Itinerario per un viaggio di due settimane in Nuova Zelanda, in auto (o camper)
Sono passati già quasi tre anni, ma non smetto di pensarci e quasi non ci credo, di esserci stato. Eravamo partiti subito dopo il matrimonio e già allora c’era qualcosa di onirico in questo viaggio. E ora nella memoria si susseguono immagini apparentemente inconciliabili. Palme e foreste con piante sconosciute, geyser e pozze ribollenti e ancora ghiacciai e montagne e laghi di un azzurro che sembrava colorato con un pastello. E poi, ancora, spiagge assolate dove camminavo in riva al mare e colline dalle forme perfette ricoperte di viti, fiordi profondi e acque scurissime. E poi gente accogliente e loquace e una cultura antica, ancora viva.
Tutto questo è la Nuova Zelanda e se ancora non vi ho convinto c’è un post che vi spiegherà per filo e per segno perché andarci, in Nuova Zelanda.
In questo post provo a raccontarvi un itinerario di viaggio in Nuova Zelanda di 16 giorni (meglio 17-18), visto che la Nuova Zelanda è grande e all’inizio può sembrare difficile interpretare le due isole e come visitarle. Più spesso si hanno due settimane, così vi indico cosa si può tagliare più facilmente con un asterisco. Per me è stato il viaggio di nozze, quindi alcuni alloggi sono un po’ più cari di quelli dove dormo normalmente.
- Due giorni ad Auckland (o anche uno solo)
- 3 Waitomo e i glow worms
- 4 Hobbiton
- 5 Rotorua
- 6 Tongariro National park o Napier
- 7 Wellington
- 8 Abel Tasman National Park* (anche due giorni per il trekking)
- 9 Kaikoura *
- 10 Marlborough *
- 11 Pancake Rocks
- 12 In viaggio sulla West Coast
- 13 I ghiacciai
- 14 Queenstown
- 15 Milford Sound
- 16 Christchurch
Per ridurre il viaggio a 12 giorni si può si può considerare di tagliare anche il Milford sound, impegnativo da raggiungere: è la cosa più facile, ma sarebbe davvero un peccato perché è uno dei più grandi spettacoli dal viaggio.
Un viaggio in auto
La prima cosa da chiarire è che certo si può viaggiare in bici, con i mezzi pubblici o anche in autostop ma noleggiare un’auto o un camper vi semplificherà molto la vita.
Anche di questo ho già scritto: Nuova Zelanda in auto
Isola del nord
Ho discusso con un amico più volte se si debba partire dall’isola del nord o da quella del sud. Io credo che il viaggio sia un crescendo di emozioni se si parte da nord e quindi l’ideale, per fare questo itinerario, sarebbe arrivare ad Auckland e ripartire da Christchurch (o al limite da Queenstown), nel sud. Considerate che questo itinerario è stato fatto in settembre, alla fine dell’inverno, e per questo non abbiamo incluso il Tongariro Alpine Crossing (che dovreste invece prevedere in altre stagioni).
Due giorni ad Auckland
Non si può dire che Auckland sia una bella città: all’inizio ci era sembrata grigia e un po’ cupa. Ma Auckland va vista e vissuta almeno un paio di giorni. Un po’, se ci arrivate come prima tappa, i due giorni vi serviranno per assorbire il fuso orario, un po’ saranno utili per capire qualcosa del lato più urbano del Paese. Penserete lo stesso che sia brutta. E poi, quando la vedrete dall’alto dalla Sky Tower in una giornata tersa vedrete una cosa diversa. Auckland dall’alto diventa una distesa di palazzi nelle fra i quali si insinua il mare, punteggiata di strane colline che altro non sono che vulcanetti spenti. E vi ricrederete.
Da Auckland partono i traghetti per visitare l’isola di Waiheke, molto bella e famosa per i suoi vini (rossi). Si può visitare con un’auto a noleggio, noi però ci siamo uniti a un tour delle cantine (questo) ed è stato davvero molto bello.
Giorno 3 – Waitomo e i glow worms
Leggere di grotte dove vivono vermi luminescenti mi aveva affascinato, ma anche lasciato piuttosto perplesso. In effetti è difficile immaginarli se la descrizione è soltanto questa. E allora provo ad aiutarvi: immaginate di trovarvi in una grotta sotterranea dove scorre l’acqua, su di una barca, al buio. E di entrare a un certo punto in un ambiente nel quale venite avvolti da un inspiegabile, meraviglioso, cielo stellato, nel silenzio totale. È più o meno così, ed è un’esperienza emozionante. Non fatevi spaventare dal biglietto d’ingresso salato (come per tutte le attività di questo tipo in Nuova Zelanda) perché ne vale la pena.
L’alloggio: in zona abbiamo trovato adorabile l’Abseil Inn
Giorno 4 – Hobbiton (Matamata)
Altro posto sicuramente turistico, ma ovviamente imperdibile se siete degli appassionati del Signore degli Anelli. La cosa sorprendente è che le colline perfettamente rotonde di questa zona sono un panorama fiabesco, che avrebbe meritato una visita anche se non ci fosse stato il set (in parte conservato, in parte ricostruito) usato da Peter Jackson per i suoi film sulla Terra di Mezzo. Facile capire come si sia innamorato di questo posto. La visita guidata è costosa ma comprende una pinta (decidete voi di cosa) alla locanda del Drago Verde.
Giorno 5 – Rotorua, fra vapori bollenti e cultura maori
Rotorua è permeata da un odore di zolfo pungente al quale però ci si abitua presto. Ma l’impatto olfattivo racconta già cos’è questa località sul lago. Qui l’anima infuocata della Nuova Zelanda emerge e si mostra nelle colonne di vapore che annunciano l’arrivo. Potete ammirare lo spettacolo di geyser e pozze ribollenti in vari percorsi, come al Wai-O-Tapu oppure goderne i benefici alle terme, immergendovi nelle calde vasche all’aperto sul lago della Polynesian Spa.
Rotorua è famosa anche per la forte presenza della cultura maori. Qui si possono visitare i villaggi Wakarewakarewa e Tamaki che propongono visite dedicate alla cultura tradizionale, gestite dagli stessi maori. Si tratta di visite sicuramente molto turistiche in cui viene rievocato un mondo che non esiste più, ma interessanti e divertenti (vi interessa imparare la danza Haka? per dire). Noi siamo stati al Tamaki.
⇒ Sul tema ha scritto Letizia su Persorsi: incontrare i maori
Giorno 6 bis – Tongariro Alpine Crossing
Famoso e impegnativo sentiero escursionistico da fare in giornata fra i vulcani di uno stupendo parco nazionale, usato per ricostruire la Mordor del Signore degli anelli. A fine settembre era ancora troppo presto per salire, c’è neve, ma qui il tempo è imprevedibile tutto l’anno e la nebbia potrà guastare i vostri piani anche in primavera ed estate (vedi questo racconto di Paola), quindi preparatevi a dover cambiare i piani.
Giorno 6 – Napier, fra vini e Art Deco
Avendo rinunciato al Tongariro siamo andati a Napier, una tappa molto particolare, inserita anche per esplorare la vicina zona vinicola di Havelock North. Questa cittadina fu distrutta nel 1931 da un devastante terremoto e ricostruita nello stile dell’epoca (che fra l’altro non era nemmeno troppo costoso), l’Art Deco. E questo dà un’atmosfera particolarissima alla città, che sembra uscita da un film sull’epoca. È stato bello visitarla con il tour guidato organizzato dall’ufficio del turismo, accompagnati da bravissime e appassionate pensionate del posto che adorano far conoscere la storia della loro città.
⇒ Noi abbiamo alloggiato all’adorabile b&b Cobden Garden Homestay
Giorno 7 – A Wellington
Wellington è, secondo me, la città più bella e piacevole della Nuova Zelanda. Un posto dove immagino potrei vivere, e star bene. Perché qui si respira un’atmosfera rilassata e accogliente, ma anche dinamica, anche a livello culturale, che mi ha ricordato un po’ San Francisco, anche se su una scala molto, molto più piccola. Qui è bello restare anche semplicemente per vedere la gente che fa jogging lungo il mare, per provare i ristoranti e i bar della città. Sarei rimasto a lungo.
A Wellington si perde tempo volentieri, ma ci sono anche almeno due cose da non perdere. Il primo è il bellissimo museo Te Papa, un vero scrigno di tesori della cultura Maori e della storia neozelandese. Il secondo è la visita alla Weta Cave, dove si può scoprire il mondo dei ‘maghi’ delle scenografie che hanno creato la Terra di Mezzo per Peter Jackson (e dato forma alla fantasia in molti altri film).
Poco distante da Wellington, ci si imbarca per l’isola del sud, dove si arriva dopo una breve navigazione a Picton. Se avete un’auto a noleggio dovrete probabilmente lasciarla nell’isola del nord e prenderne un’altra.
⇒ Per approfondire: le città della Nuova Zelanda (da Persorsi Blog)
L’isola del Sud
Questa è la parte, per me, più emozionante di un viaggio in Nuova Zalenda. Qui gli spazi, se possibile, diventano ancor più vasti (dovrete macinare molti, molti chilometri) e la natura regala gli spettacoli più potenti sotto l’occhio del Monte Cook, il più alto del Paese.
Giorno 8 – A piedi nell’Abel Tasman National Park
(qui si può restare tranquillamente fino a una settimana)
Qui si cammina lungo la costa, fra spiagge e foreste. D’estate è una passeggiata popolarissima, che molti fanno in infradito: il movimento è rallentato dalla folla di camminatori e scandito da una punteggiatura di bagni e pause, tanto che c’è un limite di notti per ostelli e campeggi. Fra la primavera e l’inverno neozelandesi il sole è più tiepido, la pioggia scende più spesso a illuminare il verde dei boschi e le notti nei rifugi sono più fredde. Però, grazie a un microclima più caldo e secco che nel resto del Paese, questo è un trekking che si può fare tutto l’anno, a piedi o alternando le camminate con il kayak. E l’abbiamo scelto per questo. In estate potete restarci anche una settimana se avete il tempo, d’inverno un paio di giorni sono sufficienti.
Ho scritto sul tema un post pieno di informazioni utili (spero): trekking nell’Abel Tasman
Giorno 9 Le balene di Kaikoura
Kaikoura si promuove come uno dei migliori posti al mondo dove vedere le balene. Tutto molto strutturato e un po’ caro (145$), su navi moderne e molto veloci. Di balene ne abbiamo viste molte, ma non è stata l’esperienza più bella, nel genere.
⇒ Per approfondire: cinque posti dove vedere le balene
Giorno 10 – Marlborough e i suoi sauvignon
Questa è una zona famosa per i vini, qui vengono infatti prodotti alcuni dei Sauvignon migliori al mondo anche se sono vini che hanno uno stile molto particolare e un’acidità spiccata. Noi abbiamo dedicato la giornata alla visita di cantine (Seresin, Nautilus, Forrest, Eureka, tutte eccellenti): visitare cantine in Nuova Zelanda è sempre piacevolissimo. Le degustazioni sono a volte gratuite, a volte a pagamento ma abbiamo sempre trovato molto calore e disponibilità, oltre a entusiasmo e ottimi vini. Spesso le cantine ospitano ottimi ristoranti. Ma se non siete interessati (solo) al vino è possibile esplorare la zona di profonde insenature del Marlborough sound anche in bici o in kayak.
Giorni 11 e 12 – Le Pancake Rocks e la selvaggia West Coast
Nemmeno volevamo venirci qua. Che errore sarebbe stato. Certo si viene per vedere le bizzarre formazioni rocciose affacciate sull’oceano e spesso si dice “tutto qua?”. E dopo una scrollata di spalle si riparte. Ma, forse complice una mareggiata e una scarsa affluenza da bassa stagione, le Pancake Rocks quel giorno di metà settembre avevano qualcosa di misterioso, primitivo ed estremamente potente. Quasi sconvolgente.
Se volete dormire qui, un posto un po’ più costoso della media ma di una bellezza pazzesca è il Punakaiki resort, affacciato sul mare (da evitare se vi dà fastidio il rumore delle onde).
Le Pancake rocks però annunciano soltanto quella che è una delle zone forse meno battute ma più belle della Nuova Zelanda, la West Coast. Incontrerete poche auto e pochi centri abitati lungo questo tratto di strada che sa di frontiera e ricorda un po’ le zone più selvagge degli Stati Uniti.
⇒ Ne ho scritto qui: lungo la West Coast della Nuova Zelanda
Giorno 13 – I ghiacciai Fox e Franz Josef
A queste latitudini normalmente non ci sono ghiacciai. Ma in questo punto della West Coast sono favoriti dal freddo e dal clima molto umido e piovoso. Nonostante questo si stanno ritirando a vista d’occhio e paragonare le foto di qualche decennio fa a oggi è doloroso, anche il ritiro era iniziato lentamente ben prima del riscaldamento globale.
Il ghiacciaio accanto a una foresta pluviale rigogliosa e popolata da bizzarri uccelli simili a pappagalli (i kea) è una visione spiazzante e meravigliosa. Anche se non riuscirete ad andarci vicino: dopo gravi incidenti (un ragazzo morì a causa del crollo di una grotta di ghiaccio) l’accesso è stato bloccato a una grande distanza. Sul ghiacciaio ci si può però salire in elicottero, se il tempo lo permette. L’esperienza è sicuramente bellissima: è però una soluzione costosa, oltre che a mio avviso poco sostenibile dal punto di vista ambientale.
A Franz Josef abbiamo alloggiato al Rainforest Retreat, sistemazione davvero molto bella in un bungalow di legno.
⇒ Ne ho scritto qui: i ghiacciai della Nuova Zelanda
Giorno 14 – Queenstown
Queenstown è diventata negli anni la regina dell’adrenalina e ha saputo promuoversi come capitale del turismo avventura. Un’avventura un po’ plastificata, da parco dei divertimenti, dove ci si fa sballottare in ogni modo ma sempre con un’ampia rete di protezione.
In città e nei dintorni è nato il Bungy Jumping, il salto nel vuoto assicurati a un elastico che, se avete fegato, potete provare (ancora una volta, nemmeno questo è regalato). Questa è la capostipite di questo tipo di attività che attira un sacco di giovani da queste parti.
Però va aggiunta anche un’altra cosa: Queenstown non può mancare nel vostro itinerario perché è davvero molto bella e lo sono anche i suoi dintorni dove, ancora una volta, troverete ottimi vini. La regione del Central Otago è famosa soprattutto per i suoi Pinot Noir.
Giorno 15 – Il Milford Sound
Già arrivare in questo fiordo pazzesco è uno spettacolo. La strada è bellissima, di quelle indimenticabili. Ed è appena l’inizio visto che la crociera che percorre il fiordo vi porterà a scoprire uno scenario da fiaba. Qui piove quasi sempre, ma dicono che il fiordo sia più bello quando il tempo è brutto: le alte pareti di roccia si ricoprono infatti di rivoli e cascate.
Noi abbiamo scelto una formula che abbinava il kayak alla visita: una delle esperienze più belle del viaggio.
Giorno 16 – Christchurch
Forse non è una città bella, e quando siamo passati noi, nel 2015, erano visibili i segni del devastante terremoto del 2011. Impalcature, edifici diroccati (fra i quali la cattedrale, ricostruita in cartone e materiali riciclabili), container per i negozi, gru. Ma Christchurch è una città interessante, accogliente e che mostra una grande forza d’animo.
Per continuare a leggere
- Se cercate un’altro un altro punto di vista sull’itinerario: emozioni di settembre in Nuova Zelanda (da Persorsi Blog)
- Qui trovate gli altri post sulla Nuova Zelanda
- Libri di viaggio sulla Nuova Zelanda