forzati. La critica americana (vedi sul web) lo considera uno dei migliori reportage giornalistici e modello di indagine per futuri giornalisti.
Conoscevo il libro di Chekov (che però non ho ancora letto) anche perché è stato ampiamente citato da Eleonora quando è stato a Sakhalin. Io, nei miei viaggi attraverso il Giappone, la Russia l’avevo vista a pochi chilometri dalla costa. Leggerò sia la Fatland che Chekov sicuramente. un saluto, a presto!
Ciao Patrick e grazie per i numerosi suggerimenti di lettura aventi ad oggetto il Giappone. Ho letto il libro di Kerr che però sembra suggerire una sorta di distruzione o autocancellazione dell’antico Giappone da parte dei giapponesi. Vagheggiando da anni su un viaggio in tale arcipelago che offre a mio parere un ventaglio di esperienze notevoli, inclusi alfabeti e spettacolari luoghi naturali o religiosi, ci si ritrova poi una caterva di video su youtube focalizzati solo sul cibo o su ciliegi in fiore e gli spendidi effetti autunnali. Il rischio pertanto rimane sempre quello di andare e tornare dopo una decina di giorni senza aver afferrato la vera essenza di tale paese.
Ho dato uno sguardo all’elenco dei libri di viaggio e ho notato che alla voce Russia hai elencato solo il lbro di Thubron sulla Siberia. Mi permetto di suggerire ai tanti viaggiatori che in futuro vorranno esplorare l’area russa, tra quelle più ignorate, se escludiamo tutti i resoconti sulla Transiberiana, il bel libro di Erika Fatland intitolato Sovietistan. Si scopriranno viaggiando con l’autrice, come per magia, paesi come il Tagikistan e l’Uzbekistan e non solo.
Regalo sempre agli amici che vengono a Mosca un piccolo atlante per far loro capire quanto poco sappiamo del continente russo e li invito a cercare la Chuvaschia, la Udmurtia poi la Buriazia o il Bashkortostan e la Repubblica di Mari El. Ti auguro tanti felici viaggi….a breve.
Caro Rolando, come ho scritto in un altro post (dieci libri di viaggio sul Giappone, fra gli ultimi pubblicati), credo che in effetti Kerr sia un po’ troppo severo: il Giappone ha perso molto ma il suo paesaggio montano e rurale – che costituisce in realtà gran parte del Paese – è ancora molto bello. Sono stato anche alla casa di Kerr, nello Shikoku (Chiiori) e il posto è ancora meravigliosso. Se cerchi un paesaggio antico te lo consiglio sicuramente. Nel blog trovi post su tutti questi luoghi e itinerari.
Ti ringrazio moltissimo per il suggerimento. Il libro della Fatland mi è stato suggerito anche dall’amica Eleonora del blog Pain de route che è una grande amante di caucaso, Russia e Asia centrale. In realtà dovrei aggiornare la lista perché qualche altro libro su Russia e Siberia l’ho letto (e dovrei aggiungerci anche ‘Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici’, di Eleonora): detto questo un motivo in più per leggere Sovietistan al più presto! Grazie ancora per il tuo commento e auguro tanti felici viaggi anche a te nel prossimo futuro!