Lo spettacolare castello di Matsumoto, o ‘Corvo’, che ha attraversato indenne i secoli.
Matsumoto mi aveva fatto ammattire. Arrivato in un giorno di festa in auto (al termine di questo viaggio) eravamo rimasti prigionieri del traffico e della mancanza assoluta di parcheggi. Rischiavamo di non riuscire a vederlo perché eravamo solo di passaggio, partiti da Nagano e diretti a Tokyo e per qualche minuto abbiamo pensato in effetti di scappare. E invece no, il castello mi chiamava: lo avevamo anche intravisto emergere fra le case. Una bellezza austera e sfolgorante, aggraziata e un po’ inquietante che emergeva dalle anonime palazzine che popolano le città giapponesi. E per fortuna ci siamo fermati.
Il castello di Matsumoto è un’autentica meraviglia e il traffico e l’ansia dell’orario sono stati presto dimenticati. Lasciamo perdere per un attimo la sua bellezza, la cosa straordinaria è innanzitutto che questa fortezza ci sia. Nel castello si sono alternati 23 daimyo, signori feudali di Matsumoto.
È uno dei soli dodici castelli a essere sopravvissuti pressoché intatti a oltre quattro secoli (è del 1593) di terremoti, incendi, guerre, bombardamenti e abbattimenti decisi perché era… “roba vecchia”, nel periodo di modernizzazione del Paese dopo il 1868. Tanti sono stati ricostruiti nel Dopoguerra e quasi mai hanno la stessa grazia degli originali , specie quando ci si avvicina o ci si entra.
Se volete approfondire il tema dei dodici castelli originali sopravvissuti, ho scritto questo post.

La struttura
Costruito tra il 1590 e il 1592, il Matsumoto-jo (松本城) non potè svolgere a lungo la sua funzione militare. Pochi anni dopo il suo completamento cominciò, infatti, il periodo Edo che portò una progressiva pacificazione del Paese sotto lo shogunato Tokugawa e la funzione difensiva del maniero perse rapidamente importanza.
Il castello di Matsumoto presenta alcune caratteristiche interessanti che riflettono anche la sua particolare storia. La prima è che ha non solo una torre secondaria annessa a quella centrale, ma anche una terza, aggiunta nel corso del XVII secolo quando ormai la pace era un fatto acquisito (e infatti il suo nome è quello di ‘torre per osservare la luna’). La seconda caratteristica è che dall’esterno si possono contare cinque piani, mentre all’interno c’è un piano ulteriore, il terzo, privo di finestre e invisibile all’esterno.
E il colore nero? Dovrebbe essere un riferimento al castello di Osaka, che era della stessa tonalità scura, e quindi un segno di fedeltà del costruttore Kazumasa Ishikawa a Hideyoshi Toyotomi.
Un castello salvato da una comunità
Non si può non immaginare l’effetto che faceva questo castello ai tempi in cui il Giappone era in guerra . Ma anche la storia più recente è bella, quasi commovente. Il castello di Matsumoto fu salvato grazie alla mobilitazione degli abitanti del posto che ne impedirono la distruzione: fu proprio la città ad acquistarlo prima. grazie a un’iniziativa di Ichikawa Ryozo, giovane figura locale di spicco, e a restaurarlo poi quando aveva cominciato a inclinarsi da un lato a causa del deterioramento dei grandi pali di legno interni che lo sorreggono, e questo aggiunge un motivo in più per amarlo. Non è solo la testimonianza di un periodo del Giappone, lo stesso edificio che guardavano i daimyo dell’epoca, ma anche un simbolo amato, difeso, custodito da una comunità. E oggi è giustamente tesoro nazionale.
E poi sì, il castello è bellissimo. Forse il più bello fra i castelli giapponesi. Il suo colore nero, per il quale è stato soprannominato ‘corvo’, così come quello di Himeji è l’airone, lo rende unico. Anche per questo è fotografatissimo e molto visitato, anche se non è all’interno degli itinerari turistici più battuti.
Il castello di Matsumoto forse non è forse spettacolare come quelli adagiati su un’altura o una collina, è il caso del già citato castello di Himeji e di quello di Inuyama ma si specchia sull’acqua di un fossato che sembra un lago, dove spesso le sue forme leggere si specchiano e il suo colore lo fa emergere con forza dal panorama con le montagne a incorniciarlo.
L’interno del castello di Matsumoto
Molti consigliano di non entrare nei castelli giapponesi, in particolare a Himeji, dove le file in alcuni casi diventano interminabili. Alcuni sono completamente vuoti e le scale per salire i vari piani sono in alcuni casi molto ripide. A me però le stanze vuote piacciono, perché permettono di riempirle con l’immaginazione, di ammirarne gli spazi e le tecniche di costruzione senza nulla che ostruisca la vista. E poi ci si entra a piedi scalzi, si sente il legno sotto i piedi e che scricchiola leggermente e si torna con la mente al passato. Insomma, secondo me vale sempre la pena entrare, specialmente se volete assorbire un po’ della magia di queste straordinarie costruzioni.
Ma il castello di Matsumoto non è vuoto: ospita un’esposizione sulla storia del castello (anche un po’ troppo ricca, forse): si possono vedere pannelli informativi, cartine e soprattutto una quantità enorme di armi. Ci sono picche, spade, armature e soprattutto moltissime armi da fuoco. Se si può correre il rischio di dimenticarsene, questa esposizione ci ricorda che era una struttura dedicata alla guerra.
Come arrivare a Matsumoto
Matsumoto è nella zona delle Alpi giapponesi, vicino a Nagano: non è una città piccola e conta intorno ai 240.000 abitanti. Il castello è in centro e dista circa quindici minuti a piedi dalla stazione della città (o 5 in bus). Anche se non è in posizione sopraelevata, da molte zone della città lo si vede svettare sul panorama di case basse tipiche del Giappone.
Per arrivare a Matsumoto da Tokyo c’è il treno Azusa o Super Azusa che arriva in due ore e mezza, il costo è di circa 6500 yen a tratta. Insomma, conviene avere il Japan Rail Pass attivo e non so se valga la pena fare un’escursione in giornata, anche se a Matsumoto c’è anche un grande museo di stampe Ukiyo-e.
Da Nagano sono invece 50 minuti di treno. Matsumoto è ben collegata da bus anche con Takayama, ci vogliono 2 ore e mezza a poco più di 3000 yen. In treno invece ci si mette quasi il doppio.

Per continuare a leggere
Alcuni post per approfondire ulteriormente la storia di Matsumoto, il mio itinerario e dei castelli giapponesi in generale.
- Itinerario di viaggio nel Tohoku (Matsumoto non è nel Tohoku, ma è stata l’ultima tappa dell’itinerario)
- Tutti i post sul Giappone
- Se volete tutti i dettagli su stile e caratteristiche del castello, qui c’è un articolo esaustivo (in inglese) su Manabi Japan