Atmosfere da antico Giappone fra i monti. Viaggio a Takayama in inverno
Ha un nome che è già una promessa: Takayama (高山) in giapponese significa ‘alta montagna’. E le montagne ci sono, anche se non alte come ti aspetteresti, almeno non nelle immediate vicinanze. E poi vecchie case di mercanti, templi, uno splendido ponte e un mercato del mattino vivace e scenografico, lungo il fiume. Takayama l’abbiamo visitata d’inverno, fredda e con la neve accumulata ai bordi dei marciapiedi, sembrava tutto perfetto. Eppure è mancato qualcosa, in questa promessa non mantenuta fino in fondo. E ci ho pensato a lungo, cercando di capire che cosa fosse.
Forse ho capito cos’è mancato: nella sua splendida solitudine da bassa stagione, Takayama, in gennaio, era troppo vuota quasi dormiente. E così la cosa che ho più amato è stato il nostro rifugio, la nostra piccola, accogliente casa, la pensione a conduzione familiare, minshuku, che ci ha ospitato. Ricordo i sapori della carne di Hida (simile a quella di Kobe), dello hoba miso (soia fermentata) servito su una foglia di magnolia, delle erbe di montagna. E poi ricordo il caldo, mentre fuori c’era il gelo: non c’era nessuno e quindi il bagno termale, l’onsen, della pensione era tutto per noi. L’immersione nell’acqua rovente ci rendeva immuni alle temperature sottozero per ore.
A Takyama però mi piacerebbe tornare, magari per il famoso matsuri, la festa che è fra le più belle del Giappone e per la quale la cittadina sembra prepararsi tutto l’anno: si tiene in due occasioni, in primavera (Sanno Matsuri, 14-15 aprile) e in autunno (Hachiman Matsuri, 9-10 ottobre). Anticamente la festa d’autunno segnava l’inizio di una fase di letargo dell’agricoltura locale. E forse è ancora così.
⇒⇒ aggiornamento 2017: al festival sono poi andato e l’ho raccontato qui – A Takayama per il matsuri di ottobre
Piccola guida a Takayama: i mercati del mattino
E’ da qui che parte una visita a Takayama, di buon mattino. I mercati sono due e non molto distanti: uno davanti al Takayama Jinya, l’ex palazzo del governo, e uno lungo il fiume Miyagawa. Le bancarelle vendono tsukemono — i coloratissimi sottaceti giapponesi —, cachi essiccati (specialità del posto), artigianato in legno, dalle bacchette made in Takayama a oggetti più complessi, e la mascotte locale, la semplicissima bambola portafortuna in tessuto ‘Sarubobo’.

La città vecchia di Takayama
La brutta città moderna si interrompe improvvisamente, senza preavviso, e con un passo si è lontanissimi dai vialoni, dallo sferragliare dei treni, dal viavai del bus, anche dal timido fermento della zona dello shopping. Qui è tutto differente, ci sono vecchie case di mercanti in legno scuro allineate lungo poche vie, austere e misteriose come sanno essere solo in Giappone. A volte è difficile anche distinguere l’ingresso di questi edifici. E pure quando li trovi aperti hai sempre un attimo di timore prima di fare un passo avanti e entrare, come se stessi violando qualcosa.
Le vecchie case sono incorniciate dalla neve e sono bellissime. Per me è una sorpresa. Avrei voluto vedere così Kyoto o Kanazawa, ma in tanti viaggi in Giappone in inverno non mi è mai capitato il dono della neve.
E così, mentre camminiamo fra queste antiche case, ho la mente altrove, immagino Kyoto e spargo un po’ di questa coltre bianca sui miei ricordi. Vorrei vedere all’interno di queste case, far scivolare di lato una di queste porte, vedere se c’è un irori, il braciere delle case giapponesi, davanti a cui scaldarsi, ma non è possibile: ci sono alcune case di mercanti visitabili (Yoshijima-ke e Kusakabe Mingeikan), ma l’orario invernale, estremamente ridotto, è una sentenza. Troviamo solo porte chiuse.
(le ho poi visitate quando sono tornato nel 2016, stupende e assolutamente da visitare)
Ecco, la porta chiusa è qualcosa che addolora il visitatore giunto da lontano. E’ un visitatore sprovveduto, che magari non ha controllato bene gli orari e può prendersela solo con se stesso, certo. Ma dopo aver percorso diecimila chilometri trovarsi a un piccolo spessore di legno da una cosa bella getta nello sconforto. E forse è anche questo che mi resterà dentro come una promessa non mantenuta.

di そらみみ (Own work) [CC BY-SA 4.0]

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Un’altra specialità locale è il sake e ci sono numerose ‘distillerie’ (termine non corretto perché il sake o, nihonshu, non è un distillato, ma un prodotto della fermentazione del riso). Si riconoscono, nella città vecchia, dalle sfere fatte di rametti di cedro sopra l’ingresso. Si possono fare assaggi e acquisti, ma non tutte le qualità sono adatte al trasporto, in quanto alcuni tipi sono deperibili e andrebbero mantenuti in frigo: non preoccupatevi, in genere è ben indicato, anche in inglese. Una lista delle distillerie è sul sito dell’ente del turismo locale. Il periodo fra gennaio e febbraio è anche il migliore per visite guidate e degustazioni.
Il festival di Takayama
Passeggiando in città capiterà di vedere strane costruzioni, simili a garage altissimi. Contengono i carri allegorici del Takayama matsuri, uno dei festival più famosi del Giappone. Il museo Takayama Yatai kaikan espone a rotazione quattro dei 23 carri e permette di farsi un’idea di cosa è questa festa che si tiene 14-15 aprile e 9-10 ottobre: una processione di mille persone in costume, con danze, spettacoli di marionette e il trasporto degli enormi carri. Ognuno ha particolarità uniche: alcuni hanno le ruote, altri vengono portati solo con la forza delle braccia (impressionante!). L’idea che mi sono fatto è che i ritmi fissati da questa festività, legati anticamente ai tempi dell’agricoltura, continuino a dettare la vita della città.

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Informazioni utili per un visitare Takayama
Qualche informazione che può tornare utile
- Come spostarsi. Hida Takayama (così chiamata per distinguerla da altre Takayama) ha una stazione dei treni Jr e la gran parte dei punti di maggiori interesse è raggiungibile a piedi. Tranne Hida-no Sato, un museo a cielo aperto con abitazioni rurali autentiche qui ricostruite che dista circa tre chilometri: ci si può andare a piedi, in bici o in bus dall’autostazione (c’è un biglietto che comprende andata, ritorno e ingresso. In tutto 930 yen).
- Una bella passeggiata. Dalla città vecchia parte un percorso a piedi nella zona di Higashiyama che attraversa boschi, le rovine del castello (che non c’è più) e alcuni templi.
- Come arrivare. A Takayama ci si arriva in treno con il Japan Rail pass o da Nagoya (140 minuti) o da Toyama (90 minuti). Entrambe sono fermate su linee del treno Shinkansen. Io ho preso il bus da Kyoto, che è una buona alternativa per chi non ha fatto il pass.
- Guide gratuite. La città di Takayama offre alcune guide gratuite che parlano inglese e che vi accompagneranno per un massimo di due ore nella città vecchia. Qui le informazioni.
- Dove alloggiare. La minshuku di cui scrivo all’inizio si chiama Kuwataniya e la mezza pensione è consigliatissima. Ne scrivo fra i miei onsen preferiti. Consiglio anche Iwatakan, ryokan più economico e meno centrale ma con onsen e mette a disposizione degli ospiti delle comodissime bici.
Da Takayama a Kanazawa e Shirakawa-go
Takayama è collegata con due mete molto interessanti e spesso chi viene da queste parti le visita entrambe, la bella città di Kanazawa e il villaggio-museo Shirakawa-go, famoso per le case gassho-zukuri (se l’avete in programma potete evitare di vedere Hida no sato). A Kanazawa si può andare in un paio di ore di treno (via Toyama), ma c’è anche un bus che ci mette poco di più e a metà strada, dopo poco meno di un’ora, ferma anche a Shirakawa-go.
I biglietti per il bus da Kanazawa a Takayama (e Shirakawa-go) si possono prenotare on line su Japan bus on line. Informazioni più dettagliate sui collegamenti le trovate invece su Giapponepertutti.
11 Commenti
ciao,
Tanti complimenti per i tuoi post, sto organizzando un viaggio di 18 gg ad agosto e le tue informazioni sono molto interessanti.
Tra i vari blog che ho consultato le tue descrizioni e bellissime foto mi sono state molto utili.
Vado in agosto anche se farà molto caldo per esigenze di lavoro, ma spero già di tornarci in altro periodo, magari per vedere la famosa fioritura di ciliegi.
Grazie mille per le tue parole! Se hai qualsiasi domanda scrivimi senza problemi, anche direttamente tramite la pagina facebook del blog.
ciao a presto!
Takayama ancora mi manca, la volevo inserire nel futuro itinerario con la valle del Kiso, magari vedrò di organizzare un viaggio in modo da assistere ad una delle due feste, nel frattempo mi segno il nome del minshuku!
Bravo Pat, come sempre quando scrivi riesci a trasmettere bene l’atmosfera del luogo e dai informazioni utili.
Mi permetto di postare i link della mia esperienza a Takayama. L’avevo visitata proprio durante il periodo del matsuri d’ottobre e devo dire che a me aveva fatto impressione migliore di quella che ha fatto a te forse perché molto più viva.
https://ivanmrankov.wordpress.com/2010/10/18/viaggio-in-giappone-2010-day-6-takayama/
https://ivanmrankov.wordpress.com/2010/10/18/viaggio-in-giappone-2010-day-7-takayama-il-villaggio-hida/
https://ivanmrankov.wordpress.com/2010/10/18/viaggio-in-giappone-2010-day-8-da-takayama-ad-osaka/
Ti ringrazio Ivan, non ricordavo questi tuoi post su Takayama e sicuramente penso che dovrei tornare in un momento in cui è più viva. I posti isolati e un po’ deserti hanno fascino, ma… mancava qualcosa.
ciao, a presto. Ero serio quando dicevo che saremmo venuti dalle tue parti eh… ma quest’anno non riusciamo! Ma verremo!
Bellissime fotografie e interessantissimo post.
Presto o tardi riuscirò ad andare in Giappone e quando lo visiterò mi ricorderò di questo posto che hai suggerito :)
Ce ne sono tanti, è davvero un Paese molto interessante in cui viaggiare! Grazie per il commento!