Come fare belle foto di viaggio

di Patrick Colgan

Alcuni piccoli accorgimenti (per principianti) che possono migliorare nettamente la qualità delle foto scattate durante i viaggi. A volte basta poco…

Before the storm, Shibuya

Before the storm, Shibuya -Tokyo 2012 (foto di Patrick Colgan)
E’ una delle mie foto preferite
creative commons 3.0 attribution-non commercial

Finalmente ho una nuova reflex digitale, una Nikon D80 di seconda mano che cercherà di colmare la voragine lasciata nel mio cuore dal furto della mia amata D40. Per celebrare degnamente l’evento non c’è nulla di meglio che un post sulla fotografia.

Lo premetto subito: non sono un insegnante di fotografia, né un fotografo professionista. Non ho la presunzione di dire che faccio belle foto. Mi limito a scrivere quello che ho imparato seguendo corsi, leggendo, dialogando su siti (come Trekearth, ormai quasi defunto purtroppo, e Flickr) con altri appassionati . La stessa cosa che ti invito a fare se vuoi migliorare. Questi sono solo punti di partenza. Spero questi pochi consigli ti siano utili.

Non serve una macchina costosa

Nikon D40

L’inimitabile Nikon D40

Questo non è un luogo comune. Ci sono esempi di splendidi reportage scattati con smartphone. E ci sono esempi di grandi fotografi che scattavano con macchine modeste anche per i loro tempi (Cartier Bresson, Arbus) e come sostiene il fotografo Ken Rockwell (che ha un sito utilissimo, pieno di recensioni e consigli per chi legge l’inglese), ma anche chiunque ne capisca, non ti servono più di 5 megapixel, con i quali puoi scattare volendo anche una foto che stia su due pagine del National Geographic, se sei ambizioso. Quindi una Nikon D40, la più semplice, leggera, funzionale ed economica reflex digitale mai realizzata basta e avanza. La trovi usata su Ebay a non più di 200-250 euro a seconda che sia venduta con o senza obiettivo.  Io ho deciso di passare alla D80, ma dopo molti anni e molte incertezze. E ancora non sono sicuro della scelta.

La composizione della foto

Regola generale. Il fotografo alle prime armi tenderà a mettere il soggetto al centro (o a non metterne nessuno!). Questo va bene per i ritratti, ma la foto in genere risulterà più interessante se il soggetto è decentrato. Una regola – e come tutte le regole in questo campo è fatta per essere conosciuta, messa in pratica e poi violata – vuole che si debba dividere la foto in tre terzi sia orizzontali che verticali. I punti dove idealmente si dovrebbe trovare un ‘punto forte’ della foto è nelle intersezioni di queste linee ideali. Phototutorial lo spiega molto bene e in modo più approfondito.

Composizione

Composizione, da Phototutorial.net

Paesaggi. Un paesaggio stupendo appare poco piatto e poco interessante in foto? Accade spesso. L’accorgimento per rendere la foto efficace è quello di cercare un elemento interessante in primo piano per dare profondità. Nella foto sotto, prova a coprire l’omino di pietra sulla destra con una mano. La differenza dovrebbe risultare netta.

In front of the Myrdalsjokull

Myrdalsjokull, Islanda (foto di Patrick Colgan)

Ritratti. In questo non sono molto bravo, lo ammetto. Ma tieni presente una cosa. C’è differenza fra una foto ‘rubata’ magari da lontano col teleobiettivo e un ritratto. Se vuoi un vero ritratto, chiedi il permesso. In alcuni Paesi ti sarà chiesto di pagare, cifre più o meno rilevanti (fai particolare attenzione a Marrakech) anche se di solito si tratta di spiccioli. Io sono in generale contrario perché si genera un rapporto poco vero, mercantile fra il viaggiatore/turista e la realtà locale, oltre al rischio che diventi una sorta di elemosina o che col tempo si creino situazioni poco piacevoli (come in India, dove in alcuni luoghi chi scatta fotografie è ‘taglieggiato’ con modi decisamente poco amichevoli). Alle volte però è davvero inevitabile dare una mancia. Per queste foto, scattate con un’economica compatta tenuta assieme con nastro adesivo ed elastici, non ho pagato una lira e secondo me restano piuttosto efficaci.

Celebrating, 2

Jaipur, India, processione dell’Ashura
foto di Patrick Colgan

Celebrating Muharram

Jaipur, India, processione dell’Ashura, foto di Patrick Colgan

Evita i cliché

Certi tramonti sono indimenticabili. Ma prova a inserire ‘tramonto’ o ‘sunset’ su flickr e vedi quanti ne vengono fuori (milioni). Può rappresentare un ricordo indimenticabile per te, ma a meno che la foto non sia davvero significativa, renditi conto che è un cliché e non diffonderla in rete (qui un’interessante apologia del tramonto di Michele Smargiassi). Si possono fare foto anche dei monumenti più noti e delle opere d’arte. Ma ne vale davvero la pena? Posso davvero dire qualcosa con questa foto? Puoi  scattare per ricordo, ma anche in questo caso tieni la foto per te, condividerla sui social network, già invasi da troppe foto brutte o senza significato, non ha grandissimo senso. Secondo me ormai rientrano fra i cliché anche le foto di bambini.

Mantieni le foto semplici e non ‘taroccarle’

Detesto tecniche cone l”Hdr, specie se usate male, o le elaborazioni troppo spinte delle foto, che arrivano a cambiare la luce (si può fare) ed eliminare fisicamente elementi del paesaggio (come pali della luce). Qualche volta può avere senso ma non deve diventare una routine. E non basta un filtro di instagram per trasformarti in fotografo. Elaborare però la foto con photoshop o Picasa (lo strumento più semplice), migliorando luce o contrasto, raddrizzandola, tagliandola o virandola foto in bianco e nero non solo è perfettamente lecito, ma doveroso. Tutti i grandi fotografi hanno sempre lavorato molto in camera oscura, a partire da Ansel Adams i cui sfolfgoranti bianchi e neri sembrano incredibilmente diretti e ‘primitivi’ ma sono in realtà frutto anche di post-produzione.

Tempo, tempo, tempo

Qualche giorno fa mi hanno fatto un bel complimento, una ‘collega’  blogger mi ha detto che nelle mie foto sembro saper ‘cogliere l’attimo’. Non so se sia vero, ma penso che sia una delle cose che mi riesce meglio. In realtà per ‘cogliere l’attimo’ serve molto tempo. Scordati di arrivare in un posto, fare foto per cinque minuti al volo e catturare il momento ‘irripetibile’. Spesso il momento va cercato, inseguito, intuito. Scegli l’ora giusta per fare la foto (evita quelle centrali della giornata con la luce troppo forte e dura) e poi non avere fretta. In certi casi, semplicemente, intuisco che qualcosa sta per succedere e cerco di ‘inseguire’ il momento. Alcune delle mie foto che mi piacciono di più (come quella con cui ho aperto questo post) hanno richiesto a volte ore di attesa e numerosi tentativi, anche alla ricerca del giusto punto di vista.

I gatti del Bosforo

I gatti del Bosforo, Anadolu Kavagi, Turchia
(foto di Patrick Colgan)
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a Essaouira

Essaouira, Marocco (foto di Patrick Colgan)
cc attribution – non commercial

Memory

Hiroshima, A-Bomb Dome (foto di Patrick Colgan)
cc attribution – non commercial

Nel caso di questa foto avevo notato quello strano uccello – così simile alla gru, simbolo di pace a Hiroshima – appollaiato su un albero. Mi sono seduto su di una panchina, ho fatto moltissime foto e ho aspettato a lungo il momento giusto.

Spain today

Granada (foto di Patrick Colgan)
cc attribution – non commercial

In questo caso in una piazza di Granada lo scorso autunno condividevano assurdamente lo stesso spazio una festa di una scuola di toreri e una manifestazione contro gli sfratti. Questa foto mi è subito balenata in mente – ancor prima che i bambini finissero davanti ai manifestanti – e mi sono lanciato per trovare il modo di scattarla, perdendo in quella piazza molto più tempo di quanto avessi preventivato. La  stessa idea l’ha avuta il fotografo di El Pais, risultato migliore (ovviamente).

Il panning

Anche il panning – tecnica con cui si fotografa con un tempo relativamente lungo un soggetto in movimento – richiede tempo. In pratica dopo aver messo priorità di tempi e un tempo relativamente lungo, scatta e segui con mano fermissima un soggetto in movimento (un’auto, un ciclista). Nel migliore dei casi il soggetto sarà a fuoco e dai bordi definiti come se l’aveste fotografato mentre era immobile, mentre lo sfondo dovrebbe venire piacevolmente sfuocato. Anche questa tecnica, a volte di grande effetto, richiede tempo sia per essere perfezionata, che per trovare punto e settaggi corretti (Lifeintravel spiega bene la tecnica). Qui un esempio non perfetto, ma sicuramente il migliore su una cinquantina di scatti. Il taxi è un soggetto classico anche perché in certe vie ne passano molti e consente di fare numerosi tentativi.

Saturday night in Gion, Kyoto

Sabato sera a Gion, Kyoto (Foto di Patrick Colgan)
cc-attribution non commercial

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Cerca una storia

Le foto più interessanti sono quelle che fanno intuire una storia, che ci dicono qualcosa sui protagonisti, che ci fanno chiedere “Cosa succederà poi?” o “chi sono queste persone?”. La fotografia di strada sembra essere quella che offre più storie (ma non è sempre così).

Sposa cubana, Trinidad

Sposa cubana, Trinidad (foto di Patrick Colgan, 2013)

Condividi, critica, chiedi consigli

aggiornamento giugno 2013

La presunzione, come sempre quando si cerca di migliorare, è un nemico. Cerca di riguardare le tue foto e di capire quali errori hai commesso. Condividi le tue foto su Flickr, in particolare nei gruppi più attivi e mettiti in gioco. Tutte le settimane il gruppo di Lonely planet organizza un concorso a tema. E’ un ottimo modo per conforntarsi. E non aver paura di chiedere consigli o critiche ad altri utenti, magari commentando alcune foto loro che ti sono piaciute o chiedendo come hanno ottenuto un certo risultato. Alcuni fotografi sono molto gelosi dei loro metodi, ma in realtà la maggior parte sono assai disponibili quando si tratta di dare consigli.

Per l’appunto, altre mie foto le trovi su Flickr

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0 Commenti

Sara Ferrigno Aprile 19, 2014 - 4:53 pm

Ciao, innanzitutto complimenti per l’articolo e per le capacità esplicative, sei davvero molto chiaro!
Cogliendo un tuo consiglio, avrei una domanda da porti: potresti indicarmi qualche buon libro sulle tecniche fotografiche?
Ti ringrazio :)

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Viaggiovagando Ottobre 8, 2013 - 12:19 pm

Ciao Patrick!
ogni tanto ci becchiamo sempre sui social network…..
articolo interessante. Proverò a leggere gli articoli che hai citato per imparare qualcosa in più. Io sono un’assoluta principiante, ma la voglia di imparare è davvero molta…
magari più avanti potrò farti vedere qualche piccolo esperimento :)
a presto,
Annalisa

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patrick Agosto 5, 2013 - 7:15 pm

Grazie a te per il commento! Io ho solo scritto qualche piccolo consiglio. In realtà la strada è lunghissima… :)
Adesso sono curioso, che macchina hai comprato?

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Manuela Agosto 3, 2013 - 9:56 am

Bellissimo articolo! Da un anno a questa parte mi sono avvicinata al mondo della fotografia e finalmente a gennaio ho comprato la mia prima Reflex. Ho anche letto qualche interessante libro di foto ma ho ancora tantissimo da imparare. non pretendo di diventare una grande professionista, mi basta riuscire a immortalare attimi che un domani mi daranno emozioni. Grazie ancora :)

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patrick Giugno 13, 2013 - 2:02 pm

Ti ringrazio per le parole e per aver lasciato un commento. New York è una città fantastica, che amo molto e ti darà un sacco di spunti per fare belle fotografie!

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Liz Giugno 13, 2013 - 1:49 pm

Grazie davvero per le dritte.
Ho trovato il tuo articolo molto molto interessante. Sto pianificando il mio viaggio di nozze a New York City e vorrei poter mettere in pratica tutti questi consigli.

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patrick Aprile 30, 2013 - 8:13 am

Ciao Ivan, grazie! Ti rispondo per punti
-Anche io ho fatto un corso alcuni anni fa, con obiettivi simili ai tuoi, ed è stato importante per capire alcuni aspetti che fino a quel momento mi erano poco chiari (funzionamento della reflex, le sottigliezze del bilanciamento del bianco…) e a confrontarsi con altri. Però io, per esempio, ho imparato moltissimo su composizione e postproduzione (che io tengo sempre molto ‘leggera’) su siti come Flickr e Trekearth confrontandomi con gente più esperta, guardando, facendo domande. E’ sorprendente la quantità di persone disposte a darti una mano, consigli o a criticare costruttivamente le tue foto. Purtroppo la partecipazione in questi siti è un po’ in calo. Ci sono anche libri piuttosto ben fatti. Avrei fatto anche altri corsi e workshop per approfondire ma con gli orari che faccio al lavoro seguire un corso è una sorta di impresa.

-La macchina mi è stata rubata a Parigi da un vero artista del furto che l’ha fatta letteralmente sparire. Ero seduto a un tavolino con una persona di fronte a me e la tenevo fra i piedi perché proprio non c’era spazio. Ancora non ho idea di come il ladro abbia fatto senza che ce ne accorgessimo (credo che stando in piedi vicino al tavolo, senza farsi notare abbia ‘agganciato’ la tracolla con la punta del piede e pian pianino se la sia portata vicino). Qualsiasi altra ipotesi è più improbabile. Pazzesco.

-Il fattore risparmio è stato fondamentale (250 euro per il body della d80). Ma amo le reflex di qualche anno fa, mi piace la loro semplicità. E non mi servono i video, per dire. Alla D40 fra l’altro, per leggerezza e immediatezza non avrei mai voluto rinunciare. Per me è ancora una delle migliori reflex mai prodotte. Poi, se avessi avuto qualche soldo in più…

-Le mirrorless non le amo. Certo possono fare foto fantastiche, ma con la reflex sono ormai abituato ad avere il controllo totale. A passare alla messa fuoco manuale, a cambiare obiettivo… Mi sento monco con una mirrorless.
Il peso della reflex in effetti è un problema e anche per questo ho amato molto la D40 (470 grammi solo corpo senza batteria, la 550D ne pesa 530, poca differenza ma c’è) perché molto leggera e molto piccola. L’ho anche portata in trekking su più giorni in Islanda (con pioggia, vento, sabbia ecc.) senza mai pentirmene, né per il peso né per il dovere di ‘proteggerla’.. Se ho bisogno di fare foto ‘in incognito’ lo smartphone basta e avanza.

Però sì, le prime volte il peso della reflex mi ha dato molto fastidio, e mi sono maledetto. Ricordo un viaggio a istanbul molto faticoso e un gran male al collo (ma sono ritornato con molte buone foto).
Poi ho imparato a… ‘gestirla’. Più che altro spesso porto un solo obiettivo massimo due, incidono molto sul peso e sull’ingombro e cambiare obiettivo è anche un po’ rischioso perché se entra polvere diventa una rogna…

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Ivan Mrankov Aprile 29, 2013 - 11:41 pm

Bravo Pat, bell’articolo. Anche io mi sto interessando sempre più alla fotografia, non per qualche ambizione pseudo-artistica ma per riuscire a fissare certi momenti durante i viaggi. Ho letto ultimamente in rete e su libri e riviste ma faccio fatica quindi ho deciso di cacciare fuori qualche dindo e iscrivermi a un corso di fotografia di una trentina d’ore che spero mi darà um’po’ di padronanza sull’argomento.
Mi piacerebbe sapere come e quando ti hanno rubato l’apparecchio.
Certo che sostituire una macchina del 2006 come la D40 con un altra macchina del 2006 (seppure più evoluta) come la D80 la trovo una scelta um’po’ discutibile almeno che il fattore risparmio non sia stato preponderante e tu non l’abbia pagata veramente poco.
Inoltre vorrei spezzare una lancia in favore delle macchine fotografiche mirrorless che pur avendo lenti intercambiabili come le reflex e offrendo la stessa qualità d’immagine (a parte i costosi modelli full frame professionali) sono più piccole e leggere e molto più comode, sopratutto in viaggio.
io ho preso una reflex (Canon 550D) l’anno scorso per il mio viaggio in Giappone e quando mi alzavo la mattina e vedevo pioggia o un cielo nuvoloso che la prometteva ero contento perché lasciavo in hotel la reflex e mi portavo solo la compatta e spalla e collo ringraziavano, tanto trovavo fastidioso il peso di portarmela in giro.

Ivan

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