In cammino fra Magome e Tsumago

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A piedi fra Magome e Tsumago lungo l’antica Nakasendo, la strada che collegava Kyoto a Edo fra i monti

Chiudi gli occhi e dimentica. Dimentica l’asfalto che hai sotto i piedi, la centrale idroelettrica che hai appena oltrepassato e prova a rimuovere dai pensieri pure il gruppo di turisti rumorosi che hai appena incontrato. Poi riaprili. Vedrai l’antica stazione di posta di Tsumago come l’avrebbe vista un viaggiatore del Seicento. Un commerciante, oppure un servitore o il dignitario di un daimyo in viaggio verso la capitale Edo. Immagina i cavalli e i richiami dei venditori. Tutto il resto, compreso il sole che si avvia al tramonto non va immaginato, perché è lo stesso. E’ quello che vedo.

Tsumago (foto di Patrick Colgan, 2019)

E poi rivedo la strada fatta a piedi fin qua. Il panorama sulla valle, le pietre che recano incisi ideogrammi che non so tradurre, le piccole statue di Jizo alle quali ho lasciato una moneta e altre che rappresentano dei o spiriti che non conosco. Vedo i boschi profondi e le case secolari. I macachi fra le risaie che ci osservano da lontano. Ricordo la fatica arrancando in salita, la pioggia battente. Il tè e i mochi sul passo, il conforto di una bevanda calda. E poi la discesa, i boschi che cambiano gradualmente, i terreni coltivati.

Poi rivedo il vecchio punto di controllo dove un tempo si dovevano mostrare documenti e lasciapassare e forse c’era anche chi provava paura. E invece qui, ora, un abitante del posto serve il tè ai camminatori e fa loro firmare un libro degli ospiti, provando qualche parola d’inglese. Lo sfoglio. Parole in inglese, in polacco, in italiano. E infine ricordo la discesa verso il fiume sul vecchio lastricato, le due meravigliose cascate gemelle in mezzo al bosco. Le prime case di Tsumago, poco fa.

Camminare sulla Nakasendo (foto di Patrick Colgan, 2019)

Percorrere un tratto dell’antica Nakasendō (中山道), significa percorrere quella che oggi è una via secondaria, che passa attraverso borghi silenziosi e strade deserte. Ma significa anche percorrere un tratto di storia del Paese. Assieme alla Tōkaidō (che seguiva la costa meridionale), questa via fra le montagne era la strada principale fra l’antica capitale, Kyoto, e la nuova, Edo (oggi Tokyo). Il suo periodo di massimo utilizzo fu fra XVII e XVIII secolo, quando veniva percorsa dai grandi cortei dei signori feudali, i Daimyo, costretti ad alternare periodi di permanenza nei loro territori ad altri a Edo, dove le loro famiglie erano, in sostanza, ‘ostaggio’ dello shogun.

Un tè al vecchio punto di controllo sulla Nakasendo

Un tè al vecchio punto di controllo sulla Nakasendo

Magome

Magome (foto di Patrick Colgan, 2019)

Nella valle del Kiso, a nord di Nagoya, si possono ancora percorrere alcuni tratti di questa strada, il più famoso dei quali, ma non l’unico, è quello che ho percorso fra Magome e Tsumago.

Finito il sentiero ci aspetta la cena nel nostro ryokan. Prima però un bagno caldo nell’ofuro, nell’acqua calda che sembra avvolgere i muscoli assorbire la stanchezza dal corpo. Camminare in Giappone è splendido per i paesaggi, ma anche per questi piccoli piaceri a fine giornata.

Magome e Tsumago

Magome-juku e Tsumago-juku sono due delle 69 stazioni di posta che lungo 534 chilometri di strada fornivano ristoro e servizi ai semplici viaggiatori e ai signori feudali (per i quali c’erano apposite strutture). E nonostante in particolare Magome sia stata colpita da numerosi incendi, entrambi i paesi hanno mantenuto la forma e l’aspetto del tempo. Lo sviluppo di questi paesi è molto particolare, unico, dal momento che era vietato lo sviluppo in larghezza, ma dovevano costeggiare la strada. Nella valle del Kiso ci sono diversi altri posti simili, come Narai.

La valle è divisa fra due prefetture: Magome è nella prefettura di Gifu, mentre Tsumago è in quella di Nagano.

Camminare sulla Nakasendo

Molti dei viaggiatori che vengono a Magome e Tsumago lo fanno per camminare i circa otto chilometri di Nakasendo preservata fra i due abitati. Il sentiero, in alcun punti lastricato, attraversa un paesaggio montano dolce, ma di grande bellezza, intersecando più volte la strada asfaltata. Non presenta alcuna difficoltà tecnica, è ben segnalato e accessibile a tutti e sono sufficienti scarpe intermedie. Da Magome a Tsumago c’è un po’ meno salita, concentrata nella parte iniziale del percorso e per questo è la direzione in cui cammina la maggior parte dei visitatori. Insomma, non è un sentiero impegnativo: se cercate qualcosa di più tosto orientatevi invece sul Kumano Kodo, per esempio.

Letizia a Magome-toge (foto di Patrick Colgan, 2019)

Letizia a Magome-toge (foto di Patrick Colgan, 2019)

Camminare sulla Nakasendo (foto di Patrick Colgan, 2019)

Camminare sulla Nakasendo (foto di Patrick Colgan, 2019)

Con il ghiaccio o la pioggia intensa le parti lastricate possono diventare molto scivolose, è quindi necessario fare attenzione o camminare sui bordi del sentiero, ovviamente con calzature adatte.

Il sentiero fra Magome e Tsumago è il più famoso fra i tratti di Nakasendo percorribili, ma un altro tratto che si dice sia ugualmente bello, ma meno frequentato, è quello fra Yabuhara e Narai.

⇒⇒ se cercate altri spunti leggete questo post: trekking in Giappone, sei itinerari

Il servizio di trasporto bagagli

Sia l’ufficio del turismo che gli alberghi della zona (quasi tutti ryokan o minshuku, in stile tradizionale) offrono il trasporto dei bagagli da un paese all’altro o verso altre località in modo da consentire di fare il percorso senza pesi eccessivi.

 

 

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Volevo condividere un’altra foto di Cina e invece, mentre sono seduto sul tatami della mia stanza non riesco a smettere di pensare al Giappone e a ripercorrere mentalmente i viaggi del passato, i posti, le persone che ho incontrato, tutto quello che questo Paese mi ha donato finora, anche in maniera inaspettata. Come il tè che il simpatico signore della seconda foto offre a chi cammina fra Magome e Tsumago, un piccolo trato dell’antica strada Nakasendo che collegava Kyoto a Edo (Tokyo) Questo è il quindicesimo viaggio e ancora non mi stanco di tornare. (Grazie a @letizia.gamberini per le foto!) #japan #🇯🇵 #japantravel🇯🇵 #Giappone

Un post condiviso da Patrick Colgan – OrizzontiBlog (@orizzontiblog) in data:

Se si consegna il proprio bagaglio entro le 11 all’ufficio del turismo di uno dei due paesi verrà trasferito all’altro in giornata a soli 500 yen (a marzo, momento della nostra visita, il servizio non era però attivo, forse perché era bassa stagione). Noi ci siamo organizzati in altro modo: alloggiando a Magome abbiamo lasciato i bagagli in albergo, abbiamo camminato fino a Tsumago e siamo tornati con l’ultimo bus (alle 16.50): se partite presto è possibile farlo arrivando la mattina da Kyoto o Osaka (da Tokyo i tempi sono un po’ più tirati).

La maggior parte delle guide sostiene che bastino due o tre ore per percorrere gli otto chilometri ed è un tempo corretto se lo si intende come pura attività fisica: ma non ha senso venire fin qui per camminare otto chilometri a tutta velocità. Se volete fare questo percorso con calma, prendendovi qualche sosta per un té, per le fotografie o anche semplicemente per ammirare il paesaggio e lasciar viaggiare l’immaginazione fareste meglio a prevedere almeno tre o quattro ore.

Una delle due cascate lungo il percorso fra Magome e Tsumago

Una delle due cascate lungo il percorso fra Magome e Tsumago (Foto di Patrick Colgan, 2019)

Come arrivare, quanti giorni servono

Un pernottamento è sufficiente per percorrere il sentiero e godersi questi posti magnifici. Se però avete tempo si possono senz’altro passare due notti o più in zona, magari per andare a vedere anche Narai o percorrere altri tratti della Naksaendo.

Per arrivare a Magome dovete arrivare a Nakatsugawa in treno e poi proseguire per 25 minuti in bus fino a Magome. Per Tsumago la stazione di riferimento è invece Nagiso.

Entrambe sono sulla linea ferroviaria che collega Nagoya a Nagano. Da lì si prosegue in bus. A questo indirizzo trovate tutti bus dell’area.

Magome

Magome (foto di Patrick Colgan, 2019)

Dove alloggiare

Parte del fascino di questi posti è rappresentata dalle belle locande, ryokan e minshuku (se non sapete cosa sono leggete qui) dove potrete pernottare, in alcuni casi in edifici vecchi di secoli. Assolutamente consigliata la mezza pensione.

La nostra scelta, quasi obbligata vista la bassa stagione, è stata Magome Chaya (guesthouse molto semplice ed essenziale, ma dove si mangia benissimo).  Sempre a Magome c’è anche Tajimaya. Se avessi alloggiato a Tsumago avrei invece scelto, credo, Fujioto: i gestori hanno vissuto in Italia, mi hanno raccontato, e avrei ascoltato volentieri la loro storia.

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3 Commenti

Vittorio Luglio 12, 2019 - 10:14 am

Ciao! Secondo te è possibile percorrere il cammino a gennaio o è troppo off limits? Grazie per la risposta!

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patrickcolgan Luglio 15, 2019 - 6:03 pm

Non l’ho fatto, quindi non saprei. so che alcuni tratti sono un po’ scivolosi con la pioggia. Probabilmente in inverno c’è neve e molti posti sono chiusi, ma da Magome Chaya mi hanno detto che sono aperti tutto l’anno! Secondo me, arrivando un minimo preparati, si fa!

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Stefania - Prossima Fermata Giappone Aprile 24, 2019 - 1:35 pm

Adesso per la Golden Week farò un viaggio in solitaria nella Prefettura di Nagano e andrò a visitare la parte di Nakansendo di Kiso Fukushima e Narai. Non vedo davvero l’ora! Le atmosfere delle stazioni di posta mi hanno sempre stregata.

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