Cinque cose da fare a Istanbul (più una), e che non sono proprio ai primi posti nelle guide turistiche
Istanbul è una delle città più belle del mondo. Chi non c’è mai stato, spesso alza il sopracciglio davanti a questa affermazione. E forse hanno ragione loro, perché le cartoline o le foto non bastano a mostrare la bellezza di una città multiforme, immensa e caotica, che è fatta anche di atmosfera, momenti, ritmi, della gente che ci vive e ci ha vissuto, della storia che si respira: è tutto questo che rende Istanbul unica. La amo perché è stato il primo incontro con i confini orientali dell’Europa, dell’Asia, perché è stata la partenza di un viaggio importante. O forse solo perché è semplicemente meravigliosa (e quanto dolore mi provocano le sofferenze che ha patito negli ultimi anni)

(foto di Patrick Colgan, da Flickr)
n.b. post scritto nel 2013 e da allora più volte aggiornato, l’ultima nel 2022
Su tutte le guide troverete bellezze di Istanbul come Santa Sofia, la Moschea Blu, la Cisterna sotterranea, i bazar o il Palazzo Topkapi. Non c’è bisogno di scriverne di nuovo.
Io vi racconto altre cinque cose forse più insolite da fare a Istanbul, che magari nelle guide a volte ci sono, ma perse un po’ qua e là, dopo tutti i posti più famosi (e sono tanti). E sono cose che a me sono piaciute particolarmente. Chiaramente il tutto è visto da viaggiatore o turista.
1) Perdersi a Istanbul
Questa di perdersi è una cosa che andrebbe fatta un po’ ovunque. Ma chiarisco subito un concetto: perdersi veramente può essere sgradevole e in certe città estremamente pericoloso, Istanbul probabilmente non fa eccezione. Quello che intendo è, dove le condizioni di sicurezza lo permettono, smarrirsi un po’, camminare con prudenza ma lasciandosi un po’ trasportare senza aver ben chiaro dove si va. Nel mio primo viaggio a Istanbul successe che mi persi davvero a Fatih, intorno al Gran Bazar. Avevo preso come punto di riferimento il mare e la pendenza della strada. Per tornare indietro dovevo scendere e seguire il mare, avevo in mente questo concetto.
Peccato che sia una città dove il mare e l’acqua sono ovunque e anche i saliscendi. Io andavo verso il mare, ma non era lo stesso mare di prima e così persi quasi completamente l’orientamento, per ritrovarlo solo quando arrivai su un orribile stradone ad Aksaray. Cominciai a provare un po’ di timore, ma anche una strana adrenalina: per ritornare mi aggirai molto a lungo in quartieri moderni e in altri più poveri, fra le bancarelle di mercati, appena dietro i luoghi più turistici e ragazzini che giocavano a pallone in strada, con un sacchetto di pistacchi comprato in una bancarelle. E’ molto bello perdersi anche a Uskudar, sulla sponda asiatica, nelle vie attorno al mercato.
2) Un tè a Salacak (davanti a Kiz Kulesi)

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La torre della pulzella (o torre di Leandro), a 200 metri dalla riva di Uskudar, sulla sponda asiatica, è stata originariamente costruita nel 1110 era il punto in cui era attaccata una catena che chiudeva l’accesso al Bosforo. La struttura attuale, più recente, è graziosa, ma non è un monumento che toglie il fiato.
Il posto però è speciale perché a Salacak si può prendere il tè seduti su un tappeto e appoggiati su morbidi cuscini davanti al mare in uno dei punti più belli e suggestivi della città, soprattutto al tramonto, con il sole che scende sui minareti di Sultanahmet.
3) Una passeggiata lungo il Bosforo
Sul Bosforo ci sono posti stupendi. Io vi consiglio di andare a Ortakoy, dove c’è una splendida (e famosa) moschea (anche se non antichissima, è del 1856) e a Bebek, un quartiere residenziale un po’ elegante davvero stupendo, affacciato sullo stretto. Ne ho un ricordo bellissimo di quando ci andai con una mia compagna di università turca la prima volta che ero a Istanbul: dalle alture la vista sul bosforo era stupenda, specie di notte. Dimenticavo, a Ortakoy c’è un mercato delle pulci molto interessante la domenica pomeriggio e alle volte mercatini serali. In zona ci sono molti caffè e ristoranti.
4) Mangiare cibo di strada
Istanbul non è un paradiso dello street food come altre città, ma si difende assai bene. Io ho avuto una gran passione per il kokorec… frattaglie di pecora fritte! Non storcete il naso (a meno che non siate vegetariani), sono buonissime e molto popolari (uno dei migliori è Sampiyon Kokorec, catena con numerosi punti, uno dei più comodi e centrali è vicino al mercato del pesce di Beyoglu) e si accompagnano bene specialmente con la birra. Ma troverete anche per esempio anche le onnipresenti simit (specie di pretzel circolari) vendute anche da carretti e ambulanti.
La prima volta che arrivai a Istanbul fu il tassista a introdurmi per primo alle simit. Per me è rimasto, assieme al tè e all’ayran, lo yogurt che si beve ai pasti, fra i sapori della Turchia.
E poi, ovviamente, c’è il panino col pesce (sgombro), il famoso balik ekmek, vecchio pasto dei pescatori. Il posto più noto dove assaggiarlo è al ponte di Galata, dove sono ormeggiate barche dorate che vendono panini a ripetizione. Ma ci sono posti meno turistici anche in zona o lungo il Corno d’oro. E ce ne sono anche a Uskudar, sulla sponda asiatica.
5) A Istanbul non limitarti ai monumenti antichi
Istanbul non è un museo, ma una città viva, giovane e piena di energia, in forte e veloce mutamento e sarebbe un peccato limitarsi ai monumenti antichi (che sono tantissimi e stupendi). Sarebbe uno sguardo quantomeno limitato sulla città.
Provate quindi a infilarvi nei caffè non turistici di Beyoglu, a Galata (magari anche solo il cafe Ara, del famoso fotografo Ara Guler (morto nel 2018), dove i turisti quando andai non erano poi tanti) o vicino piazza Taksim dove va la gente del posto e osserva i giovani della città, la gente elegante o alternativa. Vivrete di più Istanbul se prenderete un albergo in questa zona piuttosto che a Sultanahmet, la zona dei monumenti, dove la sera non c’è nessuno.
Una lista di indirizzi eleganti e un po’ cool (e sicuri) la trovate su Spotted by locals (in inglese).
Un altro suggerimento per vedere una Istanbul non ferma a secoli fa è andare a Istanbul Modern, il museo dell’arte contemporanea che dà uno spaccato interessante sull’arte contemporanea turca.
N.B. Non fatevi attirare in night di dubbia reputazione da procacciatori di clienti, o da tizi stranamente amichevoli incontrati per strada, in genere finirà con un conto salatissimo.
6) Fotografare i gatti
Lo so è un insopportabile cliché dei social network, quello dei gattini quindi aggiungo questo punto a margine, ma Istanbul è pazzescamente piena di splendidi felini, fra l’altro davvero molto socievoli. Anche troppo, a volte ! Gli amanti dei gatti avranno un sacco di ottimi soggetti da ritrarre.

Altre informazioni su Istanbul
- Qui ho raccolto alcuni libri su Istanbul o ambientati sul Bosforo.
- Sulla cucina turca leggete Travel to taste (che sulla Turchia è ferratissima)
- Su Istanbul splendide foto in un bellissimo, nostalgico post da Scusate io vado
0 Commenti
Leggo “prendere un tè seduti su un tappeto e appoggiati su morbidi cuscini davanti al mare” e vorrei essere là in questo momento, ancora. Urge tornare, anche solo per prendere il tè a Kiz Kulesi!
Hai ragione Carmela,. è proprio così. Istanbul è una città che molto più di altre non si può racchiudere in una serie di cartoline ma che vive di atmosfera, fascino, momenti.
sto rientrando ora…bellissima, piena di fascino anche se è molto grande, bisogna rassegnarsi perciò a non rincorrere tutto e concentrarsi maggiormente sull’atmosfera e il senso di libertà che la vista del mare, la presenza di moschee a ogni passo, le voci dei muezzin donano…La sera consiglio una sosta all’interno dell’atrio della Moschea Blu, magia pura che la folla dei turisti e dei fedeli non riesce a scalfire…
Agosto non è il mese migliore, molto caldo e molto umido!!! Ma sarà bellissima comunque…
Dovrei andarci questo Agosto, proteste permettendo…
ne frattempo prendo appunti! Grazie