Il mare di Cres

di

Croazia, un’isola tranquilla e in poche parole bellissima. Un breve viaggio fra Valun, Beli e Lubenice.

Quando sbarchi dal traghetto e imbocchi la strada che da Porozina va verso sud, improvvisamente ti si apre un panorama che si perde in lontananza su quest’isola stretta, come una virgola immersa nel blu profondissimo del golfo del Quarnaro. Lo sguardo coglie il verde intenso dei boschi, i promontori frastagliati e le ripidissime discese verso il mare. Il mare di Cres. E’ un attimo, perché stai guidando e non c’è posto per fermarsi, ma è come se in un questa visione d’insieme ci fosse già un po’ dell’anima dell’isola. Un’impressione che non sarà smentita.

La Croazia in agosto?

Sì, è vero, c’era tanta gente e la spiaggetta deserta ce la siamo dovuta guadagnare in barca. Ma accanto alla folla c’erano anche un mare meraviglioso, gente sorridente e ospitale, ottimo cibo e ottimo vino. E un clima rilassato, semplice, che contrasta in maniera stridente con quello della vicina isola di Lussino.

Abbiamo deciso di partire per Cres all’ultimo momento. Ci siamo lasciati ispirare da qualche racconto, qualche foto e da un post. E abbiamo scelto di non ascoltare chi provava a scoraggiarci. Non serviva molto, in fondo, per convincerci a partire: avevamo pochi giorni e molta voglia di mare. E anche  se in tanti dicevano di evitare la Croazia ad agosto, l’idea di tornare verso est e verso la penisola balcanica, in fondo così vicina, ci emozionava. Ci pensavamo di continuo, in realtà, fin da quando ritornammo dal viaggio di tre anni fa che ci portò da Bologna al Montenegro e poi a Sarajevo via terra.

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L'isola di Cres

L’isola di Cres. Sulla sinistra la costa istriana. In alto il percorso tratteggiato è quello del traghetto

Valun

Abbiamo scelto di alloggiare a Valun, un piccolo borgo di pescatori incastonato in un piccolo golfo circondato da alture. Anche solo la sua descrizione era bastata ad emozionarci. Qui le auto proprio non ci passano e l’accesso in macchina è limitato (i più devono parcheggiare e scendere a piedi). E così ci si sposta solo a piedi: sei sempre a due passi dall’acqua e anche se d’estate il paese è affollato di turisti, e praticamente ogni edificio ospita camere in affitto o alberghi, si respira una tranquillità profonda.

Non c’è nulla di invasivo. Ci sono tre ristoranti tranquilli e un paio di bar, non ci sono barche troppo grandi o rumorose, né negozi pacchiani, tutt’al più i bambini che vendono conchiglie colorate da loro per poche kune.

Ai lati di Valun poi ci sono ben due spiagge di ciottoli dall’acqua turchese. Quella a nord, cinque minuti a piedi dal centro, è la più tranquilla (ma si riempie rapidamente), quella a sud è più vicina al porto e molto frequentata dagli ospiti del campeggio adiacente. Ci sono anche varie calette più isolate, raggiungibili in kayak o con una barca a noleggio. Anche se possono capitare le sorprese: dopo aver pagaiato sul kayak con vigore per venti minuti abbiamo scoperto che la piccola baia solitaria che vedevamo da lontano era occupata da naturisti!

Valun, insomma, invita a restare. Si potrebbe decidere di restare qui, senza pensieri, senza muoversi più (anche perché ogni volta che si deve spostare l’auto è uno strazio). Ma sarebbe un peccato, perché Cres di bellezze ne ha tante.

Valun, Cres

Valun dalla terrazza comune del nostro residence (foto di Patrick Colgan, 2016)

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Lubenice e le sue spiagge

Incastonata in cima a un monte, lontana da tutto, Lubenice ha un’atmosfera antica e sognante, in cui il blu del mare di Cres si confonde con quello del cielo. E’ sicuramente un’illusione che vela i miei occhi da turista — qui di certo la vita un tempo era estremamente ardua e ogni pietra è stata portata e posata con grandi fatiche —, ma oggi il paese è idilliaco e invita all’ozio, magari bevendo una birra al bar affacciato sulla scogliera, o cenando al ristorante in un angolo tranquillo del borgo. Dall’alto si vede, in basso, una spiaggia lontana. E’ quella di Sveti Ivan, solo la più grande e più accessibile delle spiagge al di sotto di Lubenice.

Sveti Ivan si può raggiungere con un sentiero abbastanza ripido (45 minuti a scendere, più di un’ora a salire) per ritrovarsi comunque in mezzo ai tanti — ma sempre meno che nelle altre spiagge — che arrivano con il tour giornaliero da Cres (su di un finto veliero). Se avete una barca privata potete scegliere invece un’altra delle microscopiche spiaggette che costellano questo tratto di costa e scoprire il lato più selvaggio dell’isola: è quello che abbiamo fatto noi.

A Lubenice, panorama sul mare (foto di Patrick Colgan, 2016)
Una caletta isolata, sotto Lubenice (foto di Patrick Colgan, 2016)
Spiaggia di Sveti Ivan, Lubenice (foto di Patrick Colgan, 2016)
Spiaggia di Sveti Ivan dall'alto, Lubenice (foto di Patrick Colgan, 2016)

Beli

E’ la prima spiaggia che si incontra arrivando da nord ed è stato il nostro primo incontro con Cres, quasi fortuito. Merita una visita anche solo per la stretta, bellissima strada che conduce al minuscolo paese e alla spiaggia sottostante. E’ la più affollata e organizzata fra quelle che abbiamo visitato sull’isola e, forse perché isolata, forse perché vicina alla terraferma sembra molto amata dai locali. Si affittano ombrelloni e kayak, ci sono due baretti sulla spiaggia e c’è pure una zipline che taglia il cielo sopra la baia (e ogni tanto sentirete provenire dall’alto le grida di chi si lancia). Ma allo stesso tempo, anche se c’è tanta gente, è tutto così rilassato e tranquillo che ti godi semplicemente il mare cristallino e il paesaggio.

Beli

Beli, Cres (foto di Patrick Colgan, 2016)

L'affollata spiaggia di Beli

L’affollata spiaggia di Beli (foto di Patrick Colgan, 2016)

Vista su Krk e la terraferma, da Beli


Vista su Krk e la terraferma, da Beli (foto di Patrick Colgan, 2016)

Informazioni generali

Come arrivare a Cres

I traghetti, piuttosto frequenti, sono due, uno da Brestova, sulla sponda orientale dell’Istria, a Porozina e uno da Valbiska (Krk) a Merag operati da Jadrolinja. Noi abbiamo scelto la prima opzione, da Brestova. Siamo partiti da Bologna poco dopo le tre di notte e siamo arrivati alle otto di mattina all’imbarco. Il costo del traghetto è di circa 40 euro andata e ritorno (auto inclusa) e il viaggio dura venti minuti. Il biglietto si può acquistare facilmente on line, ma non consente di prenotare un posto: le auto si devono comunque mettere tutte in fila in ordine d’arrivo e il traghetto ne imbarca quante possibile. Ma non spaventatevi se c’è una lunga coda. Ci sono oltre 150 posti e sembra esserci sempre posto per tutti.

Panorama di Cres

Panorama di Cres (foto di Patrick Colgan, 2016)

Immersioni a Cres

Questa è una nota negativa: non sono riuscito a fare nemmeno un’immersione! A Beli c’è un centro diving che non mi è sembrato particolarmente organizzato. Le immersioni, a sentir loro, erano possibili in qualsiasi momento ma, mi par di capire, senza un divemaster. Quando ho detto che ero solo, e quindi senza partner, mi han detto infatti che non era possibile perché l’istruttore era impegnato nei corsi (e non mi è stata proposta alcuna alternativa, si vede che non avevano gran bisogno di clienti). A Cres c’è un altro centro diving che però aveva tutto l’equipaggiamento già noleggiato per i successivi dieci giorni. Mai successo prima. Magari in Croazia funziona così…

Trovare alloggio a Cres

Non è stato facile trovare alloggio a Cres, anche perché ci siamo mossi davvero all’ultimo minuto. Sui siti di prenotazioni specifici per la croazia ci sono poche camere e numerose email e telefonate non avevano dato frutti né risposte di alcun tipo. Avevamo letto racconti di gente partita senza prenotazioni anche ad agosto, ma non ce la sentivamo (anche se a posteriori posso dire che probabilmente avremmo trovato qualcosa).

Alla fine abbiamo prenotato solo per i primi tre giorni, a Valun, utilizzando un sito di prenotazione fra i più usati: da Roberto ci siamo trovati benissimo. Una volta arrivati abbiamo trovato un alloggio per il quarto giorno chiedendo ai vari affittacamere in paese.

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