Seconda parte del giro ad Azabu con Shinji Nohara: una visita al bar di Gen Yamamoto, che offre forse i migliori cocktail di Tokyo
Shinji Nohara, la mia guida a Tokyo mi porta in un altro locale che non avrei mai trovato da solo. Siamo in un vicolo abbastanza anonimo fra i palazzi di Azabu. Sulla porta di un edificio scuro c’è scritto solo Gen Yamamoto – bar. E basta. Dentro il bar è piccolissimo, ma elegante: non ci sono né l’allegria e il leggero caos delle izakaya, né l’intimità estrema e l’horro vacui di certi bar di Golden Gai. Ci sono solo un grande tavolo di legno con soli otto posti a sedere nella penombra. L’illuminazione è soffusa, debole, punteggiata da faretti che, scoprirò poi, servono a illuminare i drink, proprio come fossero le star di un varietà. Perché qui tutto ruota attorno a quello che si beve, non ci sono altre distrazioni. E’un posto intimo e raccolto, come un ristorante di sushi di alto livello. Il barman, Gen (si legge Ghen), è vestito di bianco, impeccabile, e ci porge il menù dei cocktail.
Il suo inglese è perfetto e parla volentieri, ma da bravo barman non sovrasta il cliente: frasi brevi per lasciare lo spazio per interrompere la conversazione in qualsiasi momento. Non ruba la scena alle sue creazioni che hanno bisogno di un’attenzione completa. Yamamoto racconta che ha vissuto cinque anni in New Jersey e tre a New York, dove ha affinato la sua professionalità di mixologist lavorando in vari bar, anche di fama. Ma non era soddisfatto degli ingredienti che aveva a disposizione sul territorio. E’ così che ha deciso di tornare in Giappone e aprire il suo locale nel 2013: voleva reinventare nel suo Paese quanto aveva imparato.
Il menù varia continuamente, in pratica ogni settimana, e il motto è eloquente ‘cocktail as cuisine’: e infatti i drink utilizzano ingredienti pregiati e di stagione per raccontare i sapori del suo Paese. E’ una storia di incroci: frutta, verdura, spezie, erbe sono giapponesi, mentre gli alcolici spesso stranieri. E anche per questo motivo, perché si tratta di un menù irripetibile, che conviene provare la degustazione, con assaggi di quattro cocktail in sequenza (4.500 yen, circa 30 euro al cambio attuale) o sei cocktail (6.500 yen).
I cocktail di Yamamoto sono a contenuto alcolico ridotto e i bicchieri non sono grandi: non si tratta quindi di una maratona etilica, ma di un momento dedicato interamente a quello che si sta bevendo, a provare nuovi aromi e sapori. Un’esperienza.
Ecco cosa ho bevuto.

Pomodoro di Ishiyama, Shiso (pianta aromatica della famiglia della menta), vodka di segale (foto di Patrick Colgan, 2014)

Spicy ginger: zenzero dorato, spezie ed erbe, lime dell’isola di Iwagi e gin spagnolo (foto di Patrick Colgan, 2014)
Per continuare a leggere
- Un bell’articolo (in inglese) su Gen Yamamoto di Yukari Sakamoto, autrice di Food Sake Tokyo (è autrice anche di un ottimo blog in inglese).
- Dalla mia visita Gen Yamamoto ha aumentato costantemente la sua reputazione entrando anche nelle classifica di World’s 50 best bars, che a dispetto del nome elenca 100 locali: Gen Yamamoto è in posizione 88.
- La prima parte dei due post dedicati ad Azabu e ai suoi locali: un caffè da Jose Kawashima
- Se volete bere un drink a Tokyo, ma sarà di livello inferiore, potete fare un giro a Golden Gai
Come arrivare al bar di Gen Yamamoto
Gen Yamamoto Anniversary Building 1F 1-6-4 Azabu-Juban, Minato-ku, Tokyo 106-0045 (tutti i giorni dalle 15 alle 24, la domenica fino alle 2, chiuso il lunedì, 30 aprile, 7 maggio, 21 maggio) fermata metro Azabu-juban