Hanami in anticipo a febbraio: gita in giornata da Tokyo a Mito per la fioritura dei prugni al Kairakuen, uno dei giardini più belli del Giappone
Tutti conoscono, almeno di fama, lo spettacolo (e la festa) della fioritura dei ciliegi in Giappone, che nel centro del Paese avviene in genere fra fine marzo e metà aprile. Meno persone sanno, invece, che fra i primi alberi a fiorire ci sono i prugni giapponesi (ume, in realtà più vicini agli albicocchi) e che i loro fiori cominciano a sbocciare molto prima, intorno a metà febbraio. Io, con i miei otto viaggi in Giappone sulle spalle, ero nel secondo gruppo.
Lo avevo scoperto per caso, leggendo sulla mia guida consunta le opzioni per possibili gite in giornata da Tokyo e parlando con amici. A poco più di un’ora dalla capitale, nella prefettura di Ibaraki, c’è Mito, che ospita il Kairakuen. Secondo la tradizione è uno dei tre più bei giardini del Giappone (assieme al Korakuen di Okayama e al Kenrokuen di Kanazawa): ospita tremila alberi di prugno ed è famosa per una festa che si tiene dal 20 febbraio al 31 marzo, il Mito Ume matsuri.
E avevo scoperto anche di essere abbastanza ignorante sul tema: hanami significa ammirare i fiori. E i prugni (o pruni, è uguale) erano gli alberi ammirati per i loro fiori dai tempi più antichi (settimo, ottavo secolo) ben prima dei ciliegi per i quali la parola è oggi famosa.
⇒⇒ sulla fioritura dei ciliegi ho scritto qui
Arrivare al Kairakuen per la fioritura dei prugni
Scendo dal treno e chiedo una cartina a un piccolo, ma efficiente, ufficio di informazioni turistiche. Mito non è una bella città, da quello che vedo: pare senz’anima come quasi tutte le moderne città giapponesi. Ma la passeggiata fino al parco è piacevole e costeggia il lago Senba, anche se ci sono davvero poche persone in questo giorno infrasettimanale. E purtroppo il cielo coperto spegne i colori. Me lo immagino azzurro, il lago, che riflette il cielo. Ma, anche a colori, resta qualcosa di malinconico in questo specchio d’acqua con le barchette a noleggio a forma di cigno ormeggiate a riva.
La storia del Kairakuen
Al parco c’è decisamente più movimento, anche se la fioritura dei prugni non è ancora al suo apice. Molti fiori sono appena sbocciati. Ma vederne così tanti tutti assieme ha comunque qualcosa di speciale, di magico. Non c’è un gruppetto di alberi: ce n’è una distesa, e di colori diversi che vanno dal rosa tenue a quello più intenso.
E poi ci sono le classiche bancarelle di cibo di strada giapponese e io mi procuro subito dei takoyaki, lo snack più classico: piccole sfere di pastella con un pezzettino di polpo all’interno, tanto assurdo se descritto quanto gustoso. E’ come un hanami in tono minore rispetto alla primavera, ma meno allegro e, almeno oggi, con molto meno alcol. Del resto è solo un martedì pomeriggio. E di sicuro fa più freddo che in primavera.
Kairakuen: una bella idea
I prugni hanno colori splendidi, brillanti anche se oggi non c’è il cielo azzurro che tanto amo dell’inverno giapponese. Il parco però è importante non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua storia particolare: fu aperto nel 1842 e non era per uso privato, ma pubblico. E il suo nome, Kairakuen (偕楽園) significa all’incirca “parco da apprezzare assieme”. Il concetto era una novità, almeno in Giappone. Ma anche in Europa i parchi pubblici al tempo erano ancora pochi, e aperti da pochi decenni.
Lungimiranza del signore locale Nariaki Tokugawa? In parte. Dobbiamo lo spettacolo di oggi a esigenze militari. Intorno al 1829 Nariaki era preoccupato dalla presenza sempre più insistente di europei e americani lungo le coste. Temeva un’invasione (il Giappone doveva ancora aprirsi al commercio), così ordinò di piantare mille prugni. L’umeboshi, prugna salata e conservata è una classica specialità giapponese: si mantiene molto a lungo e il signore in questione pensò che fosse l’ideale per resistere in caso di guerra. Non so se l’idea avrebbe funzionato, ma fortunatamente non ce ne fu bisogno: l’invasione americana fu (almeno nel XIX secolo) solo commerciale e la riserva di frutti per i soldati fu trasformata in parco.
Kairakuen: non solo prugni
Abbiamo già detto che i prugni in questo caso non sono esattamente prugni: il pruno giapponese, lo scrive anche Wikipedia, è in realtà una pianta imparentata sia con i prugni che con gli albicocchi che produce piccoli frutti di circa tre centimetri di diametro. Ma il parco è un piccolo riassunto delle bellezze naturali del Giappone. Ci sono anche un piccolo bosco di bambù e uno di maestosi sugi, i grandi cedri giapponesi (cryptomeria), che in genere ricoprono colline e montagne e qui creano un piccolo, ombroso, angolo di foresta.
Al centro del parco potete godere di un bel panorama dall’alto del Kobuntei, un edificio storico a tre piani (per il quale va pagato un biglietto di 200 yen).
Come arrivare a Mito
Vale la pena di fare il viaggio per la fioritura dei prugni se avete un Japan Rail Pass attivo, altrimenti risulterà forse un po’ troppo costoso. Il treno espresso da Tokyo o Ueno lungo la linea Joban costa infatti 4.200 yen (solo andata) e impiega poco più di un’ora. I treni locali costano la metà e impiegano il doppio del tempo.
Per gli amanti dei sapori particolari segnalo anche che Mito è famosa per il natto: soia fermentata che per molti ha un odore e un sapore sgradevoli.
Per continuare a leggere su Mito e hanami
- Kairakuen, su Japan Guide (in inglese)
- L’Hanami su Viaggiappone
- Gli altri post sul Giappone di Orizzonti
- Quando andare in Giappone? Le stagioni