Dopo mesi di – nulla – nelle sale, finalmente sono potuto andare quattro volte al cinema in sei giorni. E’ un buon periodo. Iniziamo dal disimpegno: il nuovo 007 è meno ironico e troppo palestrato, ma senza dubbio meglio di Pierce Brosnan. (non ci voleva poi molto). I dialoghi sono a dir poco imbarazzanti, i titoli di testa ispirati alle carte da gioco (tutto ruota attorno al poker) meravigliosi come sempre.
Ma mentre gli italiani diventano seriali e sbracano (‘Manuale d’amore 2’… ‘Notte prima degli esami, oggi’ in arrivo), il meglio continua ad arrivare dall’estero. I due film davvero imperdibili in giro sono due. Le luci della sera di Aki Kaurismaki, ancora una storia noir finlandese (quante sigarette e alcolici scadenti), amara, poetica, ancora una inesorabile, surreale discesa verso il fondo, ancora con una colonna sonora splendida.
E soprattutto L’Arte del sogno di Michel Gondry, appena uscito. Toccante, disturbante, irritante, malinconico, straziante, poetico, commovente. Gondry gira con fotografia e stile documentaristici (e meravigliosi stop-motion) un viaggio nell’inconscio: un vortice onirico di associazioni mentali, di sogno e realtà che si mescolano continuamente.
Quando si dice andare sul sicuro…
Link: Luca Sofri su L’arte del sogno (non ascoltatelo), Kaurismaki ritira il film dalla corsa all’Oscar, Freddy Nietzsche: ‘L’arte del sogno’
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Ieri ho visto finalmente Gondry e…sono assolutamente d’accordo con Matteo Bordone!!
gli ultimi due mi ispirano molto. sono entrambi due grandissimi…