Destinazione Sarajevo, prendendola larga. Da Trieste a Sibenik, in Croazia. E poi documenti, formalità e strade per viaggiare in auto nei Balcani (capitolo 2)
Viaggio in auto nei Balcani
Per il nostro viaggio verso Sarajevo abbiamo scelto l’automobile, mezzo che non amo particolarmente. Se ci pensi, sull’apparente libertà grava proprio il fardello dell’auto, che è solo un altro ingombrante bagaglio a cui badare. Non me ne voglia chi la ama, o chi ama è il camper (che è un discorso diverso), ma per me è l’antitesi del viaggiare leggeri, anche mentalmente. Senza contare che guidando non ci si rilassa mai, non si fanno chiacchiere con gli altri passeggeri, non si può leggere né scrivere o farsi una dormita e non si può viaggiare di notte come col bus. E l’idea di potersi fermare ovunque deve quasi sempre fare i conti col tempo, che non è mai abbastanza.
Però… per una volta non si deve fare troppa attenzione al peso dei bagagli né alla quantità di souvenir da riportare a casa. Anche la macchina, insomma, ha i suoi vantaggi.
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Formalità e documenti per l’auto
Per andare solo in Croazia non ci sono grossi problemi, specie in alta stagione. Basta avere la carta d’identità e i documenti dell’auto in regola (revisioni in particolare). In teoria è meglio se l’auto è intestata a uno dei partecipanti al viaggio. In caso contrario possono farti dei problemi, specie nel caso malaugurato di un incidente. Per essere completamente in regola se l’auto è intestata a un altra persona serve in teoria una delega autenticata (informarsi all’Aci). Documento che diventa fondamentale se viaggi in altri Stati balcanici, visto che i controlli sono molto frequenti e accurati e passerai molte dogane (12 in otto giorni, in questo viaggio). Ai valichi è sempre stato controllato a chi era intestata l’auto.
Consiglio anche il passaporto. Per entrare in Bosnia Erzegovina in teoria basta la carta d’identità ma a noi all’ingresso nella repubblica Srpska è stato specificamente chiesto da uno zelante e cupo doganiere il passaporto (che è stato pure timbrato).
In teoria – ma non ho mai sentito di qualcuno a cui sia stato chiesto – sarebbero obbligatorie anche una cassetta del pronto soccorso e un cambio completo di lampadine. Nel reparto autoricambi di un qualsiasi centro commerciale dovresti trovarli (spesa totale sui dieci euro).
In nave? Dall’Italia una scelta abbastanza logica è il traghetto (sempre da Ancona a Spalato e da altre località solo in altissima stagione, Directferries mi ha dato i prezzi migliori). E’ una soluzione comoda, ma ha anche dei limiti: non c’è tutti i giorni, è impegnativo in termini di tempo e abbastanza caro. In due, da Bologna costa quasi il doppio dell’auto per arrivare a Spalato, 180 euro con la cabina per il tragitto notturno.
I veri routard possono risparmiare qualcosa e dormire su scomodi divani o sedili reclinabili. Il check in va fatto due ore prima della partenza e tutte le procedure sono un po’ laboriose però è indubbiamente comodo. Attenzione su Blue line (sulle altre navi non so) non accettano carte di credito. Portatevi dietro degli euro se volete mangiare o bere qualcosa.
Strade nei Balcani
Vere autostrade nella zona in cui abbiamo viaggiato ci sono praticamente solo in Croazia: da Rijeka per Zagabria o Spalato (si paga anche in euro). C’è anche un tratto che va verso Dubrovnik, ma è in via di completamento e si interrompe a metà. Le altre strade in Croazia, Bosnia e Montenegro sono a volte bellissime, ma strette, lente e spesso ci sono dei lavori pessimamente segnalati con imprevedibili deviazioni. Le condizioni sono però generalmente discrete. Rarissimi i cartelli con indicazioni in chilometri.
Il viaggio
Da Trieste entriamo in Slovenia da Bassovizza è prendiamo la direzione di Rijeka (Fiume) attraversando boschi a perdita d’occhio. Se c’è un colore che associo alla Slovenia è il verde profondo e brillante dei suoi alberi, se c’è una forma è quella dei suoi pendii ondulati. E poi c’è lo spazio. Uno spazio che in Italia, ferocemente occupata, cementificata, costruita, alle volte sembra mancare. La strada è lenta e solo a Rijeka si entra sull’autostrada croata che attraversa paesaggi meravigliosi e desolati prima di tuffarsi verso il mare.
Per arrivare a Sibenik da Trieste servono oltre cinque ore. Ma il paesaggio bellissimo aiuta.
La meravigliosa Šibenik
Il primo impatto con la Dalmazia è emozionante. Alle volte in Italia si è circondati da tante meraviglie che si corre il rischio con un po’ di arroganza di sentirsi inarrivabili. E invece basta viaggiare un po’ per sentire vacillare tutte queste certezze. E va bene che la Dalmazia è stata italiana, dirà qualcuno e che qui erano anche i veneziani che dopo tre anni di guerra contribuirono a seminare e coltivare bellezza. Ma non è il punto. Šibenik (Sebenico), soprattutto la sera quando la folla nei vicoli si dirada, appare per quello che è: un gioiello brillante incastonato in una costa meravigliosa e selvaggia.
E’ soprattutto è una piccola città meravigliosamente conservata e armonicamente viva. Non basta avere le cose belle. Bisogna renderle vive, averne cura. E Sibenik è piena di esempi di questo tipo. Come il giardino medievale di San Lorenzo, rinato nel 2007 dopo anni di abbandono è una vera oasi di verde in cima al borgo antico, fra frutti, fiori e tavolini per bere qualcosa. Io mi sto convincendo di una cosa. E’ un’illusione quella di voler congelare il paesaggio architettonico, trasformarlo in un museo come si cerca a volte di fare in Italia, col risultato che certi luoghi sono recintati e poi abbandonati. Il modo migliore per conservare un luogo è quello di viverlo. Anche con dei tavolini e un ombrellone, meglio che un baracchino che vende maschere veneziane o colossei in miniatura.
La cattedrale di San Giacomo
Il pezzo forte del borgo disseminato di piccole chiese e palazzi opulenti, è però l’elegante cattedrale gotica di San Giacomo costruita nel 1400. E’ splendida soprattutto all’esterno e ha un particolare davvero curioso che ti permetterà di trovarti di fronte agli abitanti della città di un tempo. Lo scultore Giorgio Orsini ‘Il dalmata’ scolpi sull’esterno dell’edificio 71 volti umani, con un tocco d’ironia. Erano passanti dalle fattezze particolari che lo stesso Orsini fermava eper strada e prendeva come modello. E’ una carrellata davvero sorprendente sul look dell’epoca…
Pasti e pernottamento
A due passi l’enoteca migliore della città, che nonostante l’aspetto molto elegante non ha prezzi da rapina. Da Pelegrini (consigliatomi da Maria Chiara) puoi assaggiare gli ottimi formaggi e prosciutti locali, le squisite salsicce di tonno, accompagnandolo magari all’eccellente vino prodotto in zona dal vitigno autoctono Maraština (che per intensità degli aromi e la struttura ricorda i migliori albana di Romagna).
Le camere e gli alberghi in zona sono tanti. Su booking.com ho prenotato una stanza al Medulic Palace, ottima per accoglienza, posizione, comfort e prezzo (in teoria, se conoscete la strada, non ci sono praticamente scalini venendo da stazione dei bus/parcheggi il che é un pregio). Ma le soluzioni in città sono davvero tante.
Un consiglio: pernotta a Sibenik, specie in alta stagione. E camminando di sera fra i suoi vicoli, quando la folla se ne è andata che si può cogliere la bellezza di questa città.
Quanto alle spiagge e al mare in zona non posso dire molto. Limiti di tempo e la pioggia hanno impedito qualsiasi tentativo.
Di Šibenik ho amato anche i dettagli

“Recte faciendo, neminem timeas” – se ti comporti rettamente non dovrai temere nessuno Un motto antico, ancora valido, purtroppo non sempre vero
I commenti e le critiche sono sempre benvenuti.
Gli altri capitoli del viaggio in auto a Sarajevo:
- Libri e documentari sui Balcani
- Questo post
- Viaggio nei Balcani, Spalato e Dubrovnik
- In Montenegro
- In viaggio attraverso la Bosnia Erzegovina
- A Sarajevo
- A Mostar
14 Commenti
Sebenico come città nel suo complesso non mi ha colpito granché, se devo essere sincero. Ho apprezzato di più Traù, per quanto affollata. Di Sebenico comunque devo dire che la cattedrale di San Giacomo mi ha vivamente impressionato: pochi ci fanno caso, ma la volta di copertura è realizzata con lastre in pietra semplicemente ciclopiche. Un capolavoro, il gioco di lego più grosso che abbia potuto vedere.
La cattedrale è un vero capolavoro. Sebenico a me è piaciula molto perché raccolta e piena di atmosfera, specie di sera. Ma l’impressione può derivare da un insieme di aspetti, sfumature e situazioni irripetibili che non colpiscono allo stesso modo viaggiatori diversi.