Contenuti extra

di Patrick Colgan

In questa pagina raccolgo i contenuti extra che completano il mio libro/ebook Orizzonte Giappone. Ci sono i luoghi del libro (citati o meno) e le indicazioni per visitarli e raggiungerli, fotografie, un video e qualche informazione in più sui libri citati. Cliccate sui link sottostanti per navigare più velocemente nella pagina.

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I luoghi di Orizzonte Giappone

Rischio di togliere un po’ di mistero, ma ho deciso di elencare, dopo alcune richieste, capitolo per capitolo molti dei luoghi, ristoranti,  alberghi citati nel libro, senza svelare però tutti i segreti. Elenco però indizi e nomi sufficienti per ripercorrere i miei passi.

Il cibo

Saisei Sakaba

Saisei Sakaba

  • La foto del tachinomi (un locale dove si beve – e soprattutto si mangia – in piedi) è quella di uno dei miei ristoranti preferiti, Saisei Sakaba, specializzato in interiora e frattaglie. Un posto molto divertente, specie se vi va di sperimentare. Si trova a Shinjuku Sanchome (poco adatto ai vegetariani, decisamente).
  • I ristoranti di ramen con la tenda di plastica sono quelli della popolare catena di tonkotsu ramen  (stile tipico del sud) Hakata Tenjin, distribuiti in tutta Tokyo e riconoscibili dal logo con un maiale (ne scrivo qui)
  • Il ristorante Kyubey, a Ginza, è un’istituzione di Tokyo (ne scrivo qui) anche se per qualche motivo insondabile ha alcuni anni fa perso la sua stella Michelin. E’ popolare sia fra i turisti che i giapponesi perché a pranzo è fra i ristoranti più accessibili – diciamo così – nella fascia alta. Sukiyabashi Jiro, dove recentemente ha pranzato Barack Obama assieme al primo ministro Shinzo Abe, è un celebre ristorante con tre stelle Michelin. Era già famosissimo, ma da un po’ di tempo lo è ancora di più grazie al film Jiro e l’arte del sushi
  • Il ristorante di ramen con la macchinetta all’ingresso – come altri del genere – in cui mangio il mio primo ramen nel racconto è l’ottimo Tonchin, a Ikebukuro (ne scrivo qui). Piccolo consiglio su ristoranti con le macchinette: i pulsanti in alto a sinistra sono in genere le scelte consigliate!

Il ramen perfetto

  • Il ristorante in cui mi porta Shinji Nohara è Kaduya, a Meguro. Questo racconto è tratto in gran parte da un post, in cui c’è anche qualche informazione su come arrivarci (e su altri luoghi che descrivo): lo trovate qui.
    L’indirizzo: Kaduya. Tōkyō Shimo 3-2-4 Meguro-ku – かづ屋 – 都目 黒区下目黒 3-2-4 – www. kaduya.co.jp
    n.b. nella nuova edizione 2017 del libro è incluso nella guida al ramen

Kyoto

  • Alcuni dei templi citati sono contenuti nel post Tre templi a Kyoto (con qualche consiglio su cosa abbinare alla visita)
  • Il rotenburo (onsen all’aperto) fra i cedri è in gran parte ispirato a Ohara Sanzen, a Ohara, circa 45 minuti da Kyoto, raggiungibile in bus. Ma un rotenburo abbastanza bello si trova anche al famoso Funaoka Onsen di Kyoto (che accoglie anche chi ha tatuaggi).
Al Caffè Ponte

Al Caffè Ponte (foto di Patrick Colgan, 2014)

Hiroshima

  • Il caffè citato alla fine del capitolo – dove fanno un ottimo kaki furai e servono care spremute d’arancia – è il popolare Caffè ponte, a due passi dal museo memoriale della Pace. Ma in realtà potrebbe trattarsi anche di numerosi altri posti in tutta la città.

Ishigaki

  • L’alloggio descritto è quello della minshuku Rakutenya
  • Il ristorante Paikaji, nei pressi del mercato coperto, è uno dei migliori dell’isola
  • Se volete tentare pesto o pizza interpretati alla maniera di Okinawa (come ho ‘dovuto’ fare io) a Kabira bay trovate il Kabira Cafe (quello del pesto). Non lontano però (poco più avanti sulla sinistra, se volete saperlo) ci sono anche un’ottima izakaya specializzata in sushi, un caffè-bar e un ristorante specializzato in Okonomiyaki

Taketomi

  • Ho alloggiato nell’ottima minshuku Kohamasou
  • Non ricordo il nome dell’izakaya in mezzo all’isola (avevo bevuto troppo awamori?). In realtà ce ne sono solo una o due quindi non avrete problemi a ritrovarla, credo.

Shirakawa-go

  • La vecchia, splendida, casa nella quale abbiamo alloggiato e nella quale il proprietario ci ha raccontato la sua storia al lume di una lampada a olio è Koemon

Shiretoko

  • La favolosa minshuku di Utoro Onsen (dove si mangia benissimo) dove mi hanno fatto sentire davvero a casa – ma nel descrivere la quale ho unito anche esperienze vissute anche in altri posti – non si chiama in realtà Ishikawa (come riportato nella prima edizione di Orizzonte Giappone), ma Ishiyama.
  • Il sentiero di crinale lungo la penisola dello Shiretoko è spiegato nella guida Lonely Planet Hiking in Japan.
  • Dello Shiretoko ho scritto qui

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Foto extra (e un video)

Alcune foto (e un video) che per vari motivi non ho potuto mettere nel libro (anche per non appesantirlo troppo).

Ho inserito anche il quadro di Ayano Yamamoto che ho citato nell’ultimo capitolo. Ayano Yamamoto è un’artista giapponese che per diversi anni ha vissuto in Italia, fra Faenza e Venezia. Realizza in particolare interessantissimi dipinti a olio.

Lo spezzone del film Tampopo di Juzo Itami citato all’inizio del racconto sul ramen perfetto.

Il misoramen di Tonchin

Il misoramen di Tonchin (foto di Patrick Colgan, 2014)

I vari tipi di muschio del Gio-ji (foto di Patrick Colgan, 2014)

I vari tipi di muschio del Gio-ji (foto di Patrick Colgan, 2014)

Tetsugaku no michi, il sentiero della filosofia

Tetsugaku no michi, il sentiero della filosofia (foto di Patrick Colgan, 2014)

Il parco della Pace di Hiroshima

Il parco della Pace di Hiroshima (foto di Patrick Colgan, 2014)

Habushu, distillato con serpente

Habushu, distillato con serpente a Taketomi

Gli orsi: è meglio vederli da lontano

Gli orsi dello Shiretoko: è meglio vederli da lontano (foto di Patrick Colgan, 2011)

Il quadro Matsushima di Ayano Yamamoto

Il quadro Matsushima di Ayano Yamamoto

Le isole di Matsushima

Le isole di Matsushima (foto di Patrick Colgan, 2014)

L'ultima foto, Matsushima

“Alzo gli occhi, sopra di me ci sono le cime dei pini che ondeggiano e un cielo azzurro che sembra chiamarmi. Prendo la macchina e scatto l’ultima foto”
(è questa – e non ci sono solo pini – foto di Patrick Colgan, 2014)

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I libri citati

Purtroppo diversi dei libri che amo di più sul Giappone e che ho citato sono fuori catalogo in Italia, per vari motivi, eccetto quelli di Tiziano Terzani e di sua moglie Angela Terzani Staude. Chiaramente sono solo alcuni libri che ho scelto di citare. La lista dei libri che amo sul Giappone sarebbe estremamente più lunga.

Ecco alcuni link alle versioni in italiano e a quelle originali:

  • Pico Iyer – Il monaco e la signora, una stagione a Kyoto (tit. originale The Lady and the Monk)
    Forse il più bello dei libri ambientati a Kyoto, racconta la scoperta del Giappone da parte di Pico Iyer, grande scrittore di viaggio che poi, nel Paese, resterà per la vita. In Giappone da 25 anni, ora vive a Nara
  • Pico Iyer – C’era una volta l’Oriente (tit. originale Video Night in Kathmandu)
  • Tiziano Terzani – In Asia
    E’ un libro di viaggio, ma anche qualcosa di più. E’ costituito da una raccolta di articoli e corrispondenze del grande scrittore e giornalista. Non c’è solo il Giappone, ma la sua presenza è molto forte. Un Paese che non amava e che, anzi, ha detestato profondamente (e si vede anche in diverse imprevisioni). Ma è una lettura importante, smitizzante, profonda, anche per chi questo Paese lo ama, pur nei suoi chiaroscuri. Ne ho scritto anche qui
  • Angela Terzani Staude – Giorni Giapponesi
    Il diario della moglie di Terzani è una visione profonda e allo stesso tempo limitata del Paese, vista dall’interno. Datato – dopo decenni – ma allo stesso tempo ancora interessante e profondo. 
  • Paul Theroux – Un treno fantasma verso la Stella dell’est (tit. originale Ghost train for the eastern star)
    Forse è il libro di viaggio come amo di più. Theroux arriva in Giappone via terra, mostrandoci anche tutto quello che sta fra noi e il Giappone. Un Paese che non ama e che forse non capisce (alcuni suoi giudizi semplicistici sono irritanti), ma ci mette ironia, profondità e un incontro con Haruki Murakami. Ne ho scritto anche qui

E poi ci sono due libri che non ho citato (aggiunti solo nell’edizione 2017), ma che sento molto vicini e che mi hanno sicuramente influenzato. Ve li consiglio di cuore.

  • Will Ferguson – Autostop con Buddha
    Un viaggio in autostop da sud a nord del Giappone seguendo l’onda della fioritura dei ciliegi. Un racconto ricco di ironia, di cui ho scritto sempre qui.
  • Donald Richie – The Inland Sea
    E’ un bellissimo racconto di un viaggio nel mare interno (compiuto qualche anno fa, ora l’area è molto diversa) alla ricerca di un Giappone che stava scomparendo. Un libro molto particolare, intimo, che è anche una splendida riflessione sul Giappone. E’ solo in inglese, disponibile anche in formato ebook. Ne ho scritto qui.

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